L’internet degli oggetti entra nelle case degli italiani: secondo i più recenti dati dell’Osservatorio Internet of Things (OIOT) del Politecnico di Milano (riferiti al 2016) il mercato italiano della smart home è cresciuto del 23%, generando un volume di affari che vale 185 milioni di euro. La maggioranza dei prodotti in Italia riguarda la sicurezza e la gestione energetica della casa: videocamere di sorveglianza, serrature, video-citofoni connessi e sensori di movimento; strumenti per la gestione energetica, come le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici, la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici.
Il commercio al dettaglio ci sta credendo: nei negozi di elettronica sono comparsi i primi spazi dedicati ai prodotti smart home, sono state lanciate le prime proposte nel mondo della GDO, c’è una discreta diffusione nei negozi del fai-da-te e sono visibili sezioni di vendita nei siti online dei principali eRetailer.
Ma l’82% del mercato passa ancora da installatori e distributori elettrici, cui si aggiunge il fatto che il 68% delle soluzioni sul mercato consumer è presentata come un facile fai da te, con un processo di installazione semplificato, ma poi non tutti gli utenti sono in grado di fare a meno del tecnico e il 70% di chi ha acquistato prodotti connessi si ritrova costretto a rivolgersi a installatori o piccoli rivenditori.
Le compagnie assicurative, che hanno grandissime opportunità in ambito smart home, si stanno timidimente affacciando al mercato: in Italia solo 6 compagnie propongono polizze casa legate alla presenza di oggetti connessi e alcuni grandi operatori stanno lavorando allo sviluppo della propria offerta, ma il mercato è ancora poco dinamico. Le polizze assicurative smart non si rivolgono solo alla casa, ma anche a uffici e piccoli esercizi commerciali per la rilevazione di allagamenti, incendi o eventuali intrusioni, a cui viene associato un servizio di assistenza 24 ore su 24.
“L’Internet of Things sta iniziando a entrare nelle case degli italiani, ma quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un percorso di crescita dal grande potenziale – dice Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali, startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni. Per aprire davvero la porta all’innovazione è fondamentale offrire nuovi servizi ai consumatori: quelli più elementari come l’installazione, ancora indispensabile per una fetta importante della popolazione, e quelli evoluti che possano convincere gli utenti ancora scettici sul valore di una casa connessa”.
“Le applicazioni Smart Home consentono di raccogliere moltissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nell’abitazione: questo sarà uno degli aspetti cruciali per lo sviluppo del mercato, anche se le strategie per la valorizzazione dei dati sono ancora poco definite dalle aziende – aggiunge Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things -. Ed è fondamentale prestare molta attenzione alla tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti”.
Un esempio di come una compagnia assicurativa può cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie smart home per innovare la propria proposta di servizi assicurativi arriva da BNP Paribas Cardif (che per alcuni altri progetti d’innovazione ha ricevuto due menzioni speciali nel premio Cerchio d’oro” di AIFIn), che già da alcuni anni propone con le polizze casa anche la soluzione Habit@t Homebox che attraverso un dispositivo connesso e un sistema di telematica integrata e di assistenza sempre disponibile, consente di monitorare la propria casa e ricevere un aiuto tempestivo in caso di pericolo o di riparazioni urgenti.
L’esigenza che lo sviluppo della smart home passi anche da un maggior ruolo di determinati canali distributivi come quello assicurativo è confermato anche dalla percezione del tema da parte del consumatore evidenziata da una ricerca Doxa – OIOT dalla quale emerge che il 50% degli italiani pensa che le tecnologie non siano ancora abbastanza mature e il 67% teme rischi per sicurezza dei propri dati personali.
“Gli installatori e i costruttori edili dimostrano una conoscenza limitata di prodotti e servizi e hanno realizzato finora pochi progetti. – commenta Angela Tumino – Gli architetti hanno una buona consapevolezza della rilevanza del tema, ma una conoscenza ancora superficiale. I produttori di domotica dovranno mettersi sempre più in gioco in prima persona e attribuire i giusti ruoli ai diversi attori coinvolti, facendosi carico delle attività di comunicazione per rafforzare il legame diretto con il consumatore finale”.
Sotto questo aspetto, il ruolo rassicurante e informativo che possono svolgere le compagnie assicurative è dunque fondamentale non solo per favorire il business delle stesse compagnie, ma la diffusione delle soluzioni smart home in generale.