La blockchain ci salverà dai contenziosi RC Auto, l’Italia sperimenta

Il settore più delicato dell’insurance, il contenzioso dell’RC Auto, è quello scelto da Ania per far partire la prima iniziativa italiana che mette alla prova la tecnologia blockchain. Per fine anno attesi gli esiti di oltre 200 controversie

Pubblicato il 29 Giu 2018

gestione sinistri

Che la tecnologia blockchain sia la nuova piattaforma digitale di riferimento per i servizi finanziari, assicurazioni comprese, è oramai un fatto sotto gli occhi di tutti, di cui spesso abbiamo parlato. Va riconosciuto che in principio sono state le società startup a cercare di mettere a punto applicazioni concrete utili per il settore insurance, l’ultima è stata la cinese Zhong An (l’insurtech più potente al mondo) che sta lavorando con i servizi amministrativi dei 100 ospedali partner per portare su blockchain i dati sanitari e assicurativi dei pazienti e provvedere così all’erogazione automatica dei rimborsi.

Ma è arrivato il momento per le Compagnie di sperimentare in ambito blockchain, chi meglio di loro può sapere in quali particolari ambiti tale tecnologia può portare maggior valore ed esprimere tutto il proprio potenziale, migliorando i processi, la scirezza, i servizi?

Uno di questi ambiti è quello dello smart contract, ma non solo. Il settore dei contenziosi è sicuramente centrale, in particolare nell’RC Auto (che è il più corposo). E’ quello che pensa Ania, l’Associazione nazionale delle Compagnie, presieduta da Maria Bianca Farina, che ha recentemente promosso un’iniziativa che vede la collaborazione di Reply e Cetif – Università Cattolica e a cui hanno aderito Ivass, l’istituto di controllo del settore, e 8 compagnie assicurative.

L’obiettivo è creare un ADR – Alternative Dispute Resolution – su tecnologia blockchain che permetta di risolvere le controversie in via stragiudiziale, quindi senza ricorrere al Tribunale. Il test sarà effettuato su 200-250 casi: la Compagnia e il legale del cliente utilizzerano una piattaforma ad hoc per interloquire, inserendo sulla piattaforma richieste e proposte anche economiche fino alla chiusura del contenzioso, ma con un limite massimo di cinque tentativi. In caso di raggiunto accordo, la piattaforma rilascerà automaticamente il contratto certificato che dichiara la soluzione o, in mancanza di accordo, un contratto che ribadisce la distanza tra le parti.

Entro fine anno sono attesi i risultati di questa prima tranche di contenziosi ‘risolti’ via blockchain.

Se, come ci si attende, la sperimentazione darà risultati positivi, i benefici saranno enormi.

Secondo indagini IVASS (2016), le cause pendenti civili e penali (RC Auto e natanti) sono oltre 247mila e si tratta di meno del 10% degli incidenti totali denunciati (in aumento le cause rispetto al passato); inoltre i tempi di chiusura sono lunghi, le cause relative a sinistri possono durare anni, sia nel civile che nel penale.

I costi del contenzioso

L’importo a riserva per le cause pendenti a fine 2016 è stato pari a 6.849 milioni di euro, il 35% della riserva complessiva del ramo RC Auto. “Gli accantonamenti medi (a riserva) per i sinistri in contenzioso”, spiega in una nota l’IVASS, “crescono in modo sensibile con il passare degli anni e questo rappresenta un ulteriore elemento di costo del comparto RC Auto. Il contenzioso penale, pur relativo a un numero molto contenuto di cause (2.424 a fine 2016, l’1% del totale), presenta un importo a riserva proporzionalmente elevato (535 milioni di euro, pari all’8% della riserva per contenzioso)”. Per quanto riguarda invece la spesa per le cause di secondo e terzo grado, si parla di 45.526 euro per quelle civili e 220.875 euro per il comparto penale.

Ben venga dunque un sistema blockchain in grado di agevolare le soluzioni delle controversie fuori dai Tribunali e in tempi rapidi. E’ evidente che se ne gioverebbero consumatori, gli assicuratori e anche il sistema legale nel suo complesso.

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