Appare ormai evidente che l’Italia è indietro rispetto agli altri Paese Europei in termini di innovazione e Digital Transformation, la crescita è lenta e la capacità produttiva del Paese scarsa. Sono tempi sfidanti per le realtà innovative e le startup tecnologiche, e in generale per le imprese è sempre più difficile ritagliarsi la propria quota di mercato.
La principale causa è legata alla mancanza di investimenti spinti dal Sistema Italia, l’agenda del governo non pone la priorità sul creare le condizioni necessarie allo sviluppo innovativo del territorio, a differenza di quanto avviene in altri Paesi occidentali leader della crescita. A questo si aggiunge l’incapacità diffusa delle piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura principale del tessuto economico nazionale, di investire in innovazione.
Inoltre, le varie industrie sono orientate a produzioni tradizionali a basso impatto tecnologico, ostacolando innovazione e quindi competitività con altri mercati. Il “Digital Economy and Society Index” redatto ogni anno dalla Commissione europea ci posiziona al 18° posto su 28, e considerando che la nostra è la terza economia dell’UE per dimensioni, i progressi non sono ancora sufficienti.
Il problema del gap di competenze digitali in Italia
A ostacolare la crescita italiana è anche il gap di competenze con altri Paese avanzati, come Italian Insurtech Association abbiamo registrato un profondo mismatch tra i percorsi di studio favoriti dai giovani in Itala e le esigenze del mercato, un dato allarmante. Domanda e offerta di lavoro non si incontrano e questo si traduce in un aumento della disoccupazione tra i laureati nella fascia d’età 25-39 anni che oscilla tra l’8 e il 13%.
Purtroppo il progresso corre più veloce della formazione e lo sviluppo di nuove tecnologie sta avendo un impatto profondo sull’economia costringendo tutte le industry, compresa quella assicurativa, a reinventarsi.
In particolare, il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale ha accelerato la corsa all’innovazione, piattaforme di OpenAI, come ChatGPT, stanno riscrivendo il mondo del lavoro; proprio di recente IBM, uno dei principali player sul mercato informatico, ha annunciato che bloccherà 7.800 assunzioni in ruoli dove può essere applicata l’intelligenza artificiale. Questa notizia fa paura e rischia di far implodere l’industria, ma non bisogna lasciarsi spaventare, ci troviamo davanti un cambio di paradigma e promuovere l’innovazione e le competenze digitali diventa indispensabile per i player italiani per tenere il passo, bisogna muoversi in fretta.
In questo scenario l’industria assicurativa gioca un ruolo strategico per accelerare la digitalizzazione del Paese, infatti oggi rappresenta oltre il 7% del prodotto interno lordo Italiano, è fortemente integrata con qualsiasi altro settore industriale e impiega quasi 400.000 persone sul territorio nazionale. Inoltre, se si pensa che solo nel 2021 il comparto assicurativo ha raccolto premi per 130 miliardi di euro, e raggiunto investimenti per oltre un miliardo di euro, si capisce il peso sull’economia italiana e la spinta che può dare all’evoluzione del mercato.
Gli investimenti in insurtech sono un fattore trainante per la crescita dell’Italia
Investire per svecchiare settori essenziali ma legati a logiche e dinamiche ormai obsolete, come quello assicurativo, è un passaggio necessario per l’evoluzione del Paese, che altrimenti potrebbe non decollare.
La digitalizzazione della filiera, e quindi l’insurtech, sarà un fattore trainante per la crescita italiana e contribuirà a intercettare e rispondere alle esigenze del mercato domestico, ormai consapevole della necessità di abbracciare la digitalizzazione.
Il numero di consumatori che ogni anno acquistano polizze assicurative ricorrendo a strumenti digitali, circa il 47%, è sintomatico di questo trend. Inoltre, l’incremento degli investimenti in insurtech, passati da 50 milioni di euro nel 2020 a 450 nel 2022, indica che siamo sulla strada giusta.
Il bisogno di soluzioni assicurative legate alla quotidianità, come la diffusione di ecosistemi digitali, la micro mobilità, salute, auto e casa connesse, la sharing economy, e la nascita di nuovi servizi proposti da player non assicurativi, come banche, utilities, grande distribuzione ed e-commerce, accelererà la corsa all’innovazione.
Proprio la capacità di innovare legata alle esigenze personali dei consumatori permetterà all’industria assicurativa di penetrare il mercato in maniera più profonda aiutando i consumatori a vivere meglio e con maggiore sicurezza la propria quotidianità.
Prodotti digitali possono contribuire enormemente non solo in termini economici ma anche sociali, offrendo ai cittadini coperture assicurative personalizzate e che possano adattarsi a qualsiasi situazione, da una partita di calcio a una pioggia improvvisa durante le vacanze estive. Oppure possono offrire soluzioni di prevenzione in ambito salute, cambiando l’atteggiamento passivo delle compagnie a un approccio “from cure to care”.
In ultimo, l’adozione di strumenti digitali potrà snellire tutto il processo burocratico alla base della sottoscrizione di polizze, rendendo più facile l’acquisto di prodotti assicurativi e agevolando i consumatori.
In questo scenario l’integrazione dell’offerta assicurativa all’interno di servizi e prodotti non assicurativi, per incontrare esigenze personali dei consumatori, fornirà la spinta decisiva per la crescita del mercato assicurativo e avrà un impatto enorme su tutte le altre industry.
La filiera assicurativa ricopre un ruolo strategico proprio per la capacità di porsi tra mercati diversi e soddisfare esigenze sia delle compagnie che dei clienti. Per questo motivo la collaborazione tra player assicurativi e non solo sarà determinante per la crescita del Paese, grazie alla capacità di confrontarsi e scambiare know how e competenze necessarie, influenzando reciprocamente e in modo virtuoso diversi mercati.
Come incentivare gli investimenti insurtech?
Ora la sfida sarà intervenire con un’adeguata strategia di investimenti per sviluppare nuovi prodotti e servizi per intercettare un nuovo tipo di domanda.
Inoltre, è necessario operare un cambio culturale per abbracciare pienamente la trasformazione del settore grazie alla diffusione di programmi di formazione per educare sia i professionisti che i consumatori alle opportunità offerte dalla tecnologia.
Per questo motivo come Italian Insurtech Association ci impegniamo sin dalla nostra fondazione nel promuovere il progresso dell’innovazione assicurativo attraverso la formazione tecnica, la condivisione di best practice tecnologiche, generazione di sinergie tra gli associati e i fornitori di tecnologia e il confronto con le istituzioni nazionali e internazionali.
Il Manifesto 2023 che abbiamo presentato recentemente riflette queste urgenze: resta prioritario stimolare maggiori investimenti in insurtech, ma bisogna combinare nuove idee e innovazioni tecnologiche, dei processi e dell’organizzazione. Sarà necessario che i grandi player collaborino all’interno dell’ecosistema per lavorare in sinergia e uscire dal “nanismo” del mercato insurtech italiano nei confronti di quelli di altri Paesi Europei, evitare di rimanere impantanati in una situazione di stagnazione e che la rivoluzione avvenga a macchia di leopardo, serve maggiore ambizione e maggiore determinazione.
Articolo originariamente pubblicato il 18 Mag 2023