Internet of things: in Italia cresce bene, nel 2015 + 30%

Il mercato vale già 2 miliardi di euro, secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. E per il 2016 si prevede uno sviluppo importante grazie a contatori gas e auto connesse

Pubblicato il 18 Apr 2016

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L’Italia rispone molto bene al mondo di opportunità che si apre nella Internet of Things, e a dirlo sono i dati: nel 2015 rispetto al 2014, il mercato IoT italiano è cresciuto del 30%, trainato da contatori gas e auto connesse. E per il 2016 si attende una crescita importante anche per Smart Home, Smart City e Industrial IoT.

E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net), presentato nei giorni scorsi a Milano nell’ambito del convegno “Internet of Things: il futuro è già presente!”.

A fine 2015 il mercato IoT ha raggiunto in Italia i 2 miliardi di euro, nell’ambito dei quali contatori gas (25%) e auto connesse (24%) sfiorano da soli il miliardo di euro di valore. Infatti, il principale segmento di mercato è costituto dalle soluzioni di Smart Metering (i contatori intelligenti per la misura dei consumi) e di Smart Asset Management nelle utility (la gestione in remoto per rilevare guasti, manomissioni, localizzazione, etc.), sostenute dagli obblighi normativi che hanno portato a un parco di 350.000 contatori gas già installati per le utenze industriali e 1,2 milioni per quelle residenziali.

Segue la Smart Car, con 5,3 milioni di auto connesse in Italia, un settimo del totale parco circolante: nella maggior parte dei casi (88% dei veicoli) la connettività è garantita da box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative, anche se stanno crescendo velocemente (+135%) le auto nativamente connesse. Una nuova auto su cinque immatricolata in Italia è infatti dotata di connettività nativa a bordo, con la possibilità di aggiungere altri servizi oltre alla chiamata di emergenza. Stanno quindi cambiando i rapporti di forza tra gli attori (produttori, rete di assistenza, operatori telematici, assicurazioni) e il box assicurativo non sarà più solamente venduto e installato ex post sul veicolo, ma potrà essere incorporato in fase di produzione.

Le soluzioni per la Smart Home sono tra le più interessanti per quanto riguarda l’adozione da parte dell’utente: il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home, il 33% in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’indagine rivela anche come solo un consumatore su cinque disponga già oggi di almeno un oggetto intelligente nella propria abitazione e le intenzioni di acquisto sono lontane nel tempo: solo il 25% di chi dichiara di voler comprare un prodotto lo farà entro 12 mesi.

Oltre alla tradizionale filiera della domotica, le soluzioni per la Smart Home sono veicolate ai consumatori tramite sempre più canali, attraverso retailer, produttori e assicurazioni. Il canale online è ben presidiato con l’89% dei prodotti acquistabile su internet. Si amplia l’offerta assicurativa, dalle sole due assicurazioni attive nel 2014 alle cinque attuali. Ma la vera novità è la discesa in campo dei retailer tradizionali, che nel 2016 consentirà alla Smart Home di “mettersi in mostra” nei negozi. In questo contesto, la filiera tradizionale della domotica deve lavorare per mantenere una posizione di rilievo nel mercato.

Leggi del report integrale in questo articolo.

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