L’Internet of Things (IoT) è un fenomeno affascinante che sta diventando sempre più centrale nel business delle aziende, nelle scelte di investimento della Pubblica Amministrazione e nella vita di tutti i giorni dei cittadini, con molteplici suggestioni in tutti i campi della vita e dell’attività di impresa, proprio per la vastità degli “oggetti” che possono essere potenzialmente messi in rete.
A partire dallo scorso anno abbiamo registrato, nell’ambito della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things (www.osservatori.net), un cambio di passo che ha portato l’IoT a passare da elemento di interesse per alcune nicchie di mercato a elemento centrale del business, con la prospettiva di divenire un fenomeno ancora più dirompente nei prossimi anni. Ciò è testimoniato dal proliferare di nuove divisioni aziendali specificamente dedicate all’IoT, dal tasso di crescita dei finanziamenti ricevuti da startup IoT (superiore al 90% annuo) e dall’entrata in questo mercato di grandi player globali che dominano il mercato consumer (ad esempio Amazon, Apple, Google, PTC, Samsung), in molti casi anche tramite acquisizioni di startup.
Sono diversi gli elementi che spiegano questa accelerazione, ma uno domina su tutti: l’innovazione abilitata dall’Internet of Things consente di creare valore facendo leva su nuove filiere e nuovi modelli di business, che si dispiegano a partire dai dati provenienti dagli oggetti connessi. Gli esempi in questo senso fanno riferimento a diversi ambiti applicativi: dalla Smart City, in cui nuove infrastrutture di comunicazione IoT consentono lo sviluppo di servizi innovativi a beneficio di cittadini e Pubbliche Amministrazioni, alla Smart Home, dove i dati raccolti possono essere utilizzati direttamente dagli utenti (ad esempio per ridurre i consumi energetici) oppure da società terze che forniscono servizi aggiuntivi (come nel caso delle assicurazioni), fino alla filiera agroalimentare, che ha ricevuto rinnovata attenzione grazie alla straordinaria vetrina offerta da Expo 2015, con benefici in termini di tracciabilità e ottimizzazione nell’uso delle risorse di coltura.
Bastano pochi dati per dare una misura della portata del fenomeno IoT: gli ambiti applicativi più consolidati contano nel 2014 in Italia oltre 8 milioni di oggetti connessi tramite rete cellulare (+33% rispetto al 2013) e muovono un valore di mercato pari a 1,15 miliardi di euro (+28% rispetto al 2013). Se aggiungiamo i 400 milioni di euro del mercato basato su oggetti connessi con reti diverse da quella cellulare (ad esempio Wireless M-Bus, WiFi) si raggiunge un totale di 1,55 miliardi di euro.
Il 2014 è stato caratterizzato da forti movimenti in tre ambiti applicativi che sosterranno la crescita dell’IoT in Italia (e non solo). In primo luogo la Smart Car, in cui non si arresta la diffusione dei box GPS/GPRS installati con finalità assicurative, in attesa dell’arrivo di auto connesse in modo nativo dalla produzione; in secondo luogo la Smart Home, ambito in cui si assiste alla proliferazione di nuovi attori, prodotti e servizi basati sulle informazioni raccolte dagli oggetti connessi presenti in casa; infine, lo Smart Metering gas, che costituisce nell’immediato una opportunità concreta verso lo sviluppo di progetti in ambito Smart City in Italia.
Oltre a ciò, focalizzando l’attenzione sugli ambiti IoT che si trovano ancora in uno stato sperimentale, spiccano tre fenomeni che meritano di essere monitorati nei prossimi anni. In primis i dispositivi Wearable, con una offerta sempre più articolata veicolata da grandi aziende e startup, a cui tuttavia non corrisponde ancora una chiara value proposition. In secondo luogo l’ambito Smart Factory, favorito dalla ripresa industriale e dall’enfasi posta da grandi programmi nazionali sull’aumento della competitività del settore manifatturiero. Infine, la vetrina di Expo 2015 ha riportato sotto i riflettori la filiera alimentare. In questo contesto, l’IoT offre grandi potenzialità non solo in termini di tracciabilità dei prodotti, ma anche per la gestione delle attività agricole (Smart Agriculture).