Internet of Things, a che punto siamo in Italia

Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, in una videointervista fa il punto sullo scenario nazionale. C’è movimento soprattutto nelle utility e nel segmento delle smart car, legato alle assicurazioni

Pubblicato il 20 Giu 2016

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In una video intervista di Internet4Things, testata del gruppo Digital360, Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano illustra i dati e i driver dello scenario italiano nella internet degli oggetti, che manifesta molto dinamismo.

Il movimento sul mercato è determinato soprattutto dalle utility, ma una crescita evidente si registra sul fronte delle “smart car”, ovvero le auto connesse, sia per quanto riguarda le applicazioni legate al settore assicurativo come le “scatole nere”, sia per le auto che sono nativamente connesse. Ci sono già 5 milioni di smart car in Italia (tra black box e nativamente connesse), per un valore di mercato di mezzo milirado di euro. Ecco la videointervista.

Tumino a Internet4Things: l'IoT abilita lo sviluppo di modelli "pay per use"

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Già in occasione della presentazione dei dati dell’Osservatorio IoT lo scorso aprile, la Tumino aveva sottolineato come il vero potenziale dell’IoT sia nei dati, nello sviluppo di nuove opportunità di business, spesso del tutto originali e inedite rispetto ai business model tradizionali delle imprese stesse. Un esempio importante è rappresentato dalle logiche di pricing collegate al “pay-per-use”. Una opzione questa che ha visto diverse esperienze nell’ambito delle compagnie assicurative con la possibilità di agganciare il valore della polizza ai chilometri percorsi. Ma lo stesso principio, basato sempre sui dati relativi ai chilometri percorsi, può essere applicato anche a un bene decisamente “fisico” come i pneumatici che possono essere venduti a loro volta sulla base della percorrenza, quindi non più come prodotto ma come servizio.

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