“Ho lasciato una compagnia assicurativa per fondare una compagnia assicurativa”. Così, in diverse occasioni ha detto di sè Phoebe Hugh (segnalata da Forbes tra le 10 imprenditrici londinesi sotto i 30 anni emergenti), co-founder insieme a Chris Wessels, di Brolly, insurtech britannica che in unico round d’investimento e da un unico investitore ( Entrepreneur First) ha raccolto lo scorso settembre oltre 13 milioni di dollari.
La caratteristica di Brolly è di offrire un servizio a tutto tondo, che definiscono di “concierge assicurativa” , che si compone di 3 elementi:
– Brolly Advisor, lo strumento principe basato su intelligenza artificiale, che arriva a capire le esigenze assicurative dell’utente, che gli indica se è sotto-assicurato o eccessivamente assicurato, se vi sono tra le sue polizze delle ridondanze, e mette in evidenza tutti i prodotti assicurativi personali che gli potrebbero ancora essere utili. E’ un robo-advisor che sostituisce il broker in carne e ossa tradizionale.
– Brolly Locker è invece il “deposito” virtuale in cui memorizzare tutte le polizze, anche di diverse compagnie, che l’utente possiede. Tutti i contratti, le scadenze, i premi, i numeri di telefono sono sempre a disposizione per i bisogni dell’utente. E quando si acquista una nuova polizza attraverso Brolly shop, essi sarà memorizzata nel Brolly Locker immediatamente.
– Brolly shop, non ancora attivo ma lo sarà entro il 2017, permetterà di acquistare una copertura assicurativa in pochi secondi.
“Brolly è stato pensato per la generazione dello smartphone, che desidera un’esperienza utente veloce e senza disagi. – afferma la società nel proprio sito – In un mondo dove Uber, Airbnb, WhatsApp e Google stabiliscono lo standard, i clienti richiedono lo stesso livello di facilità e semplicità da qualunque altra cosa, assicurazione compresa”.
In sostanza, ciò che fa Brolly è ridefinire l’intera esperienza utente dal momento dalla fase di pre-acquisto, all’acquisto, alla gestione. Non si occupa della gestione claim.
Il servizio è in qualche modo rivolto anche portare ordine nel caos “assicurativo” che può vivere, anche con frustrazione il cliente: come suggerisce la fondatrice in questo articolo, prima dell’era digitale per i bisogni assicurativi delle persone c’era solo una scelta, cioè rivolgersi a un broker. Che di fatto gestiva tutto. Con la digitalizzazione, e sopratutto con la digitalizzazione un po’ a metà in cui siamo immersi ora (per lo meno in ambito insurance), le persone si ritrovano ad avere diverse polizze, ottenute attraverso diversi canali, alcuni digitali, altri fisici, tutto è molto frammentato e complicato da gestire.
“La gestione delle polizze assicurative è diventata fatalmente frammentata, e non esiste un portafoglio visuale. Tutto passa attraverso la posta elettronica o la carta o un portale on-line, tra i quali non c’è punto di contatto” ha detto Hugh.
“Il più grande problema che deriva da questo è l’inerzia, così si finisce per non gestire le cose, per pagare il doppio, e non si sarà premiati per la fedeltà, ma rimproverati (ndr. per un ritardo, per esempio). Questo è il mercato oggi e quello che vogliamo fare con Brolly è dare una soluzione”.