A fine 2021 in Italia si contano 130 realtà innovative Insurtech: il 64% sono Insurtech in senso stretto, focalizzate sull’offerta di servizi assicurativi, mentre il 36% rientrano nell’ambito Tech Insurance, ossia offrono tecnologie per gli attori del settore assicurativo. 120 milioni di euro i finanziamenti complessivamente raccolti da tutte queste realtà.
Sono dati provenienti dalla ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano presentata al convegno “Fintech & Insurtech: è ora di puntare sulla collaborazione!” tenutosi il 14 dicembre.
Buona parte di queste realtà (66%) hanno sede nel Nord Italia, con un 28% tra Centro e Sud e una piccola quota del 6% con sede all’estero. Per quanto riguarda la distribuzione dei capitali raccolti, oltre metà (54%) sono sempre al Nord, con una considerevole fetta deò 25% destinata invece alle realtà all’estero.
Risultati che ancora mostrano forti margini di miglioramento e delineano il quadro di un settore che sta cominciando a muoversi ma ha molta strada da fare.
“Il valore di capitali raccolti è certamente significativo, ma si può e deve fare di più, soprattutto alla luce della rilevante concentrazione della raccolta in poche realtà” è il commento di Laura Grassi, Direttrice dell’Osservatorio Fintech & Insurtech. “È evidente infatti come l’accesso ai fondi delle Fintech e Insurtech sia ancora limitato e la provenienza dei capitali sia prevalentemente locale, segno che Venture Capital e fondi esteri non hanno ancora riconosciuto alto potenziale in queste realtà o trovato il modo per intercettarle. Inoltre, si evidenzia un’alta concentrazione delle quote azionarie in posizioni di controllo: per le nuove sfide della crescita è importante avere compagni di viaggio imprenditoriale che possano apportare conoscenze e competenze, al di là dei capitali”.
“Non voglio lasciare un messaggio di pessimismo, ma spronare tutte le realtà a fare di più” ha precisato Marco Giorgino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio, “Oggi in Italia vediamo pochi operatori molto attivi e il resto del sistema, per così dire, “a rimorchio”.”
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