INNOVAZIONE

Insurtech Investment Index 2022: ancora troppo pochi gli investimenti in startup

Nonostante il mercato italiano insurtech cresca, l’Insurtech Investment Index 2022 di Italian Insurtech Associaton con l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano mostra un punteggio di 14/30, in diminuzione rispetto ai 20/30 dello scorso anno. La causa? Rallentano gli investimenti in startup innovative

Aggiornato il 09 Mag 2023

invesntimenti insurtech investment index 2022

Insurtech in Italia, bene ma non benissimo. Con 450 milioni di euro di investimenti insurtech nel 2022, il mercato italiano sembra aver raggiunto un buon livello di maturità. Tuttavia, l’Insurtech Investment Index 2022 dell’Italian Insurtech Association con il Politecnico di Milano mostra un punteggio di 14/30, in diminuzione rispetto ai 20/30 dello scorso anno.

“Gli investimenti in progetti insurtech interni delle compagnie stanno crescendo in linea con quelle che erano le nostre attese, così come lo sviluppo di partnership tra le compagnie e player insurtech. Purtroppo non sta avvenendo altrettanto per quel che riguarda gli investimenti in startup.” ha dichiarato Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA.

Che cos’è l’insurtech investment Index

Ideato dall’Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione che riunisce oltre 200 player del settore assicurativo, ed elaborato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, l’Insurtech Investment Index monitora lo stato di avanzamento degli investimenti e il grado di innovazione del settore assicurativo in Italia.

È quest’anno giunto alla terza edizione, e per la prima volta sentenzia un’insufficienza per gli investimenti nel settore, dopo il 18/30 del 2020 e il 20/30 del 2021.

Insurtech Investment Index 2022: investimenti in startup insufficienti

Nella sua terza edizione l’Insurtech Investment Index, che ha coinvolto come di consueto i principali protagonisti del settore, evidenzia che gli investimenti non hanno nel 2022 pienamente soddisfatto le aspettative di crescita.

Questo nonostante il mercato nel suo complesso stia progredendo, come si evince dal fatto che il 27% degli intervistati ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento in una startup o PMI insurtech nell’ultimo anno (numero in linea con i dati raccolti nel 2021) e il 75% del campione afferma di aver avviato almeno una partnership con realtà tecnologiche.

La causa principale del punteggio negativo è da attribuirsi al rallentamento degli investimenti in startup innovative, rispetto alle medie internazionali. Secondo i dati di IIA, infatti, negli ultimi 30 mesi sono stati investiti in Italia circa 120 milioni di euro in startup insurtech, mentre negli altri Paesi Europei gli investimenti in startup sono stati circa 10 volte superiori.

“Le motivazioni del basso punteggio ottenuto nell’Index di questo anno sono proprio da ricercare nel mancato sviluppo del mercato startup in Italia, ancora arretrato rispetto i vicini Paesi, come UK, Francia e Germania in cui gli investimenti in realtà innovative sono nettamente superiori” spiega Ranucci. “Nonostante quindi la buona crescita del mercato nostrano, trainata principalmente dagli investimenti in progetti interni alle compagnie, la difficoltà ad aumentare gli investimenti in startup non ci consente di fare quel cambio di passo necessario per ridurre il gap esistente con gli altri Paesi europei.”

“Come già riportato nell’ultima edizione del Manifesto di IIA, ci auspichiamo di vedere aumentare ulteriormente gli investimenti in insurtech, toccando quota di un miliardo di euro entro fine 2024. Appare chiaro che per ottenere questo risultato sarà fondamentale creare sinergie tra tutti i player coinvolti, dalle compagnie, ai ventur capital, sino alle startup, che devono essere in grado di rispondere all’appello di un mercato alla ricerca della svolta tecnologica.”

Insurtech in Italia, crescono i canali digitali

Dalle indagini dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano emerge inoltre come la crescita di investimenti interni rifletta la percezione e l’utilizzo di servizi insurtech da parte degli utenti. Infatti, l’acquisto di coperture assicurative avviene sempre di più attraverso canali digitali. L’87% dei consumatori che ha acquistato o rinnovato una polizza viaggio nell’ultimo anno lo ha fatto prevalentemente online, l’89% ha acquistato online una polizza assicurativa per dispositivi elettronici, mentre l’80% ne ha acquistata una per la cybersecurity tramite canali digitali.

Si riscontra una maggiore penetrazione digitale anche per quei comparti consolidati come ramo auto/moto, salute e casa, rispettivamente il 55%, il 58% e il 52% degli assicurati ha acquistato una polizza prevalentemente online, mentre il ramo vita resta legato a modalità tradizionali, con solo il 36% dei consumatori che ha utilizzato canali digitali.

Il contributo dell’embedded insurance

La tendenza sempre più diffusa a utilizzare canali digitali ha spinto le principali compagnie assicurative a muoversi per rispondere alle sfide tecnologiche e alle esigenze di consumatori sempre più digitali, e offrire loro prodotti assicurativi attraverso canali di vendita online e/o non assicurativi.

Modelli di Embedded insurance accelerano questo passaggio: il 45% dei consumatori che hanno acquistato una polizza viaggio nel 2022 lo ha fatto tramite siti di Travel; il 35% di chi ha acquistato una polizza auto lo ha fatto direttamente dal concessionario.

Investimenti insurtech 2023, le priorità delle compagnie assicurative

Infine, secondo la ricerca, per il 37% delle compagnie assicurative che hanno partecipato all’indagine la priorità per il 2023 sarà la realizzazione di partnership con realtà insurtech. La creazione di progetti interni sarà invece la priorità per il 29% dei player intervistati, mentre per il 26% gli investimenti in startup o PMI Insurtech rappresenteranno le maggiori operazioni di rilievo.

Si mantiene alta l’attenzione riguardo investimenti in tecnologie: l’80% del campione prevede di concentrare gli investimenti per l’automatizzazione della gestione di sinistri e processi di back office.

Articolo originariamente pubblicato il 09 Mag 2023

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