La crescita dell’Insurtech in Italia sembra finalmente partita: nel 2021 gli investimenti si attestano a 280 milioni di euro, contro i 50 di tutto il 2020, con un incremento del 460%. Un trend confermato dai dati del quarto trimestre con 140 milioni di euro di investimenti, sulla scia della forte crescita già riscontrata nel terzo trimestre, che si era chiuso con 80 milioni di euro, contro i 60 milioni di euro che hanno caratterizzato i primi sei mesi dell’anno. È quanto emerge dall’Investment Index che Italian Insurtech Association ha realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano.
“Se il 2020 è stata l’anno della consapevolezza, con 75% dei CEO che hanno dichiarato di avere Insurtech fra le priorità (contro il 45% del 2019), il 2021 è finalmente anno di crescita degli investimenti” commenta Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA-Italian Insurtech Association. “Tale crescita va comunque ponderata con lo stato delle geografie a noi prossime- in Francia siamo oltre 1,3 miliardi con investimenti oltre 4 volte gli investimenti in Insurtech in Italia – e con il fatto che il 25% degli investimenti proviene dall’estero, percentuale destinata ad aumentare con il tempo.
Nonostante questo, è sempre più vicino l’obiettivo di Italia Insurtech Association di 1 miliardo di investimenti in Insurtech nel 2023, e siamo contenti di aver aiutato l’industria finora sia in termini di consapevolezza che di recupero degli investimenti. In quest’ottica il 2022 è un anno cruciale e ci aspettiamo non solo raddoppio degli investimenti ma effettiva creazione di valore per il nuovo cliente assicurativo digitale”
A trainare la continua crescita del settore nell’ultimo trimestre del 2021 sono stati gli investimenti in startup, sviluppo di progetti Insurtech da parte di compagnie, intermediari tech e digital player, progetti di collaborazione su crossover digitali. In particolare hanno pesato gli investimenti da parte di aziende – compagnie assicurative, start up e intermediari – e fondi di investimento stranieri, pari al 25% del valore registrato dal mercato Insurtech quest’anno. Questa tendenza è confermata dalle stime sul 2022, in cui si prevede di raddoppiare gli investimenti, arrivando a oltre mezzo miliardo di euro.
Nonostante questa forte accelerata, il volume degli investimenti in Italia in Insurtech risulta tuttavia ancora insufficiente rispetto degli altri Paesi Europei. Infatti, la stima degli investimenti in Insurtech da parte della Francia per il 2021 è di 1,3 miliardi di euro, mentre Gran Bretagna e Germania arriveranno a superare 1,5 miliardi di euro.
Il gap principale si registra negli investimenti in startup Insurtech, dove a livello mondiale, nel 2021 sono stati investiti 15 miliardi di dollari, mentre in Europa la cifra si aggira intorno ai 3,5 miliardi di dollari sull’intero anno e in Italia nell’ordine di meno 20 milioni di Euro. Gli investimenti in Insurtech realizzati in Italia hanno riguardato principalmente lo sviluppo dell’offerta di prodotti e servizi (40%), dalla distribuzione di polizze (25%), investimenti in tecnologie e piattaforme tech (25%) e da ultimo la gestione sinistri (10%). Va sottolineato inoltre che a trainare gli investimenti in Insurtech nel nostro Paese sono solo 6 compagnie su 10, particolarmente attive a perseguire progetti di innovazione. Ed è proprio questo uno dei principali ostacoli da superare per far decollare gli investimenti in Insurtech e accelerare il processo di innovazione dell’intero settore assicurativo nel nostro Paese.
Dalla ricerca emerge inoltre come sia composto l’ecosistema insurtech in Italia: si contano 130 realtà innovative, suddivise in due categorie: il 64% sono Insurtech in senso stretto, ossia offrono servizi assicurativi, mentre il 36% Tech Insurance, ossia offrono tecnologie per gli attori del settore assicurativo. Sebbene il valore dei capitali raccolti sia importante, il mercato risulta poco dinamico, soprattutto in considerazione della rilevante concentrazione degli investimenti nelle mani di pochi attori.
“La trasformazione è cominciata, ma resta un forte gap da colmare rispetto a quanto avviene a livello internazionale in termini di investimenti in startup. Possiamo e dobbiamo fare di più” sottolinea Ranucci. “Serve in primis un cambio di mentalità: una visione di lungo periodo e una maggiore propensione culturale al rischio, senza fermarsi all’immediato ritorno degli investimenti. È fondamentale continuare ad aumentare gli investimenti attraverso la creazione e acquisizione di competenze digitali da parte di tutti gli operatori della filiera, maggiori sperimentazioni e collaborazioni, creazione di poli Insurtech, sviluppo di un modello open”.