Insurtech, a che punto siamo a fine 2020? Con l’avanzare della trasformazione digitale, il 2020 ha visto una forte crescita della domanda di servizi digitali, anche nel settore assicurazioni.
Tre sono stati in particolare i trend che hanno definito l’insurtech nell’anno 2020: l’avvento del consumatore digitale, lo sviluppo dell’open insurance, e la nascita di una domanda specifica in settori inediti quali la mobilità urbana, il food delivery, la sharing economy e la salute connessa.
Il consumatore digitale rappresenta a fine anno il 31% circa del target assicurativo, contro il 12% nel 2010 e l’81% atteso nel 2030.
A fronte di queste esigenze di domanda crescente, tuttavia, l’offerta assicurativa digitale rimane ferma all’1,5% dell’offerta complessiva, con investimenti su startup insurtech più bassi in Italia rispetto ad altri Paesi (soltanto 10 milioni di dollari sui 600 milioni a livello Europa e i 5,5 miliardi globali, una cifra pari ad appena lo 0,2% sul totale).
L’insurtech è considerata una priorità soltanto per il 21% dei top manager italiani in ambito assicurativo, contro l’82% dei loro colleghi centro-Europei. Solo il 14% vede l’Open Insurance come priorità di business contro il 40% della media Europea.
Alla fine del 2020, nonostante l’accelerazione portata dalla pandemia, in Italia c’è ancora un grande gap da colmare tra domanda e offerta di servizi assicurativi digitali, nonché un’impellente urgenza a digitalizzare e ridisegnare i processi tradizionali per rimanere competitivi rispetto al sistema mondo.
La chiave di questo processo? Molta più collaborazione tra compagnie assicurative e startup innovative.
Leggi l’intervento integrale di Simone Ranucci Brandimarte, Presidente Italian Insurtech Association