Industria 4.0, le assicurazioni angeli custodi delle imprese

La digitalizzazione della manifattura, grazie anche all’Internet of Things, crea nuove opportunità. Ma per coglierle vanno rivisti i modelli di business. Il presidente dell’ANRA, Alessandro De Felice, vede un nuovo ruolo per le compagnie di fronte ai rischi dello scenario digitale

Pubblicato il 10 Apr 2017

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“L’impiego crescente dell’Internet of Things nei sistemi industriali, l’aumento della domanda di piattaforme cloud e l’analisi dei big data, sono fattori chiave che caratterizzano il nuovo assetto dell’Industria 4.0. Le fabbriche diventano intelligenti, sistemi interconnessi dove la produzione diventa smart, con livelli di automazione inimmaginabili solo pochi anni fa. Tutto questo modifica profondamente la geografia dei rischi e le tecniche di analisi e mitigazione tipicamente basate sugli studi predittivi e le modellizzazioni dei rischi. Questo nuovo scenario impone di prestare maggiore attenzione alle teorie dei sistemi complessi, e il risk management non fa eccezione come anche il mondo assicurativo, inteso sia in quanto modalità di gestione del proprio business che offerta di capacità di sottoscrizione dei rischi cyber.”

Così commenta Alessandro De Felice, Presidente di ANRA, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni, che raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali italiani, che si sono confrontati durante l’ultimo convegno organizzato da ANRA DALL’INDUSTRIA 4.0 ALL’IOT: COME L’INNOVAZIONE STA CAMBIANDO I RISCHI E L’INSURANCE BUSINESS”.

L’effetto della disruption tecnologica, come mette in evidenza Alessandro De Felice, è arrivata ormai a tutte le industrie anche quelle più tradizionali (comprese le assicurazioni) ed è un fatto che impone sforzi per adeguarsi ai cambiamenti ma anche grandi opportunità.

Una di queste grandi opportunità è rappresentata proprio da Industria 4.0 e IoT, wearable e big data: un’evoluzione digitale che nasconde però tante insidie, nuove minacce (e quindi nuovi bisogni, in particolare cyber risk) che vanno conosciuti e gestiti al meglio. Per De Felice, gestire al meglio significa prima di tutto per le compagnie cambiare se stesse.

“La gestione di coperture cyber ha impatti significativi sui processi core di una compagnia – prosegue De Felice – occorrono nuove competenze e capability di tipo tecnologico, attualmente non sempre presenti in organizzazioni del mondo assicurativo. La gestione del rischio legato all’innovazione tecnologica può essere affrontato attraverso una comune visione e un lavoro sinergico di vari attori, del mondo industriale, finanziario, istituzionale, dove le compagnie assicurative possono diventare angeli custodi delle imprese digitalizzate. A patto che le compagnie stesse diventino molto più high-tech, smart e integrate per inquadrare al meglio nuovi bisogni e rischi.”

Un tema, quello delle opportunità offerte alle assicurazioni dal campo della sicurezza informatica, di cui abbiamo recentemente parlato nell’articolo “Industria 4.0, il ruolo delle assicurazioni? Ridurre la paura”, in cui si poneva l’accento su come le compagnie possano non solo cogliere un’opportunità di business, ma supportare le aziende italiane che, visti i ritardi del passato, stanno ora affrontando un salto enorme: da livello digitalizzazione zero o poco più, direttamente a industria 4.0.

“Analizzando le fonti e indagini più recenti sul tema cyber security – dice ancora De Felice – emerge il dato inequivocabile che solo una grande azienda su due ha un manager per la gestione della sicurezza informatica. E addirittura solo un’impresa su sei dispone di un piano pluriennale di difesa con riferimenti al piano industriale, anche se questo numero arriva al 58% tra le grandi società quotate. Troppo spesso manca una cabina di regia che organizzi difese efficaci in un’ottica di medio-lungo periodo e le sottoscrizioni delle polizze assicurative contro i cyber-rischi e i danni causati a terzi sono ancora basse, in quanto vengono siglate solo da un’impresa italiana su sette. Un quadro questo che mostra come la cultura del rischio cyber sia ancora troppo lacunosa, nonostante proclami ad effetto che leggiamo costantemente sui media. Come Associazione da anni affrontiamo anche questa specifica minaccia in corsi e seminari dedicati, e forti delle competenze maturate mettiamo a disposizione di aziende e professionisti percorsi finalizzati a strutturare in modo consapevole e informato l’infrastruttura di base per la gestione dei rischi cyber”.

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