IDC, il digital divide tra imprese sempre più profondo

Secondo gli analisti di International Data Corporation la trasformazione digitale sta scavando un solco tra le imprese che investono nell’evoluzione tecnologica più avanzata e quelle legate a logiche tech più tradizionali.

Pubblicato il 08 Gen 2018

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La digital transformation avanza, ma non alla stessa velocità per tutte le aziende. Anzi, se non vi saranno inversioni di tendenza, il digital divide tra imprese diventerà sempre più profondo, con evidenti conseguenze sullo sviluppo del business. Il messaggio sembra chiaro: chi non investe (o non continua a investire) nella digitalizzazione, quella profonda che investe i processi e l’organizzazione e cultura aziendale; quella che rimane al passo con l’innovazione tecnologica oggi molto veloce, non rimane competitivo.

A dirlo IDC, una delle principali società di analisi dei mercati ICT a livello mondiale, che ha fatto le su previsioni di spesa aziendale in ICT da qui al 2021, data in cui secondo gli analisti, il mercato digitale avrà completamente ridisegnato lo scenario economico mondiale, andando a modificare radicalmente il modo di operare delle aziende.

“Le aziende e le istituzioni italiane hanno compreso l’importanza che la trasformazione digitale può avere sullo sviluppo del business o dei servizi resi al cittadino, come dimostra lo shift della spesa ICT verso l’innovazione. Questo però è solo il primo passo: all’innovazione tecnologica deve seguire una trasformazione nei processi, nell’organizzazione e nella cultura aziendale”, sottolinea Sergio Patano, senior research & consulting manager di IDC Italia e keynote speaker alla IDC Digital Transformation Conference 2018, i prossimi 21 e il 27 febbraio, a Roma e Milano.

I dati

Secondo le ultime previsioni formulate da IDC, la spesa mondiale in tecnologie per la trasformazione digitale arriverà a sfiorare i 1.300 miliardi di dollari nel 2018, in crescita del 16,8% sul 2017, e i 1.700 miliardi nel 2019, in crescita del 42% sempre rispetto al 2017.

IDC si aspetta che dei 1.700 miliardi previsti nel 2019, 400 saranno investiti nelle quattro tecnologie della Terza Piattaforma, ovvero cloud, mobility, big data & analytics e social. La parte più consistente, 1.300 miliardi di dollari, sarà spesa negli Acceleratori dell’Innovazione, quelle tecnologie che poggiano sulla Terza Piattaforma, come IoT, robotica, cognitive/IA, realtà aumentata e virtuale, 3D Printing, blockchain.

Nel periodo 2016-2021, la spesa ICT mondiale crescerà con un CAGR (tasso di crescita annuale composto) del 5,6%. Questo sarà però il risultato di tendenze opposte: al 2021 gli investimenti nella Seconda Piattaforma (quelle basate su reti locali LAN e ssistemi client/server) caleranno del 3,3%, mentre quelli nella Terza Piattaforma aumenteranno del 4,7% e negli Acceleratori dell’Innovazione del 18,4%. In tutto, la spesa in tecnologie per la digital transformation crescerà con un CAGR 2016-2021 del 17,9%.

Ricordiamo che per IDC il mercato è già orientato verso la DX Economy, cioè fase successiva di digital transformation molto più profonda, basata sui cosiddetti acceleratori come la robotica, la stampa 3D, Iot, i sistemi cognitivi, la sicurezza next-gen, che porteranno a un incremento dei ricavi anche del 50 percento. In questo scenario a livello globale siamo già dentro, ma si svilupperà da qui al 2025. (leggi di più in questo articolo di Silicon),

La digital transformation in Italia

Anche in Italia l’andamento della spesa ICT è oggi il risultato di due trend opposti. Mentre infatti sono in aumento gli investimenti nella Terza Piattaforma e negli Acceleratori dell’Innovazione, risulta in contrazione la spesa ICT tradizionale che si focalizza sul mantenimento dell’infrastruttura esistente senza importanti progetti evolutivi. Nel 2017, il mercato ICT italiano è cresciuto dell’1,9%, per un valore totale di 30 miliardi di euro, evidenzia IDC. Terza Piattaforma e Acceleratori dell’Innovazione sono tuttavia cresciuti a un ritmo molto più elevato: il cloud del 27,8% e la realtà aumentata/virtuale del 335,6%. (per approfondire leggi il Report Assintel 2018).

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