L’hybrid cloud per le assicurazioni rappresenta la nuova frontiera dell’ambiente IT su cui posizionare la propria offerta garantendo nel contempo ai dipendenti un’infrastruttura dinamica e scalabile.
Sebbene nel 2022, in base ai dati dell’Osservatorio Cloud Transformation, il comparto assicurativo si sia posizionato in coda per spesa cloud con un 5% rispetto ad altri comparti come il manifatturiero (26%) e il bancario (21%), nel 2023 il ricorso al paradigma della “nuvola ibrida” è nel complesso aumentato. Se a ciò si aggiunge che bancario e assicurativo tendono ormai a convergere nello stesso macro-segmento, allora l’effettiva percentuale di adozione del cloud da parte delle assicurazioni va rivista al rialzo. Complessivamente nl 2023, secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio, il valore del mercato del cloud in Italia ha raggiunto la cifra record di 5,51 miliardi di euro. In particolare, la componente public & hybrid cloud, cioè l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra cloud pubblici e privati, ha fatto registrare la crescita più significativa, pari a 3,729 miliardi di euro.
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Che cosa si intende per hybrid cloud?
L’Hybrid Cloud è un modello di architettura cloud che combina e integra servizi cloud pubblici, privati e talvolta anche infrastrutture on-premise, permettendo alle organizzazioni di sfruttare il meglio di ciascun ambiente. Questo approccio offre flessibilità, scalabilità e ottimizzazione dei costi, consentendo alle aziende di distribuire le loro applicazioni e dati in modo strategico in base a requisiti specifici di prestazione, sicurezza e conformità.
A differenza del Cloud Pubblico, che è gestito da terzi fornitori e rende le risorse disponibili su internet a più utenti, e del Cloud Privato, che è dedicato esclusivamente a un’organizazione e offre un controllo maggiore sulla sicurezza e la privacy, l’Hybrid Cloud offre una soluzione intermedia. Permette alle aziende di mantenere un controllo diretto su alcuni dati e applicazioni (tipicamente quelli più sensibili) attraverso il Cloud Privato o infrastrutture on-premise, sfruttando al contempo la scalabilità e l’efficienza economica del Cloud Pubblico per applicazioni meno critiche.
Perché il passaggio all’hybrid cloud per le assicurazioni sarà un fattore critico
Se il trend è chiaro, questo non significa che la strada da percorrere sia breve. L’uso efficace di tecnologie come l’hybrid cloud, tuttavia, diventerà un fattore critico per competere in mercati sempre più impervi.
Attualmente molte compagnie assicurative sia in Italia sia nel mondo continuano a utilizzare sistemi legacy per gestire processi chiave quali l’amministrazione delle polizze, la gestione dei sinistri e il servizio clienti. Questa dipendenza da infrastrutture obsolete rende difficile tenere il passo con i rapidi cambiamenti che oggi non risparmiano nessun attore della filiera, dalle case automobilistiche agli utenti. Inoltre, le infrastrutture datate non si prestano a essere aggiornate facilmente, poiché le competenze chiamate a farlo spesso non sono più reperibili. A cui va aggiunto che l’integrazione con applicazioni di terze parti, sviluppate ormai in ottica cloud native, risulta assai complessa se non a prezzo di investimenti onerosi in termini di tempo e risorse.
La semplice migrazione sul cloud pubblico poi non è un’opzione percorribile di default, visto che il mondo delle assicurazioni è soggetto a una serie di normative molto stringenti in materia di privacy e data sovereignty. Da qui la crescente attenzione verso la combinazione di public e private cloud con infrastrutture on-premise per avere un’architettura flessibile, scalabile, sicura e compliant.
I vantaggi dell’hybrid cloud per le assicurazioni
Il primo vantaggio che l’hybrid cloud offre alle assicurazioni è quello della migrazione per fasi. La grande quantità di dati critici presente “in casa” può essere spostata in maniera incrementale nel cloud, mantenendo tuttavia i sistemi esistenti. In questo modo il rischio di perdita dei dati o di interruzioni delle operazioni viene minimizzato e le compagnie assicurative hanno tutto il tempo di valutare le nuove implementazioni prima del rilascio definitivo.
Il secondo si riferisce al risparmio sui costi che passano da un modello Capex o uno Opex basato sul pay-per-use. Il che non è una garanzia assoluta di saving, ma introduce una modularità della spesa allineata con l’evoluzione tecnologica senza dover bloccare capitali una tantum.
Il terzo beneficio dell’hybrid cloud è quello della scalabilità con cui le assicurazioni possono espandere o ridurre velocemente le loro risorse IT in funzione delle effettive esigenze aziendali e delle opportunità di business che si dovessero presentare.
Infine, non va tralasciato il tema della sicurezza le cui violazioni possono causare danni diretti sulla continuità operativa e indiretti di tipo reputazionale che possono preludere al venir meno della fiducia dei clienti. Un’architettura cloud ibrida rafforza la resilienza delle compagnie assicurative ad esempio conservando i dati critici in un data center on-premise o in un cloud privato ed elaborando quelli non sensibili in un cloud pubblico.
IBM e UnipolSai, un esempio di modernizzazione dell’IT
Da quanto detto finora, l’hybrid cloud su cui si stanno orientando le assicurazioni risponde a esigenze specifiche di posizionamento dei carichi di lavoro nel quadro di una modernizzazione dell’architettura IT. A differenza di una gestione tradizionale, infatti, i modelli di cloud ibrido ottengono il meglio dalle economie di scala di tutti gli ambienti: public cloud, private cloud e on-premise.
Un esempio recente in tal senso arriva dalla partnership tra IBM e UnipolSai. La collaborazione, nell’arco di un triennio, fa leva su tecnologie di nuova generazione in cui rientrano le versioni più recenti del mainframe e dello storage di “Big Blue”.
Il percorso di evoluzione si connota con un approccio al cloud ibrido by design in cui l’innovazione è progettata a monte e non a valle dei processi. Oltre all’implementazione progressiva dell’hybrid cloud, la compagnia assicurativa ha concordato una roadmap che spazia dall’introduzione di sistemi di automazione al potenziamento della data platform e delle applicazioni AI, fino a ulteriori aspetti che riguardano la customer experience, la cybersecurity e i profili di compliance. Sul fronte delle tecnologie abilitanti, l’accordo prevede specialmente l’impiego di Red Hat OpenShift, una delle più note piattaforme as a service per applicazioni cloud oggi di proprietà IBM.
L’obiettivo della partnership, emblematico del binomio tra hybrid cloud e assicurazioni, è quello di ottimizzare sicurezza, operatività ed efficienza per migliorare i servizi e i processi dei clienti attraverso un’infrastruttura IT più flessibile ed economicamente vantaggiosa
Articolo originariamente pubblicato il 29 Feb 2024