La National Highway Transportation Safety Administration (NHTSA), l’agenzia federale statunitense per la sicurezza stradale ha stabilito che l’intelligenza artificiale delle driverless car di Google può essere considerato l’autista del veicolo. Al pari di un essere umano.
Lo riporta con parecchia enfasi diversa stampa statunitense, poichè la decisione del NHTSA rimarrà un precedente storico nella strada che ci conduce alla diffusione massiccia delle auto a guida autonoma e fa comodo non solo a Google ma a tutti i costruttori di tali innovativi veicoli.
Se ne parla diffusamente in questo articolo pubblicato da The Guardian, che illustra come la decisione dell’autorità sia stata la risposta (sotto forma di lunghissima lettera) a precise domande di Google, come “I nostri veicoli autonomi devono rispettare la regola che richiede ai veicoli di avere un sedile passeggero per il conducente?” che imponevano una riflessione e una decisione sullo “status” normativo di un autista robotico.
Un altro articolo molto interessante pubblicato dal Washington Post mette invece in luce qualcosa che in molti si domandano ma in pochi osano chiedere “ma adesso che il software della Google car è considerato un vero autista, dovrà avere la patente e l’assicurazione?“. Apparentemente banale, la questione è la sintesi di una serie di problematiche legali che ancora ruotano intorno a questo nuovo tipo di veicoli. In particolare per il settore assicurativo, per il quale la gestione delle driverless car rappresenta certo una grande sfida.
Leggi l’articolo del Washington Post..