L’insurtech in Italia cresce, ma serve maggiore ambizione. È quanto emerge dall’Insurtech Investment Index 2021, progetto ideato da IIA – Italian Insurtech Association ed elaborato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, quest’anno alla sua seconda edizione (qui si può rivedere la presentazione dei dati)
Se nel 2020 l’indice aveva indicato un valore di 18/30, quindi la sola sufficienza per il settore, quest’anno con il punteggio di 20/30 si evince il lento, ma progressivo miglioramento dell’insurtech in Italia, specialmente per quanto riguarda gli investimenti.
Vediamo i dettagli.
Come funziona l’Insurtech Investment Index
Inaugurato per la prima volta nel 2020, l’Indice misura lo stato di avanzamento degli investimenti insurtech e il grado di innovazione del settore assicurativo in Italia, per monitorarne l’evoluzione, delinearne i trend e fare un confronto utile al settore tra le dinamiche italiane e quelle internazionali.
L’indice si concentra su tre elementi di misura: gli investimenti diretti nel capitale delle startup insurtech, i progetti insurtech interni alle compagnie e le partnership con attori innovativi insurtech.
Le percentuali ottenute sui tre segmenti sono pesate in base al loro impatto e vanno a formare un indice espresso in trentesimi.
Insurtech Investment Index 2021: i risultati
Secondo quanto emerso dall’Insurtech Investment Index 2021, aumentano gli investimenti in startup da parte delle compagnie assicurative e degli intermediari, con quasi 10 milioni di euro rispetto ai 5,1 del 2020, con una crescita di 8 punti percentuali. Allo stesso tempo diminuiscono però le sperimentazioni su progetti interni di insurtech (-16 pp) e le partnership (-22 pp): solo il 47% delle compagnie assicurative ha avviato progetti sviluppati internamente in campo Insurtech, contro il 63% del 2020, e le collaborazioni esterne sono passate dal 75% dell’anno scorso al 53% del 2021.
La crescita degli investimenti in startup
Secondo la ricerca, durante il 2021, il 27% degli intervistati ha effettuato almeno un investimento in una startup Insurtech, contro il 19% del 2020, a conferma di un progressivo e continuo interesse verso il settore e la consapevolezza di dover accelerare su progetti innovativi e sullo sviluppo di nuovi servizi digitali, spesso realizzati dalle startup.
A questi temi sono riconducibili 14 operazioni per un valore di 9,7 milioni di euro, e un capitale medio investito a circa 0,7 milioni. L’86% di questi investimenti sono diretti a startup con sede in Italia, mentre il 7% verso startup con sede in Europa e il 7% nel mondo.
Se la distribuzione geografica del numero di operazioni è rimasta perlopiù coerente con il 2020, è tuttavia interessante notare come ci sia stata una redistribuzione del valore degli investimenti verso startup italiane. Rispetto all’anno precedente si rileva un -35% di valore percentuale in attori globali, reindirizzato con un +11% sull’Europa e ben un +24% sull’Italia.
Diminuiscono sperimentazioni interne e partnership
Diminuiscono però le sperimentazioni interne, passate dalle 127 dello scorso anno alle 67 del 2021 per un valore di 11,4 milioni di euro. Allo stesso modo le partnership tra compagnie assicurative e con startup o società di servizi Insurtech, da 27 a 19.
“Occorre fare attenzione nell’interpretare questo dato” sottolinea Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano. “Nel 2020 abbiamo visto una spinta forte, portata dalla pandemia e all’urgente necessità di digitalizzare, all’attivazione di nuovi progetti. Quest’anno in generale c’è stato un processo di razionalizzazione e focalizzazione su alcuni progetti, che può essere visto come un’evoluzione naturale della sperimentazione iniziale. È importante sottolineare che nonostante la riduzione di investimenti non abbiamo rilevato grandi differenze di controvalore.”
Va inoltre sottolineato come sia nello sviluppo di progetti interni sia nelle collaborazioni esterne, il mercato sia trainato in particolare da tre player che hanno diminuito i loro progetti Insurtech nel 2021, incidendo così sui risultati complessivi registrati.
Insurtech in Italia 2021, i servizi più utilizzati
Dall’indagine emerge inoltre come alcuni servizi insurtech vengano già utilizzati abitualmente dagli utenti, per esempio l’acquisto di polizze assicurative in digitale (utilizzate dal 31% del campione e conosciute dal 49%) o la modifica della coperture assicurativa in digitale (utilizzate dal 18%).
Altri servizi sono usati meno frequentemente, ma il fatto che siano conosciuti è un buon segno: il 30% conosce la possibilità di gestire i sinistri da smartphone (e il 15% lo usa), il 26% sa di polizze create su misura sulla base dei propri comportamenti e stili di vita (e il 13% ne usufruisce già), il 26% ha sentito parlare di servizi Insurtech di telemedicina (con un 11% che li utilizza). Solo leggermente più bassa la percentuale relativa alle polizze on demand: il 9% le usa e quasi un quarto degli utenti le conosce.
Insurtech Investment Index, le previsioni per il 2022
Cosa possiamo aspettarci per il 2022?
In base al sondaggio effettuato, la percezione è quella di un andamento circa invariato degli investimenti rispetto all’anno passato, con un valore di 3,1 su 5. Valore inferiore a quello rilevato nello scorso Index (3,7) dove gli attori di mercato prevedevano una crescita significativa.
Guardando alle operazioni prioritarie per il 2022 da parte delle compagnie assicurative emerge ancora una preferenza per lo sviluppo interno di progetti Insurtech (per il 70% l’attività che sarà di maggior rilievo). La creazione di nuove partnership, con startup o altri attori, sarà invece la priorità per il 39% delle compagnie assicurative, incrementando di ben 25 punti percentuali rispetto al 2021, mentre soltanto per il 18% gli investimenti in startup o PMI Insurtech rappresenteranno le maggiori operazioni di rilievo.
“Contestualmente all’aumento degli investimenti in startup Insurtech, abbiamo rilevato come per l’81% dei CEO di Assicurazioni veda nell’Insurtech una priorità, contro il 26% del 2020” spiega Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA.
“Tutti questi indicatori confermano come nel nostro Paese la trasformazione digitale nel settore assicurativo sia cominciata. Si stima inoltre che entro il 2030 il valore dei premi complessivi toccherà i 10 trilioni di dollari a livello mondiale e che l’80% delle polizze sarà veicolato attraverso piattaforme digitali, divenendo lo standard di mercato. Un mercato che sarà più grande, più integrato, più giovane, più dinamico e più vicino al cliente finale. Un’opportunità per il nostro Paese che non potrà lascarsi scappare. Serve però maggiore ambizione: continuare ad aumentare gli investimenti attraverso la creazione e acquisizione di competenze digitali da parte di tutti gli operatori della filiera, maggiori sperimentazioni e collaborazioni, creazione di poli Insurtech, sviluppo di un modello open”.
“Negli ultimi 2 anni le compagnie Assicurative in Italia hanno dimostrato di voler spingere l’acceleratore sull’innovazione digitale, imparando anche tanto dagli errori” ha aggiunto Renga. “Per il 2022, dalle interazioni che abbiamo avuto con le compagnie, prevediamo un’ulteriore crescita delle partnership con attori particolarmente innovativi in ambito finanziario, quali Startup, PMI innovative e attori non finanziari. Lo dimostra bene anche la crescita di ben 25 punti percentuali di questa priorità strategica”.