Un’indagine di What Car?, riporta un lungo articolo del Financial Times, rivela una predisposizione all’accettazione dei nuovi veicoli molto, molto bassa, perlomeno in UK, dove la ricerca è stata condotta su un campione di 4000 automobilisti.
Oltre la metà degli intervistati ha risposto di considerare l’auto autonoma “insicura” o “molto insicura”, poichè non la considerano capace di evitare un incidente; il restante 45% ha risposto di considerare “l’idea di un’auto che affronta da sola tutto il processo di guida per niente attraente”.
Un’assimetria percettiva che dovrebbe cominciare a far pensare i costruttori di veicoli, per i quali uno dei cavalli di battaglia a favore dell’auto autonoma è sempre stato quello della sicurezza.
A livello globale, riporta l’articolo, vi sono annualmente 1, 2 milioni di decessi dovuti a incidenti stradali, il 90% dei quali provocati da errori umani, spesso molto banali come la distrazione del telefono, un colpo di sonno, ecc. Fattori di distrazione che non avranno certo spazio nella driverless car. Ma un fatto è l’oggettiva sicurezza, un altro la sensazione di sicurezza che può derivare dal controllo del veicolo.
Al di là delle questioni tecniche ancora aperte sul fronte driveless car e dei punti deboli che ne rallentano il cammino, l’industria dovrà cominciare a interrogarsi su quali saranno i tempi di accettazione da parte della gente comune.
Negli ultimi tre anni, le case automobilistiche tradizionali e le aziende tech hanno notevolmente accelerato lo sviluppo di sensori, intelligenza artificiale, e software per lo sviluppo di auto autonome. La quantità di denaro e di sforzo anche intellettuale incanalata in questa direzione è sconcertante.
Certo, il sentimento emerso nel mercato UK con questa indagine, non trova sempre riscontro in altri Paesi: tempo fa abbiamo parlato di un’indagine condotta dal World Economic Forum in collaborazione con il Boston Consulting Group in vari Stati da cui emergeva che maggiore accettazione è presente nei Paesi in via di sviluppo.