E’ il giorno 7 maggio 2016 quando su un’autostrada della Florida, Joshua David Brown, 40 anni, a bordo della sua Tesla nera inserisce (come tante altre volte) l’autopilota che caratterizza il suo modello S, affidandosi completamente alla guida robotica del veicolo, che però in questa occasione lo tradisce.
Secondo la ricostruzione dell’incidente che è costato la vita al signor Brown, la Tesla non avrebbe rilevato, a causa delle particoli condizioni di luce e del colore dell’altro mezzo (un grosso camion) coinvolto nell’incidente, la presenza di questo secondo veicolo nella sua traiettoria di guida, andando praticamente a incastrarsi sotto lo stesso. L’autopilot ha fallito e mostrato un grande limite della sua tecnologia.
Il Washington Post riporta oggi la notizia mettendo a confronto la dinamica dell’incidente, di cui riporta anche il disegno qui sotto, e le comunicazioni ufficiali di Tesla Motors sull’accaduto, che ha sottolineato parecchio il carattere del tutto eccezionale dell’avvenimento.
“E’ il primo incidente accaduto in oltre 130 milioni di miglia percorse con l’autopilota attivato – ha dichiarato Tesla – Nell’ambito di tutti gli altri veicoli in US si calcola un incidente fatale ogni 94 milioni di miglia, e in ambito mondiale la statistica è diuna fatalità ogni 60 milioni di miglia”.
Non è certo una grande consolazione per la famiglia del defunto, il quale era comunque un grande sostenitore di Tesla e delle driverless car. Aveva addirittura un canale youtube in cui postava video ripresi alla non-guida della sua amata Tesla.
Eccone un esempio, uno dei primi che ha realizzato.
Ma, per uno strano scherzo del destino, il suo video che ha ricevuto il più alto numero di visualizzazioni, quasi due milioni (ha ricevuto anche le lodi di Elon Musk in persona via twitter) è quello che il suo autore mostra e sottolinea come l’autopilota gli abbia salvato la vita da un camion che gli arrivava addosso.
Il tema driveless car è oggi centrale, anche se rimangono incertezze sulla sua accettazione da parte dei consumatori, sul suo impatto nelle città, sulle sue effettive capacità tecnologiche. Fatti come questo non potranno che favorire la voce dei più perplessi.