Driverless car, al via la sperimentazione su strada anche in Italia

Si avvicina a grandi passi l’era delle auto a guida autonoma. Con il Decreto Smart Road anche il nostro Paese ha autorizzato il test su strada, che passa preliminarmente dall’ammodernamento digitale della rete stradale nazionale

Pubblicato il 26 Apr 2018

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Anche l’Italia si prepara concretamente alle auto a guida autonoma: il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio con il Decreto Smart Road ha dato il via libera alla sperimentazione sulle strade italiane e ai progetti di ammodernamento digitale della rete stradale nazionale.

Per accogliere i nuovi veicoli driverless, le infrastrutture della TEN-T (Trans-European Networks-Transport), dello SNIT di primo livello (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e le autostrade, dovranno prima diventare “Smart Roads”. L’allegato tecnico al Decreto Smart Road descrive le specifiche funzionali di cui le infrastrutture (esistenti e di nuova realizzazione) dovranno dotarsi entro il 2030. L’introduzione della connettività V2X –che permette lo scambio di informazioni tra veicoli e tra veicoli e infrastrutture, pedoni e device– darà vita ad un vero e proprio “ecosistema tecnologico”. A rendere le strade “smart”, poi, l’introduzione di misure per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate, hotspot Wi-Fi dislocati in tutti i parcheggi e aree servizio, servizi di connessione per l’IoTe sistemi di rilevazione del traffico e del meteo in grado di fornire previsioni a breve termine. I costi di tali interventi saranno sostenuti dal concessionario dell’infrastruttura, del servizio o dall’ente gestore.

A poter sperimentare i veicoli driverless sulle strade pubbliche saranno i costruttori dei veicoli, gli istituti universitari e gli enti di ricerca autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). La domanda per l’autorizzazione dovrà contenere l’indicazione del proprietario del veicolo ai fini della responsabilità civile, gli ambiti stradali oggetto della sperimentazione e la documentazione comprovante il nulla osta da parte dell’Ente proprietario della strada.

“Sicurezza” è la parola chiave del Decreto Smart Road: così al richiedente verrà chiesto di documentare “come” il veicolo sia in grado di gestire situazioni di guida tipiche e di interagire con tutti i possibili utenti della strada. Da descrivere, poi, i rischi associati all’uso del veicolo e le relative contromisure adottate, nonché le protezioni di sicurezza per impedire accessi non autorizzati ai sistemi interni. Necessaria, infine, la conclusione di un contratto di assicurazione per responsabilità civile specifico per i veicoli a guida automatica.

I veicoli autorizzati verranno iscritti in un apposito registro e muniti di contrassegno speciale e targa di prova. Durante la sperimentazione, dovrà necessariamente essere presente un supervisore dotato di appositi requisiti e certificazioni. Il supervisore dovrà essere in grado di modificare tempestivamente l’operatività del veicolo dalla modalità automatica a quella manuale.

Ma gli oneri non finiscono qui. Per tutta la durata dell’autorizzazione (un anno, rinnovabile a seguito di domanda), il titolare dovrà consegnare al MIT un rapporto dettagliato su eventi o problematiche che hanno coinvolto il sistema driverless. In caso di rischio alla sicurezza della circolazione, l’autorizzazione potrà essere sospesa o anche revocata dal MIT.

(originariamente pubblicato su EconomyUp)

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