Anche l’Italia si prepara concretamente alle auto a guida autonoma: il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio con il Decreto Smart Road ha dato il via libera alla sperimentazione sulle strade italiane e ai progetti di ammodernamento digitale della rete stradale nazionale.
Per accogliere i nuovi veicoli driverless, le infrastrutture della TEN-T (Trans-European Networks-Transport), dello SNIT di primo livello (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e le autostrade, dovranno prima diventare “Smart Roads”. L’allegato tecnico al Decreto Smart Road descrive le specifiche funzionali di cui le infrastrutture (esistenti e di nuova realizzazione) dovranno dotarsi entro il 2030. L’introduzione della connettività V2X –che permette lo scambio di informazioni tra veicoli e tra veicoli e infrastrutture, pedoni e device– darà vita ad un vero e proprio “ecosistema tecnologico”. A rendere le strade “smart”, poi, l’introduzione di misure per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate, hotspot Wi-Fi dislocati in tutti i parcheggi e aree servizio, servizi di connessione per l’IoTe sistemi di rilevazione del traffico e del meteo in grado di fornire previsioni a breve termine. I costi di tali interventi saranno sostenuti dal concessionario dell’infrastruttura, del servizio o dall’ente gestore.
A poter sperimentare i veicoli driverless sulle strade pubbliche saranno i costruttori dei veicoli, gli istituti universitari e gli enti di ricerca autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). La domanda per l’autorizzazione dovrà contenere l’indicazione del proprietario del veicolo ai fini della responsabilità civile, gli ambiti stradali oggetto della sperimentazione e la documentazione comprovante il nulla osta da parte dell’Ente proprietario della strada.
“Sicurezza” è la parola chiave del Decreto Smart Road: così al richiedente verrà chiesto di documentare “come” il veicolo sia in grado di gestire situazioni di guida tipiche e di interagire con tutti i possibili utenti della strada. Da descrivere, poi, i rischi associati all’uso del veicolo e le relative contromisure adottate, nonché le protezioni di sicurezza per impedire accessi non autorizzati ai sistemi interni. Necessaria, infine, la conclusione di un contratto di assicurazione per responsabilità civile specifico per i veicoli a guida automatica.
I veicoli autorizzati verranno iscritti in un apposito registro e muniti di contrassegno speciale e targa di prova. Durante la sperimentazione, dovrà necessariamente essere presente un supervisore dotato di appositi requisiti e certificazioni. Il supervisore dovrà essere in grado di modificare tempestivamente l’operatività del veicolo dalla modalità automatica a quella manuale.
Ma gli oneri non finiscono qui. Per tutta la durata dell’autorizzazione (un anno, rinnovabile a seguito di domanda), il titolare dovrà consegnare al MIT un rapporto dettagliato su eventi o problematiche che hanno coinvolto il sistema driverless. In caso di rischio alla sicurezza della circolazione, l’autorizzazione potrà essere sospesa o anche revocata dal MIT.
(originariamente pubblicato su EconomyUp)