Il logo, rosso e iconico, che rappresenta la sezione di un motore elettrico. E la mission ambiziosa, scritta nero su bianco all’entrata dello stabilimento di Fremont: “to accelerate world’s transition to sustainable energy”. Benvenuti nello stabilimento di Tesla, a pochi km da San Francisco, dove sin dalla reception si respira l’accelerazione verso il futuro, ancora prima di avvicinarsi al cuore della fabbrica dove vengono prodotti i modelli S e X dell’auto. E dove una volta c’era una fabbrica old economy della Toyota. Le cose cambiano, velocemente.
Ogni anno a circa 35.000 persone viene data l’opportunità di un tour interno guidato – con tolleranza zero verso macchine fotografiche e smartphone – per permette di condividere la visione di Elon Musk, 45 anni, l’imprenditore/inventore che, dopo essere stato fra i fondatori di PayPal, ha avuto la “follia” di voler portare l’innovazione disruptive anche in una industry “pesante” che a prima vista sembra l’opposto di tutto quello che è digitale, leggero, app e software. Un mondo apparentemente lontano dalla galassia dei GAFA (Google-Amazon-Facebook-Apple), dei giganti del web che invece stanno lavorando per allargare la loro influenza anche nella dimensione fisica, fin dentro le fabbriche.
Il tour dello stabilimento comincia davanti alla scocca di una Tesla. Si resta ad ammirarla come se fosse un’opera d’arte: sotto i leggerissimi componenti di alluminio si possono solo immaginare gli accumulatori elettrici che permettono a queste auto dal design elegante e sportivo la possibilità di prestazioni impensabili (da 0 a 100km/h in meno di 2,7 sec). Piccola soddisfazione quella di scoprire che i freni sono in realtà italiani…
All’interno dei reparti più operativi, la vecchia catena di montaggio, nata proprio nell’industria automobilistica, non esiste più: solo tanti moduli dove la presenza umana è limitata, in uno spazio dove – all’opposto di una fabbrica tradizionale – domina il silenzio. Così tanto da permettere di avere una sala mensa aperta, senza muri, uno spazio dove gli operai possono fare una pausa e rilassarsi. Ovviamente non poteva mancare l’area dedicata al merchandising e poi la prova, ma da fermi, di una Tesla anche per dare la possibilità di scattare le foto di rito. Ci vorrà del tempo prima di abituarsi alla quantità di tecnologie digitali che “decorano” il posto di guida e al silenzio che accompagna il movimento di questa auto. La marcia verso la “mobilità sostenibile” è a buon punto.
A San Francisco è nata Uber, piattaforma innovativa che sta rumorosamente rivoluzionando il trasporto pubblico. A San Francisco c’è Google, che da anni ormai sta testando con alterne fortune la driverless car che porterà in un’altra dimensione il trasporto privato ma anche le infrastrutture e i servizi di mobilità (le strade, i semafori ma anche le assicurazioni!). Tesla è già su strada, nelle Bay Area motorways se ne vedono circolare come in nessun’altra parte del mondo ma se se ne parla così tanto è perché farà sentire i suoi effetti ben oltre l’industria automobilistica e il trasporto. C’è in ballo molto di più.
L’energia elettrica per la mobilità come alternativa agli idrocarburi è solo la prima tessera di un disegno molto più grande che va ad impattare il modello stesso di produzione e distribuzione dell’energia. Le batterie che fanno muovere le auto sono prodotte sempre da Tesla in uno stabilimento in Nevada, chiamato “Gigafactory1”. La possibilità di abbassare i costi di produzione dell’enegia, l’autonomia sempre maggiore delle batterie e l’alta densità di punti di ricarica sono tutti fattori destinati ad avere effetti ben superiori a quelli di una semplice auto elettrica.
L’auto diventa solo un veicolo, appunto, che trasporta energia che sarà sempre di più prodotta in maniera distribuita. Vedi il lancio dell’accumulatore Tesla, un oggetto bellissimo da appendere al muro del garage, che accumula l’energia catturata da pannelli solari: una notte è sufficiente per percorrere 400 chilometri. Ed è solo l’inizio…D’altra parte Elon Musk non è la stessa persona che ha fondato anche SpaceX, la società che sta sta lavorando per organizzare e vendere i prossimi viaggi su Marte?