Cybersecurity, una priorità per le assicurazioni nel 2018

Il rischio numero uno per tutte le aziende nel 2018 è costituito dai cyberattack. Le assicurazioni sono nel mirino degli hacker, ma sono anche chiamate a fare la loro parte di ‘protezione’ e sostenere le imprese. E il business su questo fronte può solo crescere

Pubblicato il 10 Gen 2018

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Come riporta EconomyUp il 2017 è stato un anno difficile per la sicurezza informatica e il 2018 è cominciato anche peggio, con un allarme internazionale conseguito alla denuncia da parte di un gruppo di esperti ricercatori del settore di una falla presente, da almeno dieci anni (forse anche di più), nei processori dei principali dispositivi in circolazione in tutto il mondo (pc, smartphone, tablet ecc.). Per la precisione sono state individuate due tipologie di vulnerabilità: la prima, denominata Meltdown, coinvolge i processori realizzati da Intel; la seconda, Spectre, coinvolge invece i processori realizzati da Arm e Amd, oltre a quelli di Intel, ed è stata scoperta solo dal team Google di Project Zero.

A confermare la presenza di queste anomalie è stata anche Apple. L’azienda di Cupertino ha infatti ammesso che “tutti i sistemi Mac e i dispositivi iOs sono interessati dai problemi di sicurezza noti come Meltdown e Spectre”.

Siamo tutti a rischio, soprattutto le imprese. Solo in Italia, secondo i dati diffusi dalla Polizia Postale, le minacce informatiche contro le infrastrutture critiche nazionali l’anno scorso sono cresciute di cinque volte rispetto al 2016. Nel dettaglio sono scattati circa 28.500 allarmi hacker, mentre gli attacchi veri e propri hanno toccato quota 1006.

Il 2018 sarà dunque l’anno in cui le Compagnie dovranno farsi carico seriamente del problema.

La sicurezza informatica investe il mondo assicurativo sotto un dublice aspetto: come tutte aziende è esposta a rischio di attacchi informatici, probabilmente è tra le categorie di aziende maggiormente esposte vista la quantità immensa di dati che custodiscono e che le rendono molto appetibili ai malintenzionati. Inoltre, i nuovi modelli di polizze legati all’internet of things, per esempio ai dispositivi smart home, scontano il fatto che questi nuovi tipi di device sono altrettanto vulnerabili.

D’altro canto però, le polizze contro il cyber risk sono una grandissima opportunità di business per le Compagnie.

Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, ha sottolineato recentemente:

“Finora abbiamo trattato il cyber risk con riferimento ai clienti corporate che per primi hanno cominciato a pensare ai rischi che possono derivarne. Ma il tema sta diventando rilevante anche per altri settori come, ad esempio, il retail. Per questo stiamo studiando contratti di assicurazione e ci aspettiamo una grande evoluzione. Pensate che il costo annuo globale legato alle frodi informatiche è stimato in un intervallo tra 100 miliardi e 1 trilione di dollari e il costo medio di incidente oscillerebbe tra 2 e 4 milioni di dollari. Si è stimato, inoltre, che questi rischi potrebbero avere l’incidenza di un mezzo punto percentuale sul PIL degli Stati Uniti o di un punto su quello tedesco. Secondo l’Insurance Information institute i premi per coperture cyber risk raddoppieranno in pochissimo tempo e raggiungere i 7,5 miliardi entro il 2020”.

La società UK Aon, attiva nei servizi finanziari e nella sicurezza informatica, ha in questi giorni pubblicato il suo ‘2018 Predictions: Trends in Cybersecurity’ in cui evidenzia come, oltre alla crescente e quasi incontrollata minaccia che si sta vivendo, si sia giunti alla situazione in cui il Chief Risk Officer diventerà una figura centrale nelle aziende, poichè la minaccia informatica perderà quel ruolo un po’ marginale che ha avuto finora per rientrare a pieno titolo (forse tra i principali) rischi aziendali. I dirigenti delle società ora sono finalmente consapevoli della gravità dei rischi (compresi guadagni ridotti, interruzioni operative e reclami contro amministratori e funzionari) e correranno ai ripari sottoscrivendo polizze cyber risk specifiche e su misura piuttosto che fare affidamento su componenti “silenziose” riposte in altre polizze. L’adozione di polizze cyber risk si estenderà oltre gli acquirenti tradizionali, ai settori della vendita al dettaglio, finanziario e sanitario, alla produzione, trasporto, servizi pubblici.

“Nel 2017, gli hacker hanno creato scompiglio attraverso una serie di leve, dagli attacchi di phishing che hanno influenzato le campagne politiche ai cryptoworms ransomware che si sono infiltrati nei sistemi operativi su scala globale. Con la crescita dell’Internet of Things (IoT), abbiamo anche assistito a proliferazione degli attacchi DDoS (distributed denial-of-service) sui dispositivi IoT, che paralizzano la funzionalità del dispositivo “, ha dichiarato Jason J. Hogg, CEO di Aon Cyber Solutions. “Nel 2018, prevediamo un’esposizione cibernetica più ampia a causa della convergenza di tre tendenze: in primo luogo, il crescente ricorso da parte delle aziende alla tecnologia, in secondo luogo, l’intensificarsi della protezione dei dati dei consumatori e, in terzo luogo, il valore crescente delle attività non fisiche. “.

Il problema della sicurezza informatica è naturalmente globale e altrettanto globale sarà il trend di crescita delle polizze cyber risk. Per esempio, in India il boom si è già sentito: nel 2017 il mercato è cresciuto del 50%.

L’Insurance Information Institute ha previsto che i premi per coperture cyber risk raggiungeranno i 7,5 miliardi entro il 2020.

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