Il termine “chatbot” dilaga e diventa un tema tecnologico dominante: si tratta, in sintesi, di programmi software capaci di simulare una conversazione tra un operatore robotico e un essere umano. Con la parola “bot”, abbreviazione di “robot”, in informatica si intende un programma che ha accesso agli stessi sistemi di comunicazione e interazione con le macchine usate dagli esseri umani. In pratica sono programmi informatici che “parlano” come gli esseri umani. Siri e Cortana, gli assistenti personali messi a disposizione rispettivamente da Apple e Microsoft, sono bot.
Qui un articolo di approfondimento su EconomyUp.
I bot esistono da molto tempo. La loro origine si fa risalire addirittura al geniale matematico Alan Turing negli anni Cinquanta. In un passato più recente, era un bot Clippy, la graffetta di Microsoft Office che interagiva con l’utente, sempre pronta a fornire suggerimenti (non richiesti) o a rispondere alle domande. Stiamo parlando della fine degli anni Novanta e dell’inizio del Duemila. Finora, però, i bot non avevano avuto particolare fortuna. Ma, grazie agli incredibili sviluppi dell’intelligenza artificiale, delle app, dei servizi di messaggistica, il fenomeno chatbot ha appena cominciato a mostrare le molteplici opportunità che offre, e le applicazioni in ambito business. Uno dei business che si interessa ai chatbot è quello finanziario e assicurativo.
Questa premessa spiega perchè anche Open-F@b Call4Ideas 2016, il contest pan-europeo promosso da BNP Paribas Cardif con InsuranceUp e Polihub conclusosi recentemente, non sia rimasto indifferente al fascino di Spixii, startup che si è classificata al secondo posto del podio.
Spixii, fondata a Londra da due ragazzi italiani e un francese, ha appunto sviluppato una tecnologia chatbot per rivoluzionare la customer experience nel settore assicurativo.
Questa tecnologia permette alle assicurazioni, i broker e i siti di comparazione dei prezzi di entrare in contatto con i clienti attraverso sistemi di comunicazione come Facebook Messenger e Skype. Attraverso una semplice conversazione, le persone possono trovare in pochi minuti una risposta al proprio bisogno assicurativo. In breve, è un agente assicurativo automatizzato, il Siri per l’insurance.
Racconta Alberto Chierici, uno dei fondatori: “La scintilla che ha dato vita al nostro progetto e’ stata l’incontro di due visioni molto chiare da parte di due attuari in ambito assicurativo (me e Renaud Million), frustrati per l’inefficienza che vedevamo dilagare nel settore e per la negativa esperienza dei clienti con le polizze assicurative per la persona. Renaud voleva simplifcere il processo di compravendita di una polizza e spingere verso un’esperienza dove non e’ piu’ l’assicuratore che vende, ma il cliente che compra. Quest’ultimo concetto si è sposato con la mia visione, quella di rendere più comprensibile a tutti gli argomenti finanziari. Quando abbiamo finalmente deciso di lasciare il nostro lavoro, e coinvolgere un terzo socio, Alberto Pasqualotto, mio amico di lunga data, informatico di talento nel settore delle architetture dati e high-performance computing, abbiamo cominciato il nostro percorso a partire dal cliente assicurativo. Abbiamo trascorso il primo mese nelle caffetterie e Universita’ londinesi intervistando giovani professionisti e studenti. Abbiamo imparato che queste generazioni sono interessate alla protezione finanziaria, ma sono completamente perse quando si tratta di comprare un prodotto. E la prima, immediata, reazione ad un evento che innesca il bisogno di comprare un’assicurazione e’ di aprire gruppi chat su Facebook Messenger o WhatsApp, e chiedere in giro ad amici e parenti se qualcuno conosce un esperto che puo’ guidarli. Li’ e’ nata l’idea di costruire un software che fosse quell’esperto disponibile via chat, 24/7, sulle piattaforme gia’ familiari, che siano apps, siti web o chat application. Abbiamo costruito la tecnologia completamente in casa, senza uso di terze parti, in modo che sia il piu’ flessibile possibile ai requisiti, sempre unici, delle istituzioni finanziarie. Stiamo già lavorando sul prototipo con un assicuratore in Francia, e stiamo chiudendo molte altre proof of concepts in Germania, UK, Italia. Speriamo di farne una anche con BNP Paribas Cardif nel breve termine!”.
Alberto Chierici, Renaud Million e Alberto Pasqualotto hanno ottenuto fino a questo momento un finanziamento grant da 50 mila sterline (da un acceleratore), tanto interesse (la startup ha già partecipato a due importanti programmi di accelerazione, StartupNext e Startupbootcamp) e ha colto l’attenzione di Allianz che l’ha inserita nel proprio programma di accelerazione di 5 mesi in Francia. Lo scorso ottobre ha raccolto anche un buon angel investment “non seed e oltre le 50 mila sterline – dice Alberto – ma non vogliamo precisare la cifra. É una scelta specifica perché la nostra opinione é che quanto una società sia finanziata sia solo un indice di vanità (o “vanity metric” come si usa dire nel linguaggio delle startup, ndr.).
La società sta già cominciando ad allargare il proprio team e a focalizzarsi sui prossimi obiettivi.
“Per noi questo ultimo riconoscimento della Call4Ideas Open-F@b significa anche avere la possibilità di attrarre talenti che vogliano lavorare insieme a noi, che condividano i nostri valori di professionalità, integrita’, di affiatamento del team, creativita’ e anche divertimento e passione. Questo sta gia’ accadendo e ci soddisfa molto. I nostri primi tre nuovi membri del team ci hanno raggiunto di loro iniziativa, innamorati del modo con cui lavoriamo e del problema che stiamo risolvendo. L’ultimo arrivato e’ una persona fantastica, che, avendo sperimentato le stesse nostre frustrazioni lavorando nel settore assicurativo, ha fatto il suo percorso personale per fondare una azienda, arrivando alla stessa nostra conclusione. Quella di risolvere la customer experience nel processo di vendita impiegando chatbot. Appena ha scoperto di SPIXII, ci ha scritto immediatamente, il giorno dopo si e’ fatto 4 ore di treno per incontrarci e la settimana dopo si e’ spostato nel Regno Unito da un altro Paese per lavorare con noi. Questa e’ un’immensa soddisfazione. I nostri prossimi obiettivi sono di completare diverse parti della tecnologia, aggiungerne altre, usare i dati generati dalle proofs of concept per allenare la nostra intelligenza artificiale, assumere un team tecnico e un team amministrativo. Inoltre il prossimo gennaio cominceremo il fundraising per un primo investimento seed, se qualche business angel o VC italiano e’ interessato puo’ contattarci!“
Ad Alberto Chierici abbiamo chiesto anche come la società si differenzia rispetto ad altre tecnologie che migliorano la customer experience nel settore assicurativo, un ambito in cui molte startup dell’insurtech si stanno confrontando: anche Lemonade, società di cui abbiamo parlato spesso che ha un modello di business completamente diverso, fa leva sul fronte della customer experience sui bot.
“Ci sono diverse vantaggi competitivi dalla nostra parte – spiega Alberto – La profonda conoscenza tecnica e professionale del settore assicurativo e finanziario del team, un accurato studio sul campo dell’esperienza utente, il fatto di essere una soluzione ibrida tra il puro NLP (natural language processing) e la definizione di un workflow preselezionato. Inoltre ci caratterizza il fatto di voler lavorare con le compagnie esistenti offrendo la possibilita’ di customizzazione del software e una semplice e rapida integrazione con il back-end delle organizzazioni assicurative. Molte altre caratteristiche tecniche fanno parte della nostra Prorietà Intellettuale, quindi non possiamo descriverle nel dettaglio”.
Curiosità: il nome della società Spixii si è ispirato alle iniziali dei nomi dei fondatori (Alberto, Renaud, Alberto) che creano la parola ARA, una famiglia di pappagalli tra cui c’è anche SPIX’S MACAW, detto familiarmente Spixii, una tipologia molto rara, intelligente, chiaccherona, socievole, che sta anche sulla spalla. Secondo i fondatori rappresenta bene il messaggio del loro brand: affidabile, comprensibile, accessibile e personale.