Il tema Brexit e la sua influenza sull’industria assicurativa merita un piccolo approfondimento anche da parte di questo portale che solitamente si occupa di “insurance tech” cioè dell’impatto nel mondo assicurativo di innovazione e nuove tecnologie. Ma, va da sè, che tale emergente settore non potà non essere influenzato da quanto succede nei mercati finanziari e nell’industria assicurativa tradizionale.
Londra, come risaputo, è il principale centro finanziario europeo ed è storicamente un punto di riferimento per il mondo assicurativo. E’ qui che sono nate molte grandi compagnie, è qui che è nato lo storico Lloyd’s of London, un mercato assicurativo ancora oggi punto di riferimento per moltissime compagnie internazionali che vogliono entrare nel mercato europeo.
Già dallo scorso febbraio, Lloyd’s Chief Risk Officer, Sean McGovern, attraverso un discorso all’Insurance Institute di Londra aveva segnalato in via ufficiale i vantaggi del Remain ( a favore del quale Lloyd’s ha portato avanti la sua campagna) e i rischi incombenti in caso di Brexit.
“Cosa stiamo dando per scontato? – aveva detto Sean McGovern – L’accesso a un mercato di oltre 500 milioni di persone. L’Europa è il più grande mercato assicurativo nel mondo con una quota di mercato pari al 33% e un complessivo ammontare di premi pari a 1,4 trilioni di euro”.
E ora che la peggior paura sull’esito del voto si è concretizzata, l’allarme lanciato da Lloyd’s continua a suonare dalle pagine del Financial Times (e non solo).
Infatti, i rischi che ora corre il mercato assicurativo londinese è la fuga di molte compagnie internazionali per le quali il principale vantaggio di avere la propria base operativa europea a Londra e operare attraverso Lloyd’s of London, è dato dai cosidetti “passport rights”, una sorta di regime speciale frutto di accordi con la UE, che facilita le attività cross-border delle compagnie estere assegnando appunto una sorta di passaporto. Tutto questo è messo a rischio dalla brexit (che, ricordiamo, al momento nonostante il voto, è un’eventualità, perchè formalmente non vi è stata nessuna ufficiale richiesta da parte del Governo inglese al Parlamento europeo); secondo quanto riporta il Financial Times infatti, molte compagnie internazionali starebbero già programmando la localizzazione in altre sedi europee che possano offrire loro maggiori vantaggi.
Ma anche il regime di incertezza, non è per niente positivo.
Gli effetti molto tangibili della Brexit sulle Borse mondiali ha impattato naturalmente anche il settore assicurativo, anche se non agli stessi livelli delle banche: nei giorni scorsi diverse compagnie hanno avuto dei pesanti tonfi, sopratutto quelle del life insurance, tra le più toccate Aviva, Standard Life e Legal & General che hanno perso tra il 16 e 20 percento.
Per approfondire sulle conseguenze della Brexit sul fronte delle startup e degli investimenti in startup (quindi anche dell’insurance tech) leggi l’articolo “Brexit e startup, ecco che cosa può succedere adesso” su EconomyUp.