Big data, chiave di volta della mobilità intelligente

Analisi e gestione del traffico, previsione, prevenzione, interconnessione: sono tante le cose che i dati permettono di fare per trasformare il caos della mobilità odierna in smart mobility. Ma i dati devono essere di qualità, bisogna saperli raccogliere, gestire e utilizzare in modo intelligente

Aggiornato il 12 Ago 2019

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Tra gli strumenti più preziosi per comprendere come ci si muove in una città, ci sono i dati delle scatole assicurative. La black box, in Italia diffusissima,  è un sensore in grado di segnalare, non solo gli spostamenti, ma anche se ci sono buche o strade sconnesse, se esistono problemi sul manto stradale, oppure se una via è pericolosa in base al numero di incidenti avvenuti in quel tratto. In questo senso è oggi sottoutilizzato.

E’ uno degli esempi che evidenziano come il passaggio a una piena smart mobility non sia così lontano: la digital transformation ha cambiato radicalmente anche il mondo dei trasporti e della mobilità e ciò avverrà in misura sempre maggiore nell’era della internet degli oggetti, in cui sono veicoli, smartphone, sistemi di illuminazione pubblica e altri dispositivi connessi a poter ‘parlare’ e comunicare informazionioni preziose.

I Big Data e tutte le tecnologie di raccolta e di analisi connesse, offrono grandi occasioni per offrire servizi nuovi e migliori nell’ambito della mobilità, ma è necessario uno sforzo comune di operatori e Pubblica Amministrazione per riuscire a coglierle queste opportunità per rendere più semplice e moderna la mobilità di tutti.

Un approfondimento sul tema di Andrea Cerino e Fabio Pressi di Infoblu (Gruppo Telepass) su EconomyUp

Articolo originariamente pubblicato il 12 Ago 2019

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