Mentre la pandemia di Covid-19 diventa sempre meno preoccupante, nel mese di novembre molte importanti startup insurtech attive nel settore salute hanno annunciato risultati finanziari deludenti, con perdite da decine di milioni di dollari che allontanano, nel medio periodo, l’obiettivo di generare (finalmente) profitti.
Non si tratta di casi isolati: almeno tre colossi insurtech nell’ultimo mese hanno evidenziato la stessa tendenza, accompagnata spesso da una discesa del valore delle loro azioni in Borsa, dopo mesi di crescita e IPO da record.
Assicurazioni salute, i colossi insurtech in perdita
Il 7 novembre, il colosso insurtech americano Clover Health, attivo nel settore delle polizze mediche, ha annunciato perdite nette per 75,3 milioni di dollari nel terzo trimestre del 2022, quasi il doppio dei 34,5 milioni di dollari in perdita comunicati nello stesso periodo del 2021.
Non tutto però nel bilancio della compagnia riporta il segno negativo: le entrate hanno sfiorato gli 857 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 427 milioni dell’anno precedente, e i membri del suo programma Medicare sono passati da 67 mila a 88 mila. Complessivamente, Clover Health continua a servire 250 mila clienti.
In un lungo post sulla piattaforma Medium, il CEO di Clover Health Vivek Gapirali ha commentato i risultati del terzo trimestre, ricordando che “quello della sanità è un sistema vasto e e complesso” e puntando poi l’attenzione su tre possibili soluzioni per ridurre i costi del settore, come l’assistenza domiciliare, la ricerca di farmaci effettivamente terapeutici e lo sviluppo di tecnologie che possano aiutare i professionisti del settore a lavorare meglio.
“La sanità, l’educazione e la produzione di energia sono tre settori in cui l’impatto positivo delle rivoluzioni su larga scala non è ancora stato dimostrato”, ha detto Garipali, ammettendo quindi l’esistenza di ampi margini di miglioramento per le attività delle aziende.
Anche l’unicorno insurtech Oscar Health ha comunicato risultati non del tutto positivi: il periodo luglio-agosto-settembre 2022 è stato chiuso con perdite nette per 194 milioni di dollari, mentre le perdite accumulate da gennaio 2022 ammontano a quasi 383 milioni di dollari, contro i 374 milioni dello stesso periodo del 2021. I clienti dei suoi vari programmi, però, sono cresciuti notevolmente, passando da 600 mila a oltre un milione.
Per Bright Health, invece, le difficoltà si sono già trasformate in conseguenze concrete sul piano operativo. La compagnia non ha ancora comunicato i risultati del terzo trimestre, ma a fine ottobre ha annunciato che smetterà di offrire polizze individuali o familiari, e anche i piani Medicare rimarranno accessibili solo in California e in Florida. Le attività di Bright HealthCare si concentreranno sul miglioramento del modello “completamente allineato”, che punta a combinare perfettamente gli aspetti clinici, finanziari e tecnologici dei propri servizi, in modo da migliorare l’esperienza utente, ridurre i costi e personalizzare l’offerta.
Le tre startup hanno, per ora, registrato trend deludenti anche in Borsa: al 22 novembre le azioni di Oscar Health sono valutate a 2,93 dollari l’una, il 64% in meno rispetto alla stessa data del 2021. Quelle di Clover Health sono scesce del 67%, mentre Bright Health ha registrato un calo del 74%, con azioni a 0,95 dollari l’una. Diversi analisti non escludono però la possibilità di ripresa nei prossimi mesi.
Il nuovo focus: dalla crescita alle profittabilità
Nonostante i risultati negativi in termini di perdite nette, dai report delle aziende traspare ancora un deciso ottimismo. Una parziale spiegazione è stata fornita dall’agenzia di rating e ricerche finanziarie Standard & Poor’s (S&P), secondo cui le startup insurtech hanno spostato la loro attenzione e i loro sforzi dall’obiettivo di massimizzazre la crescita a tutti i costi a quello di raggiungere, invece, la profittabilità, situazione che al momento ben pochi unicorni possono vantare.
“Le startup insurtech si stanno concentrando sul generare profitti, e non sull’ottenere risultati di crescita esagerati”, ha detto S&P in un report dello scorso agosto. Per questo, quindi, molte compagnie starebbero cercando di tagliare i costi tramite un ridimensionamento delle operazioni (come Bright Health) o un programma di tagli al personale e alla spesa pubblicitaria.
D’altra parte, il cambio di passo era stato evidenziato già a gennaio da TechCrunch: nel 2021, per la prima volta negli ultimi quattro anni la profittabilità, e non la crescita delle entrate, ha avuto una maggiore correlazione con la crescita del valore delle azioni in Borsa.
L’analisi di S&P trova conferma nei comunicati delle compagnie insurtech. Oscar Health, per esempio, ha confermato che punta a raggiungere la profittabilità entro il 2024, con un anno di anticipo rispetto ai piani, mentre Bright Healthcare ha affermato che utilizzerà i 175 milioni di dollari appena raccolti proprio per “guidare l’azienda verso la profittabilità”, che dovrebbe essere raggiunta nel 2023.
Articolo originariamente pubblicato il 22 Nov 2022