E’ da alcuni anni che l’uomo più ricco dell’Asia Jack Ma (fondatore del più grande ecommerce asiatico Alibaba) si da da fare nel settore finanziario e assicurativo e quest’ultima operazione, che vede coinvolto il suo fondo di private equity Yunfeng Financial Group (basato a Hong Kong), è un’operazione che punta dritto a consolidare un posizionamento nel settore dei servizi finanziari innovativi (fintech e insurtech) che attraverso una serie di società conglomerate (tipica strategia di Ma) diventa di fatto pervasivo e dominante.
Secondo quanto riportato da Corcom, il fondatore di Alibaba, in consorzio con altri investitori asiatici, metterà sul piatto 1,7 miliardi di dollari per l’acquisizione, che porterà Yunfeng Financial Group a diventare azionista di maggioranza (60%) di MassMutual Asia con sede a Hong Kong mentre le altre società, tra cui SinaCorp e AntFinancial, quest’ultima sempre di proprietà di Alibaba, condivideranno il restante 40%.
Con questa transazione, Yunfeng punta a diversificare le proprie attività. L’obiettivo della società di Jack Ma è quello di vendere nuovi prodotti assicurativi disponibili con l’acquisto del ramo asiatico di MassMutual’s, attraverso Youyu. Il presidente di Yunfeng, David Yu, ha dichiarato di essere certo che la sua società “sta costruendo un proprio ecosistema finanziario”. Dal canto suo MassMutual ricevera’ 1 miliardo di dollari in contanti e diventerà azionista di Yungfen Financial Group al 25%, entrato in azienda di Jack Ma al suo futuro sviluppo asiatico.
Tra i pilastri del posizionamento in ambito assicurativo di Jack Ma e la sua Alibaba c’è anche Zhong An, probabilmente la più importante startup insurtech al mondo, certamente quella che ha raccolto più capitali di ventura: nata nel 2013, come prima assicurazione online – only, cioè caratterizzata dalla vendita di polizze esclusivamente via web, nel 2015 ha ottenuto un investimento unico per oltre 900 milioni di dollari con una valutazione oltre gli 8 miliardi, basata anche sul fatto che l’azienda nel 2014 contava già su un fatturato di 4,1 milioni di dollari, offriva oltre 200 prodotti assicurativi, e avesse più di 3.6 miliardi di polizze sottoscritte da 369 milioni di clienti.
Tra le operazioni in ambito assicurativo più recenti (e da tenere d’occhio) di Alibaba, c’è anche la partnership tra la piattaforma malesiana Lazada (interamente detenuta dal gigante cinese) e AIG Malaysia, volto alla distribuzione nel marketplace delle polizze della Compagnia.
Tutto ciò contribuisce a rendere sempre più imponente il gruppo Alibaba.
Alibaba è stato fondato nel 1999 da 18 persone guidate da Jack Ma, un ex insegnante d’inglese di Hangzhou, in Cina. Fin dall’inizio, i fondatori della società hanno condiviso la visione che internet e la digitalizzazione fossero le leve che avrebbero permesso alle piccole imprese di crescere e competere in modo più efficace nelle economie nazionali e globali. Dal lancio del suo primo sito web per aiutare i piccoli esportatori cinesi, i produttori e gli imprenditori a vendere a livello internazionale, Alibaba Group è diventato un leader mondiale nel commercio online e mobile. Oggi l’azienda e le sue società collegate gestiscono i principali mercati online all’ingrosso e al dettaglio, nonché imprese nel cloud computing, nei media digitali e nell’intrattenimento, nel settore finanziario, qui in particolare attraverso Ant Financial.
Quotata dal 2014 alla Borsa di New York, lo scorso giugno Alibaba ha guadagnato in soli 19 giorni 60 miliardi di dollari in più nella propria quotazione, raggiungendo la cifra di 367 billions: più della nemica storica cinese Tencent, passata nel frattempo da 330 a 339 miliardi; più di Exxon Mobil, a quota 345 (337); più di Johnson & Johnson, anche se di poco, a quota 363 (350). Era decima per capitalizzazione al mondo ed è passata al settimo posto: con una sola impresa “non digitale”, la Berkshire Hathaway di Warren Buffett a quota 418 (410), che la separa dalle top 5 “digitali” statunitensi: Apple, Alphabet-Google, Microsoft, Amazon e Facebook, nell’ordine. Che cosa è accaduto? Secondo l’analisi proposta da EconomyUp la ragione sta nel fatto che la società si sta trasformando rapidamente in una ‘conglomerata dei big data’: grazie a continui, cospicui investimenti nello sviluppo di tecnologie avanzate (intelligenza artificiale, per esempio), cresce anche la sua capacità di utilizzare, incrociandoli fra loro, i dati che essa raccoglie nei business correlati in cui è presente, nell’ecommerce in senso proprio, nell’entertainment, nella finanza (pagamenti e risparmio gestito), nella logistica e nel cloud.
‘Stiamo lavorando per creare l’infrastruttura digitale e fisica fondamentale per il futuro del commercio, che include mercati, pagamenti, logistica, cloud computing, grandi dati e molti altri campi’ – ha detto Jack Ma in una lettera agli stakeholder lo scorso ottobre – ‘Nei prossimi anni prevediamo la nascita di un settore retail completamente diverso da oggi, guidato dall’integrazione di online, offline, logistica e dati in una singola catena del valore. Il commercio elettronico sta rapidamente diventando un “business tradizionale” e per i player di commercio elettronico puro ci saranno presto sfide enormi. Questo è il motivo per cui noi stiamo evolvendoci, per questo ci sforziamo di svolgere un ruolo importante nell’avanzamento di questo nuovo ambiente economico’.
In sintesi, per Jack Ma le polizze assicurative sono un prodotto come un altro da vendere online facendo leva su innovativi marketplace, sui big data e sulle incredibili sinergie create dalle diverse società del Gruppo. In un mercato, quello asiatico, molto dinamico in ambito assicurativo, ciò dovuto alla crescita economica e dei redditti; all’emergere di nuovi bisogni, quali ad esempio la cybersecurity; all’avanzamento tecnologico; all’aumento dei millennials (nativi digitali) tra la popolazione con capacità di spesa. La crescita del mercato asiatico va soprattutto in direzione ‘digital’: nel 2016, ad esempio, c’erano circa 330 milioni di clienti di assicurazioni online in Cina, un aumento di oltre il 40% rispetto all’anno precedente, secondo un’indagine di Ant Financial e CNBData.