Anche Google investe in Lemonade, disruptor delle assicurazioni

La startup insurtech newyorkese chiude un nuovo round d’investimento da 34 milioni di dollari, che coinvolge GV (Google Ventures) e General Catalyst. In totale la società delle assicurazioni peer-to-peer ha già raccolto 60 milioni in un anno di vita. Prossimo lancio in California

Aggiornato il 06 Dic 2016

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Prima ancora di essere arrivata sul mercato, la startup forse più disruptive del panorama insurtech Usa e internazionale, aveva già ottenuto investimenti per circa 26 milioni di dollari, di cui 13 messi sul piatto da Sequoia Capital, storico fondo di venture capital statunitense, per il quale ha rappresentato il più cospicuo investimento seed mai realizzato.

Ma non solo: come abbiamo scritto in questo articolo, Lemonade ha impressionato per diversi traguardi raggiunti nel suo primo anno di vita: è probabilmente il modello assicurativo P2P più all’avanguardia, ha costruito una customer experience che fa leva sulle più avanzate frontiere tecnologiche del machine learning e dei chatbot, è la prima compagnia assicurativa al mondo ad aver ottenuto la certificazione di Benefit Corporation.

Chatbot, etica e un sacco di soldi sono le sue armi, diceva tempo fa VentureBeat, annunciando il suo ingresso ufficiale come carrier nel mercato di New York lo scorso mese di ottobre. Un lancio col botto, si potrebbe dire, tanto è vero che la startup dopo i primi giorni di operatività ha messo in piedi una pagina del suo sito con tutte le statistiche delle prime 48 ore. “La risposta da parte dei consumatori è stata travolgente – ha detto uno dei fondatori Daniel Schreiber – Per la prima volta la gente ha twittato su come un’assicurazione sia deliziosa”.

La startup ha una customer experience eccezionale che in in un paio di minuti permette di stipulare una polizza, elimina tutti i possibili momenti di frizione tra l’assicurazione e il suo cliente, semplifica la parte burocratica, abbatte i costi; inoltre Lemonade devolve una parte delle cifre incassate in beneficenza.

Lemonade infatti chiede ai clienti di nominare un ente di beneficenza quando acquistano una polizza. Poi, i premi di persone che scelgono la stessa “buona causa” sono raggruppati e vanno a costituire un unico fondo a copertura dei sinistri. A fine anno, i soldi che non sono stati utilizzati per soddisfare i sinistri, sono devoluti da Lemonade alla causa prescelta da quel gruppo.

E, adesso, dopo circa un mese di attività, che ha confermato la risposta positiva del mercato a questo innovativo modello di polizze, arriva un nuovo, robusto investimento da 34 milioni di dollari che coinvolge, oltre a diversi importanti fondi come General Catalyst, anche GV, ex Google Ventures.

Google un certo interesse per il settore assicurativo lo aveva già dimostrato in passato anche con operazioni come quella di Google Compare, un sito che comparava servizi finanziari di diverso genere: mutui, carte di credito e polizze auto e casa, rimasto in piedi circa un anno e poi chiuso perché non era sufficientemente remunerativo. La partecipazione a questa operazione non è per Google solo un investimento di Venture Capital (remunerativo in sé), ma è probabilmente allineato anche su precise strategie di sviluppo “industriale”.

“Siamo convinti che bot e machine learning possano sostituire broker e documenti, e ora che abbiamo un maggiore appoggio economico possiamo scatenare il nostro modello attraverso nuovi prodotti e aree geografiche.” ha detto Daniel Schreiber in una nota stampa.

“Cerchiamo aziende che abbiano il potenziale per migliorare radicalmente l’esperienza del cliente, e abbiamo visto chiaramente che Lemonade lo ha. Stanno sfruttando un mix irresistibile di economia comportamentale, intelligenza artificiale e di grande design”, ha detto Tom Hulme, GV General Partner. “L’approccio full-stack (cioè avere un servizio completo end-to-end che aggira incumbentee competitor) di Lemonade dà la flessibilità per mantenere quella esperienza del cliente e di espandersi rapidamente nel 2017.”

L’espasione comincia dalla California, dove la società ha appena presentato istanza per ottenere la licenza.

Qui di seguito un video in cui si spiega la tecnologia e il modello alla base di Lemonade.

Articolo originariamente pubblicato il 06 Dic 2016

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