DIGITAL TRANSFORMATION

Insurtech & Diversity: perché le assicurazioni sono diventate un ecosistema di “diversi”

L’Insurtech (tecnologia applicata alle assicurazioni) è caratterizzato, tra le altre cose, dalla diversity di nuovi modelli distributivi che includono player provenienti da altri mondi quali mobility, telco, ecommerce, travel. Se ne è parlato alla Milano Digital Week 2021

Pubblicato il 25 Mar 2021

Insurtech & Diversity

Il mondo delle assicurazioni, un settore considerato tradizionale per eccellenza, ha intrapreso un cammino di trasformazione digitale che lo sta radicalmente trasformando (con la nascita dell’Insurtech) e lo sta rendendo un nuovo ecosistema alimentato dalla diversity, la diversità di attori e servizi. È così che nel comparto delle assicurazioni irrompono attori un tempo considerati “estranei” o comunque appartenenti a categorie completamente diverse, come per esempio gli operatori della mobilità.

Se ne è parlato alla Insurtech Week, iniziativa al suo debutto nel contesto della Milano Digital Week 2021 (17-19 marzo). Per la prima volta la manifestazione promossa dal Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici – e realizzata da IAB Italia, Cariplo Factory e Hublab, con il sostegno del main partner Intesa Sanpaolo, ha ospitato un filone di eventi dedicati all’insurtech, la tecnologia applicata alle assicurazioni: merito dell’impegno dell’Italian Insurtech Association (IIA) che si è fatta portavoce di questa necessità da parte di tutto il mercato assicurativo.

Insurtech e Diversity: perché arrivano gli operatori non assicurativi

Uno dei panel, quello che si è svolto venerdì 19 marzo, era appunto incentrato sul tema delle diversità. Il titolo: “Diversity in Insurtech – Diversity, Digitalizzazione e Sostenibilità: i pilastri della rivoluzione Insurtech”. Ne è emerso un concetto: operativi non assicurativi stanno guardano a questo mondo in un’ottica di servizio, ovvero per dare al cliente servizi migliori e personalizzati.

“L’Insurtech – ha detto il Presidente di IIA, Simone Ranucci Brandimarte – è una parola nuova che, poggia su 3 gambe: un nuovo consumatore digitale che preferisce acquistare servizi online e li vuole veloci ed efficienti; un nuovo ecosistema, perché dai bisogni del consumatore stanno nascendo esigenze che richiedono nuovi modelli assicurativi; nuovi modelli distributivi, dal momento che si sviluppano player che vengono da altri mondi quali mobility, telco, ecommerce, travel, e che hanno ampie customer base”.

A conferma della trasformazione in atto, l’intervento di Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, società nata per il pagamento del pedaggio autostradale ed evolutasi negli ultimi anni in una piattaforma di servizi di vario tipo, dal pagamento delle strisce blu in città allo skipass in montagna, fino all’offerta di servizi come il lavaggio auto e, appunto, anche quelli assicurativi. “Telepass ha creato un ecosistema solido, costruendo una serie di servizi intorno all’automobile e mettendo insieme una gran quantità di dati, che noi non rivendiamo, ma usiamo per offrire servizi al cliente” ha affermato Benedetto. Da qui il collegamento con il mondo assicurativo: “Telepass – ha spiegato il CEO – non è un assicuratore, ma è in grado di offrire un servizio in questo ambito. Siamo infatti entrati nel mondo dell’RC auto con TCare”. Se sei un cliente evoluto che ci ha riempito di dati, possiamo creare un modello solo per te. Polizze personalizzate che proponiamo da circa un anno. Dietro le centinaia di migliaia di polizze che siamo riusciti a convertire c’è solo l’abbonamento Telepass. Lavoriamo sui dati per mettere a disposizione il prezzo più conveniente in basse alle logiche più convenienti. Siamo la Amazon della mobilità, che avvicina la domanda all’offerta. Cerchiamo di risolvere un problema. Inoltre diamo la possibilità di rateizzare la polizza, grazie anche alla relazione lunga e stabile che abbiamo con i nostri clienti”.

Chi invece viene dal mercato assicurativo più tradizionale, ma non vuole perdere l’appuntamento con l’innovazione, è Vittoria Hub, che declina il concetto di diversity come la capacità di garantire un apporto diversificato di pensiero innovativo all’interno di un’azienda. “È difficile affidarsi ai geni, che sono rari, ma posso affidarmi alla diversità all’interno dell’azienda” ha affermato Gianfranco Baldinotti, amministratore delegato di Vittoria hub. “Il punto è: le aziende sono in grado di riconoscere al loro interno le persone che sono diverse, cioè che mettono continuamente in discussione modalità e prassi, e pensano a modi alternativi di fare le cose? Possono essere le startup a garantire la diversity”. Baldinotti ha ripreso un concetto a lui caro, quello della bottega rinascimentale. Vittoria hub è “come la bottega in cui vengono coltivate e sviluppate idee innovative. E Vittoria Assicurazioni  un mecenate del Rinascimento che finanzia le persone con idee creative e innovative” . (L.M.)

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Redazione EconomyUp
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