Non ha fatto in tempo a ingranare la marcia che è arrivata una brusca frenata per il trend del Buy Now Pay Later (BNPL), o almeno per quello proposto da Klarna, pioniera del settore, che deve affrontare un taglio della valutazione di circa 30 miliardi di dollari.
Nel 2021 l’unicorno svedese aveva raccolto un round di 639 milioni di dollari guidato da SoftBank, raggiungendo così una valutazione di 46 miliardi. Un anno dopo la valutazione potrebbe essere ridotta a 15 miliardi. La società è già in trattative con gli investitori per raccogliere un nuovo round di finanziamento di almeno 500 milioni di dollari.
Questo è un periodo difficile per la fintech: solo tre settimane fa il CEO Sebastian Siemiatkowski ha annunciato l’intenzione di licenziare il 10% della forza lavoro globale di Klarna. Non è la sola startup (o ex startup) che negli ultimi mesi ha deciso di avviare licenziamenti. Ma certamente entrambi i segnali – il calo della valutazione e la perdita di posti di lavoro – accendono potenti riflettori sull’unicorno svedese.
Come è nata Klarna, pioniera del Buy Now Pay Later
Fondata nel 2005 a Stoccolma da Sebastian Siemiatkowski, Niklas Adalberth e Victor Jacobsson, nasce con l’obiettivo di rivoluzionare l’esperienza di pagamento sia per gli acquirenti sia per i commercianti. Offre ai consumatori online l’opzione di pagare subito, o di posticipare il pagamento nel tempo, offrendo un’esperienza di check-out semplice e sicura. Un’idea che i tre fondatori presentano al premio annuale per l’imprenditoria ma che viene bocciata. I tre però non si scoraggiano e fondano una startup che cresce rapidamente: due anni dopo, nel 2007, la startup vende già i propri servizi in Finlandia, Norvegia e Danimarca. Seguono Germania e Paesi Bassi e, nel 2011, il Teleghaph la definisce una delle aziende tecnologiche più promettenti.
Klarna è sostenuta da investitori come Sequoia Capital, Bestseller, Permira, Visa e Atomico. Nel 2014 Klarna porta al proprio interno l’esperienza della tedesca Sofort AG dopo aver acquisito Sofort Banking dando vita Gruppo Klarna. Il 2015 l’entrata sul mercato americano. È degli ultimi anni la corsa al Buy Now Pay Later: la pioniera svedese si trova improvvisamente circondata da nuovi, agguerriti competitor. Nel 2021 Klarna ha registrato perdite operative di 6,58 miliardi di corone svedesi (689 milioni di dollari).
Perché la valutazione di Klarna è crollata, le ragioni dei licenziamenti
In una dichiarazione all’agenzia Reuters, Klarna ha sottolineato che il mondo è cambiato da quando ha definito i suoi piani aziendali nell’autunno del 2021.“Da allora, abbiamo assistito a una guerra tragica e non necessaria in Ucraina, un cambiamento nel sentimento dei consumatori, un forte aumento dell’inflazione, un mercato azionario altamente volatile e una probabile recessione” ha scritto Sebastian Siemiatkowski. “Mi rattrista dire che, di conseguenza, circa il 10% dei nostri colleghi e amici in tutti i domini dell’azienda ne risentirà”.
700 dipendenti si sono trovati così, da un giorno all’altro, senza lavoro. Ha fatto discutere la modalità scelta per rendere nota la decisione ai diretti interessati: un videomessaggio pre-registrato. Seguiranno ad ogni modo, fanno sapere dall’azienda, incontri individuali e i dipendenti europei di Klarna colpiti dal taglio riceveranno un non ben identificato “compenso”.
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Oltre a guerra, recessione e inflazione, alle radici del calo delle quotazioni di Klarna c’è anche, probabilmente, la competizione sempre più accesa nell’arena del BNPL, dove di recente è entrata anche Apple con on Apple Pay Later. Presentata al WWDC, la conferenza annuale degli sviluppatori, consentirà agli utenti negli Stati Uniti di distribuire il costo di un acquisto in quattro pagamenti nell’arco di sei settimane, senza pagare interessi o commissioni. Fa parte di una serie di funzionalità del suo nuovo sistema operativo, iOS 16.
L’ingresso di un colosso come Apple nel settore rischia di sparigliare ulteriormente le carte: già attive da tempo nel BNPL sono infatti società quali Affirm (San Francisco, Usa); l’australiana Afterpay (acquisita di recente da Square); Four (Usa); la giapponese Paidy, acquistata da PayPal, che comunque aveva già introdotto un proprio programma di prestito rateale; Scalapay, scaleup fondata da un italiano; Sezzle (Minneapolis, Stati Uniti); Zip (ex Quadpay). E anche alcuni emittenti di carte di credito, come Chase e American Express, hanno istituito meccanismi di finanziamento analoghi.