La lotteria degli scontrini è una delle misure contenute nel decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020. Anno che, secondo Valeria Portale e Giorgia Sali dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, sarà decisivo per lo sviluppo dei pagamenti digitali in ITALIA. Perché verrà introdotta una serie di interessanti novità in materia di incentivazione dei pagamenti elettronici, come strumento per digitalizzare il Paese e per la lotta all’evasione fiscale. A partire, proprio, dalla lotteria degli scontrini.
Lotteria degli scontrini, che cos’è e come funziona
Dal 1° luglio 2020 i consumatori potranno partecipare a una lotteria degli scontrini. Per prenderne parte, il cittadino dovrà richiedere un «codice lotteria» su un portale dedicato, ad oggi non ancora disponibile, e dovrà comunicarlo al commerciante prima dell’emissione dello scontrino elettronico (che non servirà conservare al fine della potenziale vincita). Qualora il pagamento avvenga con contanti, sarà necessario fornire oltre al codice lotteria anche il codice fiscale. Il commerciante, che deve aver adattato il proprio registratore alla trasmissione telematica, dovrà inviare le informazioni dello scontrino all’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui l’esercente al momento dell’acquisto rifiuti di acquisire il codice lotteria, il consumatore può segnalare tale circostanza nella sezione dedicata del portale Lotteria del sito internet dell’Agenzia delle entrate. Tali segnalazioni sono utilizzate dall’Agenzia delle entrate e dal Corpo della guardia di finanza nell’ambito delle attività di analisi del rischio di evasione. La lotteria, che inizialmente vedrà un’estrazione di tre codici al mese e poi una alla settimana dal 2021, darà a chi paga con carta una probabilità di vincita doppia. L’esito delle estrazioni potrà essere verificato sul sito dedicato, che diventerà attivo con l’inizio del nuovo anno.
Pagamenti digitali 2020, non solo lotteria degli scontrini
Oltre alla lotteria degli scontrini, le misure contenute nel decreto sono: fondi per i consumatori meritevoli, limite al contante, detrazioni subordinate per i cittadini, credito d’imposta per gli esercenti.
Rimborso ai cittadini che utilizzano strumenti di pagamento elettronico
Sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il 2020 e 2021 da assegnare come incentivo ai cittadini che sceglieranno di utilizzare prevalentemente strumenti di pagamento alternativi al contante, quali carte di pagamento tradizionali o app di pagamento su smartphone. Secondo le dichiarazioni del Premier, i rimborsi pro capite potrebbero raggiungere i 2.000 euro annui, ma il dettaglio delle modalità di ripartizione delle risorse non è ancora stato definito.
Limite all’utilizzo del contante
È confermata la riduzione del tetto massimo di utilizzo del contante. Dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, il limite al contante diminuirà a 2.000 euro. Dal 1° gennaio 2022 tale limite scenderà ulteriormente a 1.000 euro.
Detrazioni subordinate
Dal 1° gennaio 2020, le spese che godono delle detrazioni fiscali Irpef del 19% potranno essere detratte nella dichiarazione dei redditi da parte del cittadino a patto che siano state pagate attraverso un versamento bancario o postale oppure con altri mezzi tracciabili, come carte di pagamento o bonifici. Sono oggetto della subordinazioni quelle spese che sono elencate nell’articolo 15 del TUIR (ad esempio spese sanitarie presso strutture private, spese veterinarie, oneri relativi al riscatto degli anni di laurea, premi per assicurazioni sulla vita/infortuni, …). Vengono escluse dall’obbligo tutte le spese sanitarie presso strutture pubbliche o private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale, i farmaci e le altre spese agevolate da detrazioni fiscali al 19% che sono inserite nell’articolo 16, e non 15, del TUIR: sono esenti quindi dall’obbligo di tracciabilità il pagamento di affitti e canoni di locazione.
Credito d’imposta su commissioni pagamenti elettronici
Gli esercenti che abbiano ricavi non superiori a 400.000 euro potranno ottenere un credito di imposta pari al 30% delle commissioni bancarie pagate a fronte dell’accettazione di pagamenti con carta da parte dei consumatori.
Lotteria degli scontrini, pagamenti elettronici ed evasione fiscale: la situazione italiana
I pagamenti digitali, uno strumento contro l’evasione fiscale
Il ritardo dell’Italia sul tema pagamenti elettronici è evidente: guardando ai dati BCE il nostro Paese, infatti, seppur con una crescita dei pagamenti con carta pro-capite del 16% rispetto al 2017, risulta ancora uno dei fanalini di coda tra i 27 paesi dell’Unione Europea, occupando il 23esimo posto (su 27) nella classifica delle transazioni con carta pro-capite con soli 65 pagamenti all’anno a testa (la media EU è ben superiore alle 100 transazioni a testa e i best performer superano le 350 transazioni a testa).
Guardando poi all’evasione fiscale, secondo le stime dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano nel 2016 il transato degli italiani evaso da parte degli esercenti (sul quale quindi non è stata versata l’IVA e tutte le altre tasse) valeva tra i 120 e i 150 miliardi di euro, per un mancato gettito per le casse dello Stato italiano di circa 27 miliardi di euro. L’incidenza del nero è nettamente più alta sui pagamenti effettuati in contanti (30% del transato) rispetto a quelli effettuati con strumenti di pagamento elettronici (12% del transato).
Quali impatti avranno le misure volte a incentivare i pagamenti elettronici?
La volontà del Governo di incentivare i pagamenti elettronici, in ottica di un’Italia cashless rappresenta dunque un importante passo in avanti per il nostro paese. Tuttavia, l’efficacia delle misure previste non è scontata. Se da un lato siamo soddisfatti che finalmente è stata data la giusta attenzione al tema, dall’altro abbiamo il timore che non si raggiungano i risultati sperati. Guardando alle misure premiali dei pagamenti cashless, i livelli di efficacia e di persistenza degli effetti variano molto a seconda della tipologia e delle caratteristiche dell’incentivo stesso.
Scontrino elettronico : cos’è, come funziona e normativa 2020
Manovra di bilancio: 3 punti critici
La prima criticità è lato consumatore
L’efficacia della lotteria degli scontrini (già sperimentata da altri paesi europei quali Portogallo, Slovacchia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta, Lituania, Polonia, Slovenia e Romania) dipende strettamente dalla semplicità di partecipazione da parte dei consumatori e dal meccanismo di funzionamento, oltre ad avere un effetto che si limita alla durata dell’incentivo, poiché ha uno scarso effetto sulle abitudini ricorrenti di pagamento. Ecco, quello che si legge sulla lotteria italiana ci fa temere che non sarà semplice partecipare e quindi l’efficacia possa essere minore rispetto ad una lotteria di altro tipo.
La seconda criticità è lato esercente
il credito di imposta previsto dal decreto, seppur rappresenti un’agevolazione rispetto al passato, difficilmente renderà agli occhi dei commercianti i pagamenti con carta “meno costosi” di quelli in contante (soprattutto per gli esercenti che fanno nero). Questo, infatti, rimane ancora lo strumento preferito in accettazione, sia perché i costi percepiti sono inferiori rispetto ai pagamenti elettronici, sia perché, essendo uno strumento non tracciabile, rappresenta la scelta prediletta da chi vuole fare nero: un credito di imposta medio per esercente tra i 70 e i 115 euro, recuperabile a fine anno, difficilmente può rappresentare una alternativa valida al risparmio immediato percepito in relazione a una transazione in contante oppure a una transazione in nero. E questo a fronte di una spesa per lo stato che si aggirerebbe tra i 100 ed i 165 milioni di euro, considerando che gli esercenti che potrebbero beneficiare dell’incentivo sono circa 1,5 milioni (stime dell’Osservatorio Innovative Payments).
La terza criticità è legata alla subordinazione delle detrazioni all’aver effettuato il pagamento della spesa con strumenti tracciabili
La scarsa bancarizzazione di alcune fasce di popolazione, la mancata accettazione dei pagamenti elettronici da parte del destinatario del pagamento ed i problemi infrastrutturali relativi alla rete di accettazione (pensiamo alla mancanza di connettività per i POS che ne impediscono il funzionamento in alcune aree del nostro Paese) sono fattori che rischiano di rendere iniqua una norma che, nella teoria, ha obiettivi validi, poiché potrebbe privare alcuni cittadini di un’agevolazione a fronte di condizioni da loro non direttamente influenzabili. Inoltre, il monitoraggio operativo dello strumento di pagamento utilizzato dal consumatore è semplice quando la spesa viene effettuata online, ma diventa molto più complessa qualora il cittadino paghi presso un punto vendita, quale il tabaccaio, attraverso un bollettino. Per la Pubblica Amministrazione sarà necessario raccogliere ed integrare le informazioni relative ai pagamenti dal proprio circuito PagoPA, dalle banche, dai destinatari dei pagamenti, dai tabaccai: uno scenario sicuramente ambizioso e non senza criticità.
Non solo lotteria degli scontrini, il grande assente dalla manovra
Emerge, infine, come grande assente nella manovra, l’articolo 23, che introduceva sanzioni amministrative per la violazione dell’obbligo di POS per commercianti e professionisti e che è stato rimosso dal decreto. Di fatto, l’obbligo di detenere un POS e accettare le transazioni cashless che vige dal 2013 verso gli esercenti non diventerà operativo, dal momento che non viene prevista alcuna sanzione per chi non lo rispetti. In questo caso, crediamo che le sanzioni e gli obblighi siano ben poco efficaci, soprattutto se non vengono ben progettati dei controlli, tuttavia sarebbe potuto essere un segnale per gli esercenti.
Una manovra con luci e ombre quindi: l’importante passo in avanti nel puntare i riflettori sui temi dei pagamenti elettronici e dell’evasione fiscali, a lungo rimasti a torto ai margini della discussione politica, si contrappone a un insieme di azioni che risultano essere ancora troppo timide per essere veramente incisive. Confidiamo molto sui 3 miliardi stanziati dal Governo, ma ancora non spiegati.
È fondamentale agire su tutti i soggetti coinvolti, dai consumatori agli esercenti (come si sta facendo), dalle Pubbliche Amministrazioni all’Agenzia delle Entrate e le banche (con le quali il Governo non sembra aver chiuso accordi per ridurre a monte le commissioni bancarie).