Fusione Nexi-Sia, Valeria Portale: “Un matrimonio nato dall’innovazione”

“Sia e Nexi si sono incontrati nella spinta verso l’innovazione” dice a EconomyUp Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments del Polimi. “Il mercato dei pagamenti italiano vivrà una profonda fase di trasformazione”. “Rischi di monopolio? No, se l’arena diventa europea”. Gli effetti sulle startup

Pubblicato il 05 Ott 2020

Valeria Portale, Direttore dell'Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano

Il nuovo attore nel mondo dei pagamenti digitali, nato dalla fusione tra Sia e Nexi, è pronto a “scendere nell’arena europea”, per cui anche i rischi di monopolio che ne potrebbero derivare in Italia sono “limitati” se si guarda a uno scenario allargato. Ne è convinta Valeria Portale, Direttore  dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, che delinea per EconomyUp gli elementi salienti di questo nuovo scenario: due aziende finora considerate in qualche modo competitor, eppure di fatto complementari tra loro, che negli ultimi anni hanno scommesso sull’innovazione e che ora decidono di unire le forze.

La notizia del momento era in realtà stata preceduta da rumors anticipatori. Poi è arrivata la comunicazione ufficiale: nella serata di domenica 4 ottobre 2020 i consigli di amministrazione delle due aziende hanno dato via libera all’operazione di fusione con la sottoscrizione di un memorandum of understanding tra Nexi, Sia, Cdp Equity, Fsia e Mercury, cioè il veicolo dei private equity Bain Capital, Advent e Clessidra. Un’operazione di cui si parlava da tempo e che è stata voluta sia dai private equity azionisti di Nexi sia da Cdp, la Cassa Depositi e Prestiti guidata da Fabrizio Palermo, maggiore socio di Sia. Ne scaturirà un player italiano di dimensione europea, pronto a cogliere le opportunità di consolidamento a livello internazionale:  una realtà da 1,8 miliardi di euro di ricavi aggregati al 2019.

Naturalmente l’accordo richiederà tempo per essere messo in atto in termini operativi. Ma di una cosa Valeria Portale è persuasa: “Ci sarà una profonda fase di trasformazione del mercato dei pagamenti italiano. Una trasformazione sempre orientata verso l’innovazione”.

Come è nato questo “matrimonio” nel mondo dei pagamenti digitali in Italia?

Sia e Nexi sono storicamente due attori profondamente diversi tra loro, ma anche un po’ competitor. In realtà sono complementari: Sia è un payment processor, Nexi offre alle banche un servizio di acquiring. Sulla carta, negli anni, c’era stato una sorte di amore-odio tra loro: questo perché i clienti principali di entrambi sono le banche.

In quale punto del percorso si sono incontrati?

Nella spinta verso l’innovazione. Nexi vive da tempo una profonda trasformazione. Nata dall’esperienza trentennale di CartaSi, nel corso degli anni è passata attraverso il cambio di brand ed ha acquisito varie realtà, tra cui Mercury Payments, ex controllata di Intesa Sanpaolo che è tra i leader dell’acquiring, e Bassilichi, impegnata nella gestione di terminali POS. Ha insomma viaggiato a una velocità molto elevata. D’altra parte Sia è sempre stata sull’onda dell’innovazione: pensiamo al progetto Jiffy lanciato nel 2019 per il BancoMat Pay. Sono due attori vivaci, dai quali possiamo aspettarci molte cose. Senz’altro continueranno a innovare nel mondo dei pagamenti.

Quale ruolo potranno avere insieme a livello europeo e internazionale?

Oggi il mondo italiano dei pagamenti fatica a imporsi sul mercato europeo. Grazie anche alla  SEPA, l’area unica dei pagamenti in euro, un nuovo attore come quello nato dalla fusione tra Nexi e Sia potrebbe diventare un centro importante dei pagamenti in Europa. E addirittura conquistare la leadership in Europa.

Sono sorte perplessità legate al fatto che si rischia di creare un quasi-monopolio in Italia…

È un elemento negativo se l’arena competitiva è il mercato italiano. Ma, se l’arena è europea, non è più un monopolio e il rischio è limitato. Ormai non si tratta più di offrire servizi per le banche italiane, ma di includere banche europee che operano sul mercato e che hanno bisogno di forniture e servizi. È vero che Sia e Nexi  non hanno moltissimi asset europei, però hanno la capacità di costruirseli. Magari partendo dalle banche europee che operano nel nostro Paese. Per esempio tra i clienti Nexi c’è la sede in Italia della Deutsche Bank.

C’è il rischio di un impoverimento del ruolo delle startup innovative?

Il rischio c’è, però è vero che attori come Nexi e Sia hanno sempre guardato alle realtà innovative per fare acquisizioni, innovare e collaborare. Proprio per poter competere a livello europeo dovranno mantenere questi asset. Se l’arena è l’Europa, è ancora più importante riuscire a mantenere partnership con l’ecosistema per dare valore e affrontare le sfide.

Il 7 ottobre uscirà l’anteprima del nuovo Report dell’Osservatorio Innovative Payments. Cosa dicono i dati per aiutarci a leggere la fusione Sia-Nexi?

Può essere un segnale positivo in un periodo non semplicissimo caratterizzato dalla pandemia. È vero che nei primi 6 mesi del 2020 sono cresciuti i pagamenti digitali rispetto all’uso del contante, ma c’è stata una forte riduzione dei consumi per viaggi, turismo ecc. Questo elemento di innovatività dato dalla fusione Nexi-Sia, in un anno così difficile, potrebbe spingere ulteriormente verso l’innovazione nei pagamenti digitali.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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