Oltre 384milioni di euro di prestiti garanti dallo Stato a più di 1200 startup negli ultimi tre anni: sono i dati contenuti dell’ultimo rapporto su “Le startup innovative e il Fondo di Garanzia per le PMI” con le cifre aggiornate al 30 settembre 2016. Rapporto dal quale risulta anche che il tasso di sofferenza di queste imprese è vicino allo zero, ovvero che quasi tutte le startup restituiscono il dovuto.
► Cos’è il Fondo di Garanzia – Il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (noto come “Decreto Crescita 2.0”), convertito in legge a dicembre 2012, ha previsto in favore di startup innovative e incubatori certificati l’accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (FGPMI), un fondo governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. Nello specifico, la garanzia copre l’80% del prestito erogato dall’istituto di credito alla startup innovativa, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro, ed è concessa sulla base di criteri di accesso estremamente semplificati, con un’istruttoria che beneficia di un canale prioritario. Infatti, il MedioCredito Centrale, l’ente gestore del Fondo, non opera alcuna due diligence ulteriore rispetto a quella già effettuata dalla banca, e alle richieste di garanzia riguardanti le startup innovative è riconosciuta priorità nell’istruttoria e nella presentazione al Comitato di gestione. In pratica, attraverso il Fondo di Garanzia, lo Stato garantisce in buona parte per l’imprenditore. Un vantaggio non da poco, perché le startup, essendo realtà imprenditoriali appena avviate, incontrano di solito grandi difficoltà anche solo a farsi ricevere dalle banche, per non parlare dell’erogazione dei prestiti. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e impresa. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc. ecc. sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Ma sulla parte garantita dal Fondo, il’80%, non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie. Se poi l’azienda va male e lo startupper o l’imprenditore risultano insolventi, il Fondo di Garanzia copre i debiti per la parte da esso garantita.
♦Quando lo Stato garantisce per le startup: come funziona il Fondo di Garanzia
►Il bilancio triennale – Dall’ultimo report (qui è possibile scaricare il rapporto aggiornato su “Le startup innovative e il Fondo di Garanzia per le PMI“) risulta che, da settembre 2013 a settembre 2016, le operazioni di finanziamento verso startup innovative garantite dal FGPMI sono state 1.987. Le startup innovative destinatarie di operazioni di finanziamento garantite dal FGPMI3 sono risultate 1.239. La discrepanza tra numero di startup e operazioni deriva dal fatto che alcune startup hanno attivato più di una operazione. L’importo totale dei finanziamenti verso le startup innovative garantiti dal FGPMI è di 490.398.993 euro. L’importo garantito è pari a 384.053.839 euro. L’importo medio dei finanziamenti verso le startup innovative garantiti dal FGPMI è 246.804 euro. La durata media dei finanziamenti verso le startup innovative garantiti dal FGPMI è di 54,8 mesi.
►La distribuzione per regioni – Le prime cinque regioni in termini di importo dei finanziamenti occupano i primi cinque posti anche per numero di operazioni avviate. Guardando ai valori medi, colpiscono i casi della Lombardia, che pur a fronte di un elevatissimo numero di operazioni figura anche al secondo posto in termini di importo medio del prestito; dell’Abruzzo, il cui importo medio dei finanziamenti è di gran lunga il più elevato a livello nazionale, pur attestandosi su valori mediani (12° posto su 20) nella classifica delle regioni per numero di operazioni; di tenore opposto è il caso della Toscana, che pur attestandosi anch’essa intorno alla metà della classifica (11° posto per operazioni) presenta il finanziamento medio più basso a livello nazionale, davanti alla sola Valle d’Aosta. Le startup innovative di Friuli Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige presentano un’incidenza nell’accesso al Fondo di Garanzia sensibilmente più elevata rispetto alla media nazionale. Di tenore opposto sono le indicazioni relative alla Toscana, che pur rappresenta una regione in cui la popolosità del fenomeno startup innovative è elevata.
►In crescita il ricorso al Fondo – Rispetto ai dati rilevati il 30 giugno 2016 si registra un cospicuo incremento di operazioni di finanziamento avviate (+334), di startup innovative destinatarie (+203) e di importo dei finanziamenti (+72,41 milioni di euro). In calo l’entità del finanziamento medio (-6.064 euro). La durata media dei prestiti sale a 54,8 mesi rispetto ai 54,2 mesi registrata nella rilevazione precedente.
►Tipologie di operazioni finanziate – Rispetto al complesso delle operazioni di finanziamento facilitato da FGPMI, il 65,4% è in regolare ammortamento ed il 5,7% è giunto a scadenza senza attivazione della garanzia. Nell’11,8% dei casi, la startup ha chiesto un prestito coperto da FGPMI, il quale ha dato parere positivo, ma l’operazione non è ancora stata finalizzata, quindi il prestito non è stato ancora erogato. Nel 16,9% dei casi, l’operazione di finanziamento non è stata perfezionata. Solo nello 0,3% delle operazioni, vi è stata richiesta di attivazione della garanzia.
►Poche sofferenze – Il tasso di sofferenza individuato preso le startup innovative risulta notevolmente inferiore rispetto a quello rilevato presso le startup in senso lato (vale a dire le imprese da non più di 3 anni) e verso l’universo delle società di capitali. In pratica quasi tutte le startup restituiscono il dovuto. Va però detto che tale rilevazione è da considerarsi ancora parziale per due ragioni: la mancanza di una profondità storica adeguata; il tempo medio di passaggio a sofferenza registrato dal FGPMI nel corso della sua storia è pari a 3 anni e mezzo.
►Incubatori certificati – Le operazioni di finanziamento verso incubatori garantite dal FGPMI sono state 13. Gli incubatori certificati destinatari di finanziamento garantito dal FGPMI sono nove. L’importo totale dei finanziamenti verso gli incubatori certificati garantiti dal FGPMI è 11.610.000 euro. L’importo garantito è pari a 8.938.000 euro. La durata media dei finanziamenti verso gli incubatori certificati garantiti dal FGPMI è 53 mesi. Tutte le operazioni di finanziamento verso gli incubatori certificati garantite dal FGPMI sono in regolare ammortamento: si rileva solo una operazione in corso di perfezionamento. Non si registra alcuna richiesta di attivazione della garanzia.
►Rifinanziamento – La crescita del ricorso al Fondo di Garanzia sembrerebbe dimostrare che lo strumento è in grado di attirare e agevolare startupper e piccoli imprenditori. Non a caso, nel piano Industria 4.0 presentato nelle scorse settimane dal governo è previsto il rifinanziamento del Fondo con 900 milioni di euro a fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro. Occorrerà vedere se il provvedimento verrà effettivamente attuato quando il piano entrerà nella legge di Stabilità entro fine anno. Tuttavia, con l’aumento delle richieste di prestiti, cominciano a comparire sul mercato comportamenti quando meno insoliti. Alcune startup raccontano di banche che pretenderebbero garanzie personali non solo sul 20% dell’importo richiesto, ma su tutto il 100%. Questo però non dovrebbe succedere: ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del Dm attuativo, il Fondo interviene solo a patto che non vengano richieste altre garanzie bancarie, finanziarie o assicurative. Ma alcuni istituti di credito aggirano la norma chiedendo garanzie personali. C’è poi il tema dei tassi: alcune startup lamentano di essere incappate in banche che ne hanno richiesti di particolarmente elevati, visto che la definizione e la contrattazione è rimandata alle parti.
►Il Fondo amato dai 5 Stelle – Una vicenda in qualche modo curiosa riguarda il Movimento fondato da Beppe Grillo: i suoi parlamentari si sono tagliati stipendi e diarie, per un totale 5 milioni e mezzo di euro, per contribuire a finanziare il Fondo di Garanzia. Li hanno raccolti e consegnati. L’obiettivo era aiutare i piccoli imprenditori che hanno problemi a farsi concedere prestiti dalle banche. Tuttavia, in qualche modo, hanno dato soldi pubblici a un ente pubblico. O, secondo alcuni, hanno fatto “un regalo alle banche”.