IL PERSONAGGIO

Fintech in Africa, che cos’è Kuda la startup scelta da Elena Lavezzi dopo Revolut

Uber, Circle, Revolut e ora…Kuda. Che cosa c’è dietro la scelta di Elena Lavezzi che lascia la guida Sud Europa della startup tedesca per diventare Chief Strategy Officer di una neobank nigeriana? Una nuova missione del fintech: rendere il credito più semplice a accessibile in una parte del mondo ancora svantaggiata

Pubblicato il 20 Giu 2022

Elena Lavezzi entra in Kuda

Quando i segnali aumentano, bisogna cominciare ad ascoltarli. La prima uscita della rubrica Innovation radar metteva in evidenza, a inizio giugno, l’interesse di investitori e media internazionali  per il fintech in Africa. Nel corso del weekend su Linkedin è stato un tripudio di congratulazioni per Elena Lavezzi, che ha annunciato di aver lasciato Revolut per Kadu, challenger bank nigeriana, appunto, di cui sarà il Chief Strategy Officer. E chi la conosce, nel mondo delle startup, sa che la Lavezzi ha sempre guardato avanti: prima Uber, poi Circle, quindi Revolut.  C’è un quadrante del mondo da scoprire.

Sicuramente vi starete chiedendo: ma cos’è Kuda?

Come è nata e che cosa fa Kuda

Fondata in Nigeria da Babs Ogundeyi e musty Mustapha nel 2019, Kuda ha importanti uffici a Londra, Città del Capo e Lagos, in Nigeria, dove ha quasi 4 milioni di clienti. L’azienda intende presto aggiungere altri mercati attraverso un piano di espansione molto ambizioso. Kuda ha completato un round di raccolta fondi di serie B da 55 milioni di dollari nel 2021 e ha raccolto oltre 90 milioni di dollari in totale da alcuni degli investitori istituzionali più rispettati al mondo, tra cui
Valar Ventures LLC e Target Global.

“Sono onorata – ha commentato Elena Lavezzi – di portare la mia esperienza dalle scaleup internazionali di alto livello a questo nuovo viaggio, e di avere l’opportunità di lavorare con molte persone di talento mentre costruiamo il motore di crescita e i processi per la prossima fase di Kuda”.

Chi è Elena Lavezzi

Figura ben nota nell’ecosistema italiano (e non solo), ha partecipato al lancio di Uber in Italia, da cui è uscita come direttore marketing, per poi guidare (dopo un passaggio in Tinaba) prima l’ingresso in in Italia di Circle, piattaforma di servizi finanziari basati sulla blockchain, dove è poi diventata Director Go-To-Market Retail Europe, e poi di Revolut, di cui è stata responsabile del mercato del Sud Europa.

Laureata alla Bocconi, un master of Science, Marketing and Creativity alla lavorare con Uber quando ancora la società per noleggio auto con conducente da smartphone era ancora pressoché sconosciuta. Dal 2013 al 2017 ha ricoperto il ruolo di

(QUI una video-intervista di EconomyUp del 2015 risalente a quando Lavezzi era ancora in Uber)

Successivamente ha deciso di affacciarsi al mondo del fintech (tecnologia applicata alla finanza), lavorando per Circle, azienda americana di trading degli investimenti in criptovalute, dapprima come General Manager per l’Italia e poi come Director per l’Europa delle attività go-to-market dei prodotti retail, spostandomi a Londra.

Dopodiché, tornando a Milano, è stata nominata responsabile del mercato del sud Europa per Revolut, super-app in grado di rispondere a tutte le esigenze legate al mondo della finanza: dai servizi mainstream (come la gestione del denaro nella quotidianità) a quelli di nicchia (quali l’investimento in criptovalute).

Elena Lavezzi è anche co-founder di UNICEF Italia Next Generation.

Elena Lavezzi e il passaggio a Kuda

“Dopo tre fantastici anni in Revolut – ha scritto Lavezzi sul suo profilo Linkedin –  dove ho avuto l’opportunità di crescere esponenzialmente da un punto di vista professionale e personale, facendo della regione dell’Europa meridionale, partita da zero, uno dei mercati più rilevanti e in rapida crescita dell’azienda, è tempo di dire ufficialmente addio. Sono estremamente entusiasta di condividere la notizia che sono recentemente entrato a far parte di Kuda come Chief Strategy Officer. Kuda è una società fintech con la missione di rendere i servizi finanziari più accessibili, convenienti e gratificanti per ogni africano del pianeta e credo davvero che abbia tutti gli ingredienti per diventare il principale attore per la regione africana e oltre. Stiamo offrendo agli africani di tutto il mondo un’alternativa migliore alla finanza tradizionale, fornendo servizi tra cui trasferimenti di denaro gratuiti, budget intelligente e accesso istantaneo al credito tramite dispositivi digitali.

Fintech in Africa: un trend in ascesa

Seppure considerata per molti versi arretrata sul fronte tecnologico (ovviamente con differenze, anche sensibili, tra Paese e Paese), l’Africa è ritenuta allo stesso tempo una terra di opportunità. Ma è necessario conoscerne a fondo il contesto per poter valutare investimenti e operazioni imprenditoriali.

Dato che solo l’11% della popolazione ha le informazioni relative al proprio credito registrate da agenzie private, c’è spazio per l’offerta di soluzioni di accesso al credito in tempo reale, come per esempio fa la startup Indicina (in questo articolo la sua storia). Altro problema: la frammentazione dei vari sistemi di pagamento, diversi a seconda delle diverse aree del territorio. Si occupa di unificarli la società panafricana di pagamenti digitali MFS Africa, che sta acquisendo Global Technology Partners GTP con sede negli Stati Uniti, in un accordo in contanti e azioni del valore di 34 milioni, riferisce il Financial Times. Nel frattempo in Egitto nasce Disruptech Egypt Fund I, un fondo di venture capital dedicato al supporto di startup tecnologiche e fintech.

L’Africa è dunque un terreno da esplorare in fatto di tecnologie applicate al mondo finanziario. E l’italiana Lavezzi è scesa in campo per la sfida. (L.M.)

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