OLTREBANCA

Facebook ha una licenza bancaria. Ora potrebbe offrire prestiti a 2 miliardi di utenti

Nel silenzio quasi totale dei media, a ottobre la società di Mark Zuckerberg ha acquistato una licenza bancaria in Irlanda. Perciò in qualunque momento potrebbe decidere di effettuare i servizi di una banca. I potenziali clienti in Italia sarebbero i suoi 31 milioni di iscritti. Molti di più del principale gruppo bancario

Pubblicato il 24 Gen 2018

Mark_Zuckerber

Facebook acquista una licenza per offrire prestiti personali ai suoi 2,07 miliardi di utenti, mentre ha già iniziato a sperimentare in Inghilterra e negli Stati Uniti la possibilità di vendere e ricevere pagamenti direttamente all’interno della sua app.

In realtà l’azienda possiede questa tecnologia dal 2015, ma fino ad oggi non è stata una priorità.

La nuova strategia di Facebook è più importante di quanto sembri. Mark Zuckerberg è sempre stato particolarmente abile ad adattarsi ai cambiamenti politici ed economici. Se cambia strategia, vuol dire che il panorama in cui ci muoviamo non è più lo stesso.

Wall Street si aspetta entro 2-3 anni una crisi della finanza mondiale simile a quella del 2008, se non peggiore.

James Rickards, avvocato e consigliere di fondi di investimento che all’epoca aveva testimoniato di fronte al Parlamento USA, ha scritto un libro sull’argomento. Il titolo significativo è “Road to Ruin” (La Strada Verso la Rovina) ed è diventato un best seller. In America, le favole di Harry Potter sono state sostituite dall’ansia per il futuro.

Le banche tradizionali non si sono ancora adattate ad un mondo dominato dagli smartphone, anche se le più attente hanno iniziato a prendere delle contromisure.

La fiducia per i politici è ai minimi storici.

In questo scenario, Mark Zuckerberg ad ottobre, nel silenzio quasi totale dei media tradizionali, ha acquistato una licenza bancaria in Irlanda.

Di fatto, Facebook è già diventato una banca.

Grazie all’Unione Europea, in qualunque momento Mark Zuckerberg può decidere di offrire conti correnti e prestiti a 31 milioni di italiani iscritti a Facebook.

Per mettere questi numeri nella giusta prospettiva, basta ricordare che Banca Intesa, il più grosso gruppo bancario italiano, ha 11,1 milioni di clienti. Nessuno di questi utilizza l’app della banca 5-10 volte al giorno come un utente medio di Facebook.

Molte banche italiane si rendono perfettamente conto che il mercato è cambiato. Posso parlare per esperienza personale. A novembre sono stato invitato come speaker al Convegno annuale di Volterra delle fondazioni, casse di risparmio e banche private. Alcune hanno iniziato a sviluppare operazioni di open banking interessanti, altre stanno rafforzando il rapporto con i clienti più tradizionali. Storicamente, le banche sono sopravvissute a qualunque crisi. Ed è molto probabile che sopravvivano anche a questa.

Questo ottimismo tuttavia è riservato al sistema bancario nel suo complesso, non ai singoli operatori. La crisi del 2008 ha mandato in bancarotta Lehman Brothers, la quarta banca di investimento più grande degli Stati Uniti. Nel 2009 sono fallite 140 banche solo negli USA.

Quando Facebook ed Amazon entreranno a tempo pieno nel mercato bancario, andranno a colpire sia le banche sia le startup legate al mondo della finanza (Fintech).

Questo è il momento migliore per le banche tradizionali per innovare ed iniziare a creare alleanze con il mondo delle startup.

Seguendo James Rickards ed il suo libro dal titolo non proprio ottimista “La Strada per la Rovina”, già nel 2019 potremo fare un primo elenco delle banche sopravvissute.

==

Questo articolo nasce da Fintech Space, la video rivista sulla finanza tecnologica. Potete vedere il video originale al minuto 25:37 di Rete Economy “People Transformation“.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Stefano L. Tresca
Stefano L. Tresca

Vive dal 2010 a Londra dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech. Il suo ultimo libro è "Future Cities", Amazon bestseller.

Articoli correlati

Articolo 1 di 2