Se è vero che un’azienda può fare successo solo se riesce a soddisfare un’esigenza presente nella società, allora Borsadelcredito.it è già sulla buona strada. Sì, perché questa impresa attiva dall’ottobre 2013 ha l’obiettivo di aiutare le Pmi italiane a ottenere soldi dalle banche anche in tempi di crisi. E se c’è una cosa di cui il sistema produttivo tricolore ha maledettamente bisogno è certamente il credito.
Borsadelcredito.it è stata fondata da due giovani di 29 e 30 anni, Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini, ex consulenti nel settore bancario-finanziario che a un certo punto della loro pur breve carriera hanno deciso di mettersi in proprio creando una piattaforma web che fa intermediazione gratuita tra le richieste di finanziamento delle piccole e medie imprese e gli istituti di credito.
Il procedimento è piuttosto lineare. Quando una Pmi richiede del denaro su Borsadelcredito.it (sotto forma di finanziamento, fido, mutuo o factoring), il portale mette a disposizione un consulente che analizza la domanda, verifica se il richiedente ha i requisiti necessari per le banche e nel giro di 24 ore fornisce una prima risposta all’impresa sulla fattibilità del finanziamento. “Chi ha bisogno di credito può sapere in un colpo solo, dal proprio ufficio o dalla propria fabbrica senza girar per banche, se la propria richiesta ha buone probabilità di essere accettata da parte dei nostri partner bancari (finora sono Banca Popolare di Milano, Banca Sistema e Cariparma Crédit Agricole, ndr)”, spiega Alessandro Andreozzi, che oltre a essere co-founder, è anche vicepresidente di Borsadelcredito.it.
Il progetto è stato lanciato da Crenway, una società nata in base all’idea dei due giovani e a cui hanno preso parte diversi esperti del settore. A differenza di altre startup, il processo di raccolta del capitale (850 mila euro) è stato piuttosto rapido e si è basato sull’investimento di amici, familiari, business angel e persone con lunga esperienza nell’universo bancario come il presidente Angelo Daniele Blancato. Finora, il sistema proposto da Borsadelcredito.it sta ricevendo riscontri positivi: a oggi, in sei mesi di attività, sono circa 2.050 le imprese che si sono rivolte al portale.
Uno degli elementi che maggiormente attrae i piccoli imprenditori bisognosi di finanziamenti è appunto la gratuità del processo. A pagare sono le banche, che riconoscono alla piattaforma web delle commissioni in cambio di clienti già “profilati” e con merito di credito già pre-valutato. Di ogni richiedente vengono infatti esaminati i bilanci, le eventuali garanzie e i vari punteggi che possono concorrere a valutarne la solvibilità. Se le verifiche portano a risultati positivi, Borsadelcredito.it è in grado di fornire in pochi giorni agli imprenditori le offerte fatte dalle banche.
A questo punto ci si può domandare: ma funziona davvero? “Qualche prova dell’efficacia del nostro sistema già c’è”, afferma il vicepresidente. A cominciare da Ares, una piccola azienda di servizi (fatturato di poco inferiore ai 100 mila euro) specializzata nel noleggio a lungo termine di flotte aziendali che aveva bisogno di un finanziamento di alcune migliaia di euro per la ristrutturazione della propria sede. Il titolare ha digitato sui motori di ricerca le parole chiave “finanziamento a imprese” e ha trovato Borsadelcredito.it tra i risultati. Rivoltosi alla piattaforma, ha ricevuto la telefonata del consulente per mettere a punto la richiesta, ha consegnato la documentazione necessaria e nel giro di un paio di giorni ha saputo quale istituto era disposto a concedergli il denaro. È andato nella filiale della banca, gli hanno inviato e dopo qualche giorno gli è stato erogato il finanziamento. Tempo complessivo: una decina di giorni.
La Marchese, gruppo ligure attivo nell’import/export di carne (fatturato superiore ai 50 milioni di euro), necessitava di alcune linee di credito in tempi brevissimi per supportare un’importante commessa a livello internazionale. Il dipartimento finanziario faceva fatica a trovarle in fretta con le banche a cui si era rivolto di solito. Così, il titolare della Marchese ha tentato la carta del web con Borsadelcredito.it. All’azienda si è dedicato uno dei membri più esperti del team e in una settimana era stato organizzato l’incontro con un istituto disposto a erogare il credito, poi effettivamente concesso nel giro di un mese.
Una terza storia significativa, di cui però non è possibile scrivere il nome dei protagonisti, è quella del proprietario di un piccolo esercizio artigianale commerciale che aveva bisogno di un finanziamento per creare un nuovo business, legato alla sua prima attività. Aveva girato anche alcune banche ma l’esito era stato negativo. A quel punto, Borsadelcredito.it, lavorando con il commercialista dell’artigiano ha messo a punto un business plan e un piano di investimenti e li ha presentati in una banca. All’ulteriore richiesta di garanzie da parte dell’istituto, i consulenti della piattaforma hanno trovato un confidi disponibile a mettere la copertura e ha fatto incontrare i tre soggetti (imprenditore, confidi e banca) per trovare la quadra. Risultato: denaro erogato. “Un piccolo artigiano, senza il nostro aiuto, avrebbe fatto molta più fatica a muoversi tra business plan, confidi, fondi di garanzia e altri elementi poco noti a chi non conosce questo universo: forse, senza di noi, non avrebbe ottenuto il finanziamento”, sottolinea Andreozzi.
Proprio per risolvere le difficoltà di molti piccoli imprenditori nel compilare la documentazione, Borsadelcredito.it ha introdotto sul sito anche un servizio che consente a ogni imprenditore di farsi il proprio business plan da solo. Ci sono nove passaggi: basta inserire le informazioni richieste e il software fa scaricare direttamente e gratis il documento in pdf. “È disponibile da poche settimane ma già se n’è servito un centinaio di aziende. Ed è in arrivo anche un servizio a disposizione dei commercialisti per agevolare il lavoro che fanno con i propri clienti”, aggiunge il co-fondatore.
Il messaggio che arriva dai fondatori di Borsadelcredito.it è che in realtà ci sono più strumenti per facilitare l’accesso al credito di quanto si pensi comunemente. “Per esempio, il Fondo di Garanzia 662 o altri fondi da usare come collaterali per le Pmi esistono”, dice Andreozzi. “Solo che a volte gli istituti non li prendono sufficientemente in considerazione, perché la redditività di un finanziamento dato ai piccoli operatori economici è molto bassa”. Anche in tempi di crisi, le banche restano sempre banche.