Nel corso della settimana scorsa sono arrivate tre notizie che messe insieme possono fornire un segnale importante sullo sviluppo della blockchain e dei distributed ledger.
Tre news indicano una direzione precisa sulla velocità di crescita di questa tecnologia, che sta, a mio avviso, già uscendo dalla fase di sperimentazione, durata pochissimo se si pensa che i primi investimenti su di essa sono arrivati nel 2013, ma che l’accelerazione degli sviluppi è nata solo nella seconda metà del 2015.
Andiamo a vedere di che si tratta.
Il gruppo di lavoro interbancario coordinato da ABI Lab, con 14 banche partecipanti, ha terminato positivamente la fase di POC (Proof of Concept) di un progetto di utilizzo di una piattaforma di DLT, Corda Enterprise di R3, per la gestione delle cosiddette “spunte interbancarie”, un processo che regola la chiusura mensile delle transazioni bilaterali tra Banche. La cosa – riportata qui – può sembrare non particolarmente frizzante ma in realtà è un passo non da poco. Avendo avuto l’occasione e la fortuna di partecipare alle prime fasi del progetto, devo dire che il lavoro del gruppo è stato formidabile e apre nuove strade per standardizzare e rendere più efficienti e trasparenti i processi bancari attraverso la DLT.
La stessa R3 nella stessa settimana è stata co-protagonista di un annuncio da parte della DTCC – azienda nordamericana che fornisce soluzioni infrastrutturali al mondo degli scambi finanziari e del trading. Tale annuncio è un potenziale spartiacque nel mondo del trading. La DTCC ha annunciato di aver terminato una prima fase di testing affermando che la tecnologia DLT è in grado di reggere il peso dei picchi di transazioni di un giorno tipico di trading del mercato azionario USA, pari a 115 milioni di transazioni in un giorno o 6300 scambi per secondo per 5 ore continuative. Altre ulteriori verifiche saranno necessarie, ad esempio sulla resilienza della rete, ma questa è già una big news.
Il governo italiano ha inserito nel decreto semplificazioni 2019 una novità assoluta: la definizione dei registri distribuiti. Se si riuscirà a dare seguito a questa importante novità legislativa ciò significherà che gli smart contract – i contratti regolati e gestiti proprio attraverso piattaforme DLT –potranno avere un chiaro framework normativo e quindi troveranno diffusione massiva. Il compito di individuarne proprio gli strumenti tecnici e normativi necessari sarà ad appannaggio di una cabina di regia nazionale che il governo vuole costituire attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro di 30 tecnici il cui iter è già partito attraverso un avviso, una call for expert, pubblicato dal MISE.
Due di queste tre notizie vengono dall’Italia, non dal sud est asiatico o da Londra o dalla Silicon Valley, e questo fa abbastanza impressione. Se 14 banche del nostro Paese riescono a lavorare con successo su un processo gestito da un DLT, se a livello politico si vede l’opportunità di dare forza legale a questa nuova tecnologia allora non stiamo più al dibattito su un ipotetico futuro, né ad una discussione tra puristi fedeli del bitcoin o meno. Siamo al momento in cui la scalabilità e quindi l’adottabilità di una nuova soluzione tecnologica passa dalla sperimentazione alla pratica.
La conferma finale di ciò arriva dalla seconda notizia, che probabilmente avrà impatti dirompenti – per chi non è stato attento in questi mesi a cosa accadeva. L’annuncio significa che potenzialmente tutti i vari mercati borsistici e più in generale di trading al mondo potranno essere gestiti da una o più soluzioni basate sui distributed ledger. Certo, altri test andranno completati ma il primo grande ostacolo è stato superato, il futuro sembra chiaro, i mercati di trading saranno in futuro gestiti da piattaforme DLT.
Penso proprio che per per quanto riguarda le blockchain e i DLT siamo alla vigilia di un nuovo decennio di trasformazione digitale dell’infrastruttura portante del mondo finanziario, al pari di quanto avvenne negli anno settanta. Una nuova fase tutta da vedere, parte integrante della quarta rivoluzione industriale.