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Desertificazione bancaria: scompaiono le filiali, ma solo 1 cliente su 2 usa l’Internet banking



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In Italia aumenta il numero di chi sta perdendo l’accesso ai servizi bancari: oltre 10,4 milioni vivono in Comuni totalmente desertificati, cioè senza sportelli. D’altra parte l’Internet banking è utilizzato solo dal 51,5% degli utenti, contro una media UE del 63,9%. Si rischia l’esclusione sociale per mancanza di competenze digitali

Pubblicato il 29 lug 2024



Desertificazione bancaria
Desertificazione bancaria

In Italia l’Internet banking è ancora utilizzato solo dal 51,5% degli utenti, contro una media Ue del 63,9%, eppure si continuano a chiudere filiali bancarie, il cosiddetto fenomeno della desertificazione bancaria. Ad evidenziarlo sono i dati dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 30 giugno 2024 da Banca d’Italia e Istat.

Secondo questi dati, nel primo trimestre 2024 è cresciuto il numero dei Comuni desertificati e quello delle persone e delle imprese che non possono più contare su una filiale nel comune di residenza. Si rafforza solo il private banking, ma le nuove aperture sono state ricavate all’interno di filiali già esistenti. Ma vediamo i dettagli della situazione.

Oltre 10 milioni di abitanti in Comuni senza filiali bancarie

Come si legge nel comunicato diffuso da First Cisl, aumenta il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400mila italiani vivono in Comuni totalmente “desertificati” (4 milioni e 392mila, + 0,4% rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione, quelli con un solo sportello (6 milioni e 60mila, + 0,5%). Nell’arco di un anno, da marzo 2023, l’aumento è stato di circa 500mila persone. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 265.635, 1.123 in più rispetto a dicembre.

Aumentano le strutture di private banking, ma all’interno delle filiali

Dalla fine del 2023 è diminuito anche il numero degli sportelli. La tenuta che si registra a livello statistico è infatti solo apparente. Sui dati aggregati del primo trimestre incidono 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Ma si tratta in realtà di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking.

Al netto di queste aperture si registra invece un calo di 97 sportelli, superiore a quello dello stesso periodo del 2023 (- 72). Emerge dunque la tendenza del sistema bancario italiano ad accentuare la spinta al private banking. Ne è un esempio l’apertura di 8 filiali da parte di Mediobanca Premier, che in realtà hanno preso il posto di quelle chiuse da CheBanca!.

Desertificazione bancaria: le Regioni più colpite

Sempre secondo lo studio della Cisl, confrontando i numeri con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 si delinea un andamento non omogeneo tra le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia e Toscana (- 0,7%), Lazio, Umbria e Veneto (- 0,6%), Sicilia (- 0,4%), Sardegna e Piemonte (- 0,2%).

Fintech e neobank: 57,5 milioni di clienti in Italia, ma in Europa sono di più

Queste cifre potrebbero essere meno allarmante se l’Internet banking fosse pienamente affermato nel nostro Paese. Non è così. Secondo una ricerca Statista 2023, fintech e neobank che offrono servizi bancari e di pagamento (carte, app, ecc.) hanno raccolto un bacino di 57,5 milioni di clienti in Italia. Si tratta di un valore notevole, ma in Europa ci sono diversi Paesi che sono più digitali di noi. Il Regno Unito, per esempio, conta 106,53 milioni di utenti, mentre in Germania e Francia la stima è rispettivamente di 96,4 e 79,4 milioni.

Guardando gli utenti singoli, si legge in questo articolo, sarebbero 5,82 milioni gli italiani che sono già passati a una neobank abbandonando gli istituti tradizionali. Considerando una popolazione italiana pari di 59 milioni di abitanti, significa che il 10,14% di loro ha un conto nativo digitale, gestibile interamente da computer o da mobile. Ma non appare sufficiente a compensare il fenomeno di chiusura degli sportelli.

Competenze digitali: attenzione all’esclusione sociale

La desertificazione bancaria, conclude lo studio Cisl, rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali. Infatti, tra i 65 e i 74 anni, solo il 26% delle persone utilizza l’internet banking. Un dato che deve far riflettere sulle disparità che possono scaturire da una mancata estensione delle competenze a tutta la popolazione.

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