Credem, Credito Emiliano, è un istituto di credito con sede a Reggio Emilia. Fondato nel 1910 su iniziativa di imprenditori reggiani, con il nome di Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia, è oggi presente in 19 regioni italiane con 628 tra filiali, centri imprese e negozi finanziari, 6.238 dipendenti e 821 consulenti finanziari con mandato.
Nel 2019 l’impegno condiviso in Credem è stata la creazione di una Innovation Unit guidata da Piergiorgio Grossi, oggi Chief Innovation Officer dell’azienda ed ex Chief Information and Digital Transformation Officer di Ducati Motor Holding.
Credem, gli obiettivi dell’Innovation Unit
“L’azienda ha infatti compreso la necessità di creare le condizioni adatte allo sviluppo dell’innovazione, che oggi punta su tre aspetti chiave: Open Innovation, committment delle altre Line of Business e il giusto bilanciamento tra teoria e pratica”, spiega Simone Chiesi, Innovation Manager di Credem, in occasione del Workshop Startup Intelligence dello scorso gennaio dedicato al tema “Il modello operativo per l’innovazione”. Il Gruppo ha così deciso di nominare a capo della nuova unità Grossi che, seppur senza un background nel settore finance, ha maturato una forte esperienza in tema di Open Innovation. Per quanto riguarda il commitment, l’Innovation Unit è in staff al co-Direttore Generale ed è stato introdotto un Comitato di Innovazione che accoglie le prime quattro Direzioni e alcune altre LoB verticali che possono fare da sponsor a varie iniziative. “Infine, per bilanciare teoria e pratica, abbiamo inserito le spinte che provenivano dall’azienda e dal gruppo all’interno di un percorso di innovazione, cercando di teorizzare questo processo”, dichiara il manager.
Credem, il percorso per un’innovazione efficace
Che cosa vuol dire fare innovazione?
L’implementazione del modello operativo in Credem ha visto una prima fase in cui si è cercato di capire cosa volesse dire fare innovazione: “cercavamo qualcosa legato al cliente e al dato, qualcosa che ci aiutasse a sperimentare e ad avere un approccio incrementale, qualcosa basato sulle persone e sulla cultura”, spiega Chiesi. “Si è quindi provato a dare una definizione univoca di innovazione, in modo da comunicare senza ambiguità con il resto della azienda, definizione che sottolinea da un lato l’importanza di intercettare all’interno e all’esterno quelle spinte che possano essere tradotte in qualcosa di concreto in azienda, e dall’altro la creazione delle condizioni per facilitare l’innovazione”.
2. Il framework di riferimento
Nella seconda fase, il team di Grossi ha sviluppato un framework di riferimento per il modello di innovazione con un duplice obiettivo, da un lato analizzare cosa Credem stesse facendo, dall’altro razionalizzarlo. Il framework definito, partendo dalla strategia dell’azienda, prevede tre pilastri: Assess, Change, Innovate.
Il pilastro Assess riguarda il posizionamento interno ed esterno da diverse prospettive, tecnologia, digitale ed ecosistema delle startup;
Change riguarda metodologie, modalità di lavorare e cultura;
Innovate rappresenta il processo di innovazione vero e proprio.
3. Il modello operativo per l’innovazione
È stato quindi elaborato un modello operativo per l’innovazione che, partendo da topics e insights di innovazione collegati con la strategia di Credem, prevede lo sviluppo di idee costantemente testate con clienti, la sperimentazione con prototipi e la fase di piloting. Sono stati quindi definiti un budget dedicato alle iniziative di innovazione e l’effort (IT e non) per la prototipazione.
A supporto dell’intero modello, Credem sta introducendo, da inizio 2020, metodologie come Design Thinking, Lean Startup e Agile Development. In quest’ottica rientrano iniziative di Change come lo Startup Day, cioè la possibilità di incontrare startup creando cultura e contaminazione, l’Agile Day, ossia il progetto di introduzione delle metodologie Agile in Credem, occasione in cui la popolazione aziendale si può confrontare sul tema condividendo esperienze, successi e insuccessi.