L’exit è un bene per chi fa impresa? La cessione delle quote sui mercati finanziari (quotazione in Borsa) o a un’altra società, magari straniera, aiuta l’azienda a crescere oppure rischia di impoverire il tessuto produttivo italiano? Alla domanda hanno risposto gli ospiti della puntata di EconomyUpTv del 27 febbraio “Startup: vendere o crescere?” (CLICCA QUI PER RIVEDERE LA PUNTATA): Mauro Giacobbe, amministratore delegato di Facile.it, Marco Gay, presidente dei Giovani di Confindustria, e Andrea Rangone, professore al Politecnico di Milano.
Il caso preso in esame è appunto quello di Facile.it, il portale di comparazione di polizze auto e tariffe che è stato rilevato l’anno scorso al 75% dal fondo inglese Oakley Capital. Nel sondaggio realizzato da EconomyUp a fine 2014, l’exit di Facile.it è stata giudicata la più importante. E, come racconta durante il dibattito tv Mauro Giacobbe, ha avuto un effetto positivo sull’organizzazione dell’azienda. Con l’ingresso dei nuovi investitori, dice l’ad, la società si è focalizzata ancora di più sulla crescita e ha cominciato a dedicare un’attenzione diversa ai dati e ai risultati per poter trarne più indicazioni utili al business.
Un impatto positivo, insomma. L’importante, sottolinea Marco Gay in collegamento da Roma, è che l’exit arrivi nell’ambito di un percorso di crescita di un’impresa e non sia finalizzata solo a far guadagnare gli investitori che scelgono di disinvestire.