OPEN BANKING

CheBanca! e il progetto Babylon: cambiare paradigma partendo dai microservizi

Con Babylon, CheBanca! vuole permettere la massima flessibilità alle personalizzazioni e alle parametrizzazioni dei contenuti dell’home banking e un più elevato livello di integrazione dei servizi forniti dai partner. È la prima piattaforma sul mercato in grado di fungere da “widget container” in modalità plug in

Pubblicato il 04 Ott 2022

babylon concept

Essere partner delle famiglie di fascia alta nella gestione del risparmio e degli investimenti, forte di un modello di consulenza fortemente relazionale arricchito da piattaforme digitali evolute a servizio di consulenti e clienti. È questa la mission di CheBanca!, da sempre caratterizzata e riconosciuta per la sua forte componente di innovazione, confermata da continui investimenti sulle proprie piattaforme oggi protagoniste di un totale cambio di paradigma: un’innovativa architettura di front end è infatti stata creata per liberarsi dai limiti dei produttori di terze parti, così da avere la completa gestione di circa 400 widget sviluppati – e di quelli che saranno sviluppati in futuro.

Con Babylon, questo il nome del progetto, CheBanca! ricostruisce la sua struttura IT per permettere la massima flessibilità alle personalizzazioni e alle parametrizzazioni dei contenuti dell’home banking, nonché un più elevato livello di integrazione dei servizi forniti da partner commerciali e tecnologici.

CheBanca!, il nuovo paradigma all’insegna della flessibilità

Sviluppato da maggio 2020 a dicembre 2021, Babylon è la prima piattaforma sul mercato in grado di fungere da “widget container” utilizzabile in modalità plug in. Si tratta un software custom che permette di gestire indipendentemente i suoi vari componenti, assemblandoli e dis-assemblandoli a seconda delle esigenze senza compromettere l’integrità del sistema. L’architettura è stata realizzata utilizzando un database a grafo, che consente di costruire le pagine di navigazione nella maniera più semplice e veloce possibile.

Estremamente adattabile, il nuovo sistema è creato per permettere la facile e veloce integrazione di nuove funzionalità, evitando i colli di bottiglia che solitamente si verificano con l’adozione di piattaforme di mercato.

Come funziona Babylon

Babylon è composta principalmente oggi da quattro componenti:

• Zion: rappresenta il back end del nuovo portale

• Babylon: rappresenta il front end

• Neo4j: un Graph Database, che viene utilizzato per la gestione del modello dati dei componenti che costituiscono le pagine che l’utente naviga e visualizza nel proprio browser

• Connectors: un insieme di connettori che gli permettono l’integrazione (volutamente limitata) con sistemi terzi (Cache, LDAP, Mode-Engine, Graph-DB e Cheetah)

“In pratica” spiega Francesco Testa, Responsabile delle Architetture IT di CheBanca!, “per ogni widget siamo riusciti a creare dei micro-front end e li abbiamo collegati a un microservizio. In questo modo, se prendiamo la nostra piattaforma come base, saremo in grado di inserire, secondo una logica open, i widget per noi interessanti in un dato momento”.

Inoltre, collegando ogni widget al suo microservizio, in caso di malfunzionamento è possibile intervenire direttamente sul singolo tassello coinvolto.

“Questa caratteristica è per noi è tanto più importante in quanto i nostri servizi devono poter parlare con fornitori di servizi esterni alla banca secondo modalità controllate e sicure” aggiunge Testa.

Gli ingredienti dell’innovazione di CheBanca!

L’innovazione di Babylon è strettamente connessa al modello aperto su cui CheBanca! poggia le sue basi, e che grazie al progetto ha raggiunto un nuovo livello.

“A contribuire al buon esito del progetto è stata di aiuto una caratteristica nativa di CheBanca!: i canali digitali sono disaccoppiati dalle funzioni di back end per il tramite di un gateway API garantendo consistenza e centralità dei dati” spiega Marco Zaffaroni, Chief Operating Officer – Direzione Centrale Operations di CheBanca!, “Babylon ha permesso di effettuare un ulteriore disaccoppiamento sul nostro home banking, garantendo non solo una più facile integrazione e il riutilizzo delle componenti applicative già presenti, ma anche lo sviluppo di nuove componenti (microservizi) aumentando la resilienza e la scalabilità.”

Realizzata in piena pandemia, senza impattare sull’operatività quotidiana e quasi interamente da remoto, la nuova piattaforma è stata sviluppata in chiave di innovazione sostenibile, con l’intento di creare una base per investimenti futuri.

Il risultato, conclude Zaffaroni, è una tecnologia modulare che permette di “costruire a partire da piccoli mattoni, grandi progetti”

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Maura Valentini
Maura Valentini

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