Un cliente sempre più giovane e digitale. E banche online, hi-tech e a portata di telefono. Dall’unione tra queste due realtà nascono le challenger banks, le banche che piacciono alle nuove generazioni.
L’ultima generazione di banche digitali, le neobank o, appunto, challenger banks è ormai nata da circa 5-6 anni. Le neobank sono operative in tutti i Paesi occidentali, con oltre 60 milioni di clienti complessivi, ben tre volte il più del 2018 ed almeno cinque di loro sono già valutate sopra il miliardo di dollari.
Challenger Banks: che cosa sono
Non hanno filiali né fisiche né online, ma attirano comunque decine di migliaia di clienti: sono le challenger banks, che mettono a disposizione i propri servizi unicamente attraverso app e smartphone. E grazie alla loro vocazione decisamente tech (e ai costi contenuti) attirano soprattutto i millennials.
Challenger Banks: come funzionano
Queste nuove banche, come dice il nome, mirano a sfidare la vecchia guardia del mondo degli istituti di credito. Di dimensioni particolarmente modeste, generalmente si appoggiano (almeno in parte) proprio a quelle “old bank” dalle quali si vogliono distinguere: gli istituti tradizionali si occupano infatti per conto delle challenger banks del deposito materiale del denaro e di tutte le operazioni burocratiche (dall’antiriciclaggio alla compliance) necessarie per operare. Inoltre, le “new banks” si appoggiano ad altre imprese fintech e insurtech per offrire ai propri clienti servizi (come, ad esempio, piattaforme di investimento e di trasferimento di denaro) molto più agili e personalizzabili di quelli delle banche tradizionali. E sebbene, a un primo esame, possano sembrare molto più astratte e incorporee degli istituti di credito “fisici”, le challenger banks mirano invece a instaurare con i clienti una relazione che non si limiti semplicemente al deposito o al trasferimento di denaro classici di un conto corrente, offrendo invece servizi a valore aggiunto (come previsioni di saldo o robo advisory) e a basso costo (zero commissioni e zero spese) per fidelizzare la clientela.
Le Challenger Banks in Europa
Secondo i dati di dealroom, escludendo le italiane (di cui parleremo nel prossimo paragrafo) sono 49 le challenger banks in Europa. In queste slide, i nomi, la sede, gli investimenti ricevuti e l’ultimo round delle principali challenger banks europee.
Le Challenger Banks italiane
Tra le challenger banks italiane, queste sono quelle più interessanti.
Tinaba
Il suo nome è già tutto un programma. Tinaba, infatti, è l’acronimo di “This is not a bank”. Creata da Matteo Arpe, ex numero uno di Capitalia, Tinaba è molto più di un digital wallet: è una App che consente di trasferire denaro, pagare e gestire le spese quotidiane. Con Tinaba puoi amministrare i risparmi e realizzare progetti di crowdfunding in una modalità social, divertente e veloce. Le forza di Tinaba è rappresentata dalla semplicità: tutte le sue funzioni sono accessibili in pochi tap e sono totalmente gratuite. Anche un solo centesimo può essere trasferito senza alcun tipo di commissione, né per chi lo invia né per chi lo riceve. Tinaba, pensata con l’obiettivo di mettere in connessione le relazioni umane con le esigenze economiche e le abitudini – di consumo e di risparmio – delle famiglie e dei giovani, rappresenta un nuovo modo di relazionarsi col denaro, agli altri e agli acquisti. Con Tinaba fin dalla schermata iniziale si ha il controllo di tutto il proprio portafoglio in modo immediato: nella sfera del ME si visualizza il proprio saldo, il denaro presente sulla carta Tinaba e il riepilogo dei crediti e debiti; in quella del WE si visualizzano i progetti e le casse comuni create oppure quelle nelle quali si è coinvolti; nella sfera dell’ALL, infine, risultano visibili i progetti e le campagne di crowdfunding a cui si partecipa. È possibile scaricare gratuitamente Tinaba dall’AppStore o da GooglePlay. Tinaba, il cui capitale è attualmente detenuto da Sator Private Equity Fund – il fondo promosso da Sator S.p.A., è attiva in Italia grazie ad un accordo in esclusiva siglato con Banca Profilo.
L’anno scorso Tinaba ha avviato una partnership con Alibaba per consentire ai sempre più numerosi visitatori provenienti dal Far East di pagare con la propria mobile app Alipay presso gli esercenti convenzionati Tinaba. L’accordo permettere così di portare i pagamenti e i servizi di marketing per i turisti cinesi sulla rete di accettazione di Tinaba che include il settore taxi, le stazioni di servizio, la ristorazione, le edicole, i negozi e l’ecommerce.
Buddybank
Buddybank è il tentativo di Unicredit di creare “la banca del futuro”. Annunciata nel 2016, è disponibile dal gennaio 2018. Definito da Unicredit il “primo modello di banca digitale e conversazionale” solo perché funziona su mobile e offre un call center disponibile 24 ore al giorno, per esigenze finanziarie ma anche per prenotare un volo o un hotel.
In pratica di tratta di un’app per iPhone (da scaricare da Apple Store) dalla quale aprire il conto buddy. Una volta fatto ciò, si può richiedere a casa carta di debito e di credito.
A febbraio 2016 il founder Angelo D’Alessandro presentava così il suo ambizioso progetto: “Creare una nuova banca dentro una ‘vecchia’ banca”. Ovviamente pensava ai millennial e a chi usa lo smartphone per vivere. E descriveva uno scenario innovativo dove sarà possibile dal nuovo “sportello digitale” prenotare Uber o la maratone di New York, grazie anche a un servizio di concierge dedicato.
Soldo
È stata fondata a Londra, ma Soldo ha anima italiana. Soldo è una startup fintech che ha lanciato il primo conto multi-spese in Europa. In questa intervista a EconomyUp il founder Carlo Gualandri spiega come funziona la sua carta per la famiglia, ma il discorso si allarga anche al fintech in generale e al perché l’ecosistema italiano deve essere meno autoreferenziale.
Nel 2018 Soldo lancia la versione business del suo conto multiutente: carte prepagate personalizzabili, flusso digitale dei pagamenti, un cruscotto di gestione. Un sistema che fa risparmiare tempo e riduce i costi, anche nelle imprese piccole e nuove.
Basato sul circuito di pagamento Mastercard, Soldo Business permette di delegare, controllare e tracciare in tempo reale le uscite aziendali e quelle dei collaboratori attraverso l’uso di carte prepagate personalizzabili, un cruscotto di gestione su web e un’app su iOS o Android che permette agli utenti di aggiungere informazioni e le foto delle ricevute alle transazioni, integrandosi con i più usati software di contabilità.
Hype
Progetto del gruppo Banca Sella, Hype è un’app per la banca di tutti i giorni che offre un nuovo modo di gestire tutte le operazioni bancarie. Insomma, un modo nuovo di gestire il denaro. Fa parte di Fabrick, laboratorio di open banking lanciato dal gruppo Sella, che mette a disposizione di operatori bancari, aziende e di realtà che le supportano nella trasformazione digitale un ecosistema di competenze, tecnologie e servizi. Fornisce una piattaforma tecnologica ma anche opportunità di incontro e contaminazione. Al suo interno 50 nuove realtà del fintech.
Widiba
È la banca online di Mps. In Widiba la proposta digitale è integrata a una componente ad alto contenuto relazionale: una piattaforma funzionale, per la parte del mercato che sceglie una gestione autonoma, e strumentale, per coloro che cercano assistenza e consulenza finanziaria attraverso la rete dei promotori. Tra le caratteristiche di Widiba, una piattaforma aperta e a garanzia di scelte di investimento personalizzato, e un sistema di responsive tecnologico, per la fruizione su tutti i dispositivi mobile e tablet, e “individuale” per le dinamiche di customizzazione progettate.
Nel 2017, come annunciato da pagamenti digitali, l’ultima novità annunciata da Widiba sposa il concetto di banca liquida. La banca online ha infatti scelto di affidarsi alla tecnologia e in particolare alla realtà virtuale e aumentata, per creare un nuovo modello di relazione con i propri clienti, dando vita a vere e proprie filiali accessibili dai suoi correntisti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, direttamente dalla propria casa. Le novità? Da Widaba Home (Gli utenti dovranno solo scaricare la App e dedicata e indossare un paio di occhiali per la realtà virtuale per “entrare in banca”) alla mixed reality (esperienza immersiva nella quale il consulente e il cliente condividono informazioni, strumenti e report in una modalità innovativa e coinvolgente) a Widiba Street, filiale mobile e itinerante.
Il caso N26
Un discorso a parte merita N26, challenger bank tedesca ma presente anche in Italia. È la prima mobile first, una banca tutta dentro lo smartphone. E così per aprire un conto, inviare e ricevere denaro, effettuare pagamenti e gestire le proprie finanze in qualunque momento, basta utilizzare un’app. È l’innovazione di N26, startup tedesca fondata da Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal con sede a Berlino.
N26 sta costruendo la prima Mobile Bank globale. Il suo obiettivo è rendere i servizi bancari più flessibili e trasparenti per i propri clienti. Che si tratti di caratteristiche già esistenti, come le notifiche in tempo reale e l’assenza di commissioni sui pagamenti tramite carta effettuati in tutto il mondo, o di funzionalità previste per il futuro, come la condivisione dei conti con un semplice clic, N26 continua a risolvere i problemi legati ai servizi bancari che i consumatori digitali di tutto il mondo si trovano a dover affrontare.
Attualmente la società opera in 24 mercati in Europa, e ha più che triplicato la sua base di clienti negli ultimi 12 mesi, superando i 2,3 milioni di clienti. La società punta a superare i 100 milioni di clienti a livello mondiale nei prossimi anni.
Dal lancio del suo primo prodotto, N26 ha acquisito oltre 2,3 milioni di clienti in 24 mercati europei e, ad oggi, il volume delle transazioni processate dalla società supera i 20 miliardi di euro. Attualmente, i fondi depositati dai clienti nei conti correnti N26 ammontano a oltre 1 miliardo di euro.
A gennaio del 2019 ha annunciato un round di finanziamento di serie D del valore di 300 milioni di dollari. Con un valore di 2,7 miliardi di dollari N26 è la startup fintech europea più valutata.
Revolut
Revolut ha al suo arco due frecce: un funding molto forte (circa 900 milioni raccolti) e un trend di ricavi in forte crescita, con 13 milioni di clienti raggiunti anche grazie i servizi di banking alle piccole aziende, il cui numero di conti dovrebbe raggiungere il milione per fine anno.
Challenger banks: i dubbi
In un articolo del Sole24ore si fa riferimento alle continue perdite di tre neobank, Revolut, Monzo e Starling, le tre principali in UK e delle loro difficoltà a raggiungere la profittabilità. In questo articolo per EconomyUp Roberto Ferrari, esperto del settore, elabora un’analisi ed esprime i suoi dubbi in proposito.
(Articolo aggiornato al 14/09/2020)