Bergamo, come nasce la prima città senza contante

Prima una call per scegliere i “pionieri”, poi da maggio un programma di incentivi per commercianti e clienti. Nel capoluogo lombardo si spingono i pagamenti digitali. Con la collaborazione di CartaSi, Visa e Mastercard. Che qui raccontano le loro strategie

Pubblicato il 03 Apr 2015

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C’è un preciso motivo se è stata scelta Bergamo per avviare il progetto Cashless City, il piano nazionale di sensibilizzazione all’uso dei pagamenti innovativi sostenuto da Cartasì in collaborazione con MasterCard, Visa e UbiBanca. La città orobica ha infatti tutte le carte in regola per ospitare una sperimentazione di lungo periodo per convincere cittadini, esercenti e imprese a rinunciare al contante. L’iniziativa parte con il lancio di una open call che selezionerà dieci soggetti a cui verrà affidato il ruolo di “pionieri”: vivranno cashless accedendo a tutti i servizi e i prodotti del territorio comunale e saranno seguiti dalla stampa locale, che racconterà con interviste e reportage l’esperienza degli utenti, monitorata anche attraverso il sito Cashlesscity.it e l’omonima app collegata.

Ma sarà a partire dal 4 maggio che il piano entrerà nel vivo: tutte le forme di pagamento innovativo, dalle carte di credito ai sistemi contactless dei mobile wallet, permetteranno ai titolari e agli esercenti di partecipare a un programma di incentivi, un vero e proprio concorso, che premierà i singoli (con estrazioni settimanali e mensili di buoni acquisto da 100 e 500 euro) e la collettività (attraverso un sistema di misurazione delle performance raggiunte a livello cittadino). Le somme si tireranno a fine 2015, quando saranno comunicati i risultati (nel frattempo aggiornati costantemente su sito e app), oltre alla successiva tappa del progetto.

Per ora si sa soltanto che, con ogni probabilità, si tratterà di un’altra città con le stesse caratteristiche demografiche di Bergamo: un centro con non più di 300 mila abitanti e un’ottima infrastrutturazione dal punto di vista dei sistemi di accettazione di pagamenti elettronici. Con in più – non guasta mai – un’amministrazione pronta a cogliere la sfida del progresso digitale. Il sindaco Giorgio Gori ha infatti annunciato che gli uffici del Comune saranno dotati di una cinquantina di nuovi POS, grazie ai quali i cittadini potranno pagare usando le carte sia i tributi, che le multe che le commissioni per le piccole pratiche burocratiche. “Siamo onorati di essere stati scelti per questa sperimentazione”, ha detto Gori, “anche perché diventare una ‘can do city’ è uno dei nostri obiettivi primari”.

CartaSi, Visa e Mastercard: ecco come vedono i pagamenti digitali

Il riferimento di Gori è naturalmente all’accessibilità e alla semplificazione che le applicazioni digitali, anche e soprattutto nella forma dell’e-payment, possono apportare all’esperienza di ogni categoria di cittadino. Come si diceva, Bergamo è ben attrezzata da questo punto di vista. Il capoluogo lombardo, infatti, vanta già una tradizione di servizi a valore aggiunto legati all’uso delle carte. Rossella Leidi, vice direttore generale e responsabile commerciale di UbiBanca, a cui fa capo la Banca popolare di Bergamo, spiega che “l’università locale utilizza le carte non solo come strumento di pagamento ma anche per erogare servizi non strettamente bancari, così come in alcuni comprensori sciistici, le carte possono essere utilizzate per saltare la coda alla cassa delle strutture e pagare solo per il tempo effettivamente speso sugli impianti”. Ma Bergamo si distingue anche per le opportunità offerte dall’azienda dei trasporti locali, la Atb, che attraverso la propria app consente ai viaggiatori di acquistare il biglietto direttamente dallo smartphone. Atb inoltre gestisce i parcheggi pubblici cittadini, e da settembre 2014 ha cominciato a sostituire i 130 parcometri collegati ai 2400 posti auto pubblici con nuovi dispositivi dotati del terminale di pagamento “Strada” (prodotto da Parkeon), che consente il pagamento con carta di credito. Un investimento de 500 mila euro. Da menzionare inoltre il fatto che a Bergamo è arrivata da poco anche IT taxi, l’applicazione sviluppata da Uritaxi (l’associazione di categoria nazionale), che permette di pagare la corsa utilizzando, ancora una volta, i sistemi di pagamento elettronico associati al proprio telefono cellulare.

Luca Gotti, della Banca popolare Bergamo, conferma che anche dal lato dell’utenza, per lo meno sul fronte della diffusione degli strumenti, la situazione è matura. “Contiamo 60 mila clienti privati, 4 mila imprese, e abbiamo distribuito 23 mila carte credito, con un trend in crescita nell’utilizzo negli ultimi anni. Il problema è che i cambiamenti culturali sono più lenti rispetto a quelli tecnologici, ed è per questo che tutti i soggetti della filiera dei pagamenti innovativi, a partire dalle banche, devono favorire un allineamento, attraverso attività di formazione ed esperienze pratiche che mettano in luce i vantaggi personali e collettivi che risulterebbero dall’adozione massiva di questi strumenti. Sono convinto che i cambiamenti globali passano da quelli locali, in alcuni casa dall’iniziativa dei singoli. È la sommatoria di queste azioni che rende visibile un fenomeno e favorisce l’emulazione. Per questo ripongo molta fiducia nel progetto Cashless City”.

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