L’intervista

Banking as a Service, come offrire servizi finanziari alle aziende: la proposta della francese Swan



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Fondata a Parigi nel 2019, la scaleup ha debuttato in Italia. Obiettivo: entrare in contatto con le realtà più giovani, ma, allo stesso tempo, convincere anche le aziende strutturate ad adottare soluzioni di Banking as a Service. Parla il Country Manager per l’Italia, Alessandro Giovanelli

Pubblicato il 3 lug 2024

Luciana Maci

Giornalista



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Alessandro Giovanelli, Country Manager Italia Swan

“Le startup, e in generale le giovani aziende, sono pronte al Banking as a Service, anzi molte nascono già pensando di ospitare una soluzione di questo tipo, mentre è più difficile persuadere le realtà strutturate. Dobbiamo usare una doppia strategia: essere propositivi con le società giovani e convincere le aziende leader di mercato che possono generare nuove fonti di revenue con il Banking as a Service“. È questa la strategia di Swan, scaleup francese, come la descrive a EconomyUp il responsabile per l’Italia Alessandro Giovanelli.

Cos’è il Banking as a Service

Il Banking as a Service (BaaS) è un modello di business che consente alle aziende non bancarie di offrire servizi finanziari utilizzando l’infrastruttura e le licenze di banche tradizionali. In pratica, le banche aprono le proprie piattaforme e API (Application Programming Interface) a terze parti, permettendo loro di incorporare funzionalità bancarie nei prodotti e servizi.

Cosa fa Swan

Fondata nel 2019 a Parigi, Swan è una  fintech europea nel settore della finanza integrata, che il 18 giugno 2024 ha annunciato l’apertura di un nuovo ufficio a Milano. Swan elabora circa 1 miliardo di euro di transazioni al mese per oltre 100 aziende con disponibilità d’azione in 30 paesi europei. Conta più di 200 dipendenti ed è guidata da esperti fintech e imprenditori come Nicolas Benady, Nicolas Saison e Mathieu Breton. La società è stata fondata con il supporto dello start-up studio eFounders e ha ricevuto finanziamenti da importanti investitori di venture capital come Lakestar, Accel, Creandum e Bpifrance.

“Al momento – spiega Alessandro Giovanelli a EconomyUp – la definizione che più ci si addice è quella di scaleup: non siamo più una startup, non siamo ancora un unicorno. Ma siamo stati inseriti dalla stampa francese come i possibili unicorni francesi del futuro, e questo ci fa ben sperare”.

Swan, un “possibile unicorno”

Come è nata Swan?

Il sogno dei co-founder sogno era quello di realizzare un prodotto dove qualunque sviluppatore potesse, con un’idea in testa, sviluppare una piattaforma e fosse in grado di emettere da solo delle carte di debito che le persone avrebbero potuto utilizzare addirittura il giorno dopo. L’idea alla base era la semplicità. Swan è passata attraverso un periodo complicato come quello del Covid, ma è riuscita a prendere un primo round di finanziamenti nel 2020, un round di serie A nel 2021, per poi arrivare a un round molto grande nel 2023 di circa 37 milioni. In tutto la scaleup ha raccolto 58 milioni. Abbiamo in programma un nuovo round che ci permetterà di crescere ancora di più. Intanto i finanziamenti hanno permesso l’apertura di diversi uffici, nello specifico Amsterdam, Berlino e Barcellona. E ora in Italia. Vogliamo posizionarci in Europa come il player di riferimento per il banking as a service.

Il Banking as a Service in Italia

A che punto è il banking service in Europa e in Italia? Come pensate di affermarvi nel nostro Paese?

Sicuramente l’Europa e l’Italia sono in due fasi molto diverse. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere come esperienza prima la Francia, poi la Spagna, la Germania e l’Olanda. Abbiamo visto mercati più maturi, che magari sono qualche anno avanti rispetto a noi. In Italia ci troviamo probabilmente un pochino indietro: manca in parte quel settore intermedio di aziende già sviluppate che parlano la lingua del banking as a service. Ma l’opportunità è comunque notevole: stiamo ricevendo un’ottima risposta dal mercato. Vogliamo convincere le realtà di oggi e di domani del mercato italiano che possono essere loro i protagonisti della nuova rivoluzione del banking.

Quali clienti per voi in Italia sarebbero clienti ideali o, se già ne avete, potete citarli?

Il Banking as a service permette a praticamente tutte le aziende, senza avere una licenza bancaria, di offrire servizi finanziari. In Italia siamo attivi con pochi clienti perché siamo appena partiti. Tra questi c’è Tundr, una startup che si occupa di welfare management. Abbiamo una pipeline molto interessante su questi verticali e ci saranno sicuramente news di prossime acquisizioni nei prossimi mesi.

Banking as a Service: i vantaggi per le aziende tradizionali

Quali criticità vedete nel nostro mercato e quali opportunità per il banking service?

La criticità è che ci troviamo in una fase ancora molto embrionale del processo. Le aziende giovani pensano già alla soluzione banking service, mentre è più difficile affrontare le realtà strutturate.

Quali vantaggi in più date a un’azienda tradizionale che decide di affrontare processi totalmente nuovi?

È un’opera di convincimento che necessita di tempo. Lavoriamo a stretto contatto con le aziende per mostrar loro come stiamo lavorando all’estero e quali risultati abbiamo raggiunto. Cercheremo di far vedere a queste aziende come, grazie a Swan, potranno offrire un servizio migliore e aumentare la retention dei propri utenti, andando in competizione con gli istituti finanziari.

L’importanza dell’ecosistema

Quanto ha contato l’ecosistema francese per lo sviluppo di Swan?

L’ecosistema ha aiutato molto a fare una crescita veloce. Non è un caso che molti degli unicorni europei nascano in Francia. Ma gli effetti positivi riscontrati in Spagna e Olanda si possono traslare anche sul mercato italiano, che è frammentato e offre grandi opportunità di partnership.

Un’ultima curiosità: perché Swan si chiama così?

Non c’è una risposta precisa, è stato scelto perché ai founder piaceva questo nome.

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