Fare qualcosa, qualsiasi cosa – per esempio aprire un conto corrente online – “con un clic” è diventata un’espressione abusata e non corrispondente alla realtà. Purtroppo quasi mai un clic è soltanto un clic, anzi. Per aprire un conto bancario online su Hype, banca interamente digitale, di clic ce ne vogliono 44, ed è in generale il minimo necessario rispetto ad altre realtà di questo tipo. Serve circa il doppio dei clic per Intesa San Paolo (85) e Ubi Banca (95). Ma la sorpresa è una banca multicanale come Fineco che ne richiede 120.
L’interessante ricerca è stata condotta da AppQuality, suite di servizi che, attraverso una community di tester qualificati, verifica l’effettiva efficacia di prodotti digitali. Fondata nel 2015 da Edoardo Depoli e Luca Manara, la startup è incentrata appunto sul crowdtesting, ovvero le procedure di verifica effettuate dalla “folla” degli utenti, che si propone di accompagnare il testing interno e aumentarne esponenzialmente i benefici. Obiettivo finale: aiutare le imprese nello sviluppo della qualità dei propri prodotti digitali. In altre parole: aiutarle a innovare.
A maggio 2020 il gestore di Venture Capital P101 SGR, attraverso il suo secondo veicolo P102 e ITA500 (fondo di venture capital istituito da Azimut Libera Impresa sgr e gestito in delega da P101), ha guidato un round di investimento da 3,5 milioni di euro in AppQuality. Il round è stato partecipato da Italian Angels for Growth (IAG), Club degli Investitori e Club Italia Investimenti 2, già nel capitale della società insieme a Digital360.
3,5 milioni per il leader italiano del crowdtesting AppQuality, P101 guida il round
In questo caso sotto la lente di ingrandimento di App Quality sono finite le banche. Banche che stanno vivendo da tempo una fase di trasformazione digitale, a cui è stata impressa una forte accelerazione dal periodo di pandemia. Ma in quale misura quelle prese in esame dal crowdtesting consentono agli utenti di crearsi facilmente e rapidamente un conto online?
AppQuality: come è stato effettuato il test sui clic
Nella settimana tra il 15 e il 19 giugno 2020 App Quality ha chiesto ad alcuni dei tester della sua community di aprire un conto online in alcune delle più importanti banche del territorio italiano e di contare il numero di clic necessari per raggiungere I’obiettivo.
Prima di mostrare i risultati, è necessario sottolineare alcuni dettagli della ricerca:
— la ricerca è focalizzata sul numero di clic necessari per arrivare all’attivazione del conto, ma non tiene in considerazione il tempo impiegato per il raggiungimento dell’obiettivo;
— il conteggio dei clic inizia dalla prima pagina utile per iniziare il processo di attivazione di un conto corrente. Non sono quindi stati considerati i clic che dalla home page portano alla pagina “apri un conto corrente con XXX’,
— non sono mai state utilizzate scorciatoie come “iscriviti tramite social network” o simili;
— sono stati contati i clic del mouse per entrare nei campi, per cliccare un bottone o un link, per confermare le richieste e per selezionare le spunte obbligatorie;
— non sono mai stati contati i clic per la lettura di eventuali documenti allegati;
— il processo di conteggio dei clic è terminato con l’arrivo sul profilo personale del nuovo conto o alla richiesta di attesa di riconoscimento dei documenti per le banche che lo richiedevano (Unicredit, UBI Banca, WeBank, Intesa Sanpaolo);
— le Challanger Bank (come N26) sono banche attraverso le quali è possibile aprire conto correnti “light”, che prevedono meno vincoli rispetto ai servizi delle banche tradizionali (e quindi meno clic).
Aprire un conto corrente bancario online con un clic: chi lo fa meglio?
Aprire un conto tramite app: ecco le banche che lo consentono
Per studiare il livello di digitalizzazione delle diverse aziende, AppQuality ha anche chiesto ai suoi tester di verificare per quali banche sarebbe stato possibile aprire un conto tramite app. Considerato che tutte le banche in questione possiedono un’app, ecco chi offre la possibilità di aprire un conto: Hype, N26, Widiba, UbiBanca e Tinaba.
Non sorprende, si legge nell’indagine, che tra le banche che danno questa possibilità ai loro clienti, 4 su 5 siano puramente digitali. Certo, le nuove digital bank hanno avuto il vantaggio di partire da una tela bianca rispetto alle colleghe tradizionali, ma ciò nonostante un servizio di questo tipo migliora significativamente l’esperienza e qualcuno, come Ubi Banca, se n’è già accorto.
Ora più che mai, con il Covid19, le banche si sono trovate ad affrontare una sfida senza precedenti. Solo le più lungimiranti riusciranno a interpretare il cambiamento come acceleratore di un processo di evoluzione del modello di business. Appare dunque chiaro che il digitale giocherà un ruolo chiave in questo processo evolutivo. E la gestione sempre più semplice dell’apertura di un conto online non è che un tassello di questo ampio a articolato processo.