Il mercato erotico ha creato la propria cryptovaluta: lo Spankcoin, letteralmente “la moneta delle sculacciate”.
Sembra un pesce d’aprile, una notizia divertente, se non fosse che è tutto vero e collegato ad un mercato che vale 97 miliardi di dollari l’anno.
Mi rendo conto che tanti esperti non parleranno mai di questo progetto perché l’argomento è considerato tabù, ma a noi questi limiti non interessano. Per quanto io personalmente non abbia investito nella raccolta fondi di Spankchain, questo è un progetto che non si può ignorare perché storicamente l’industria dell’intrattenimento per adulti ha creato innovazioni poi copiate dagli operatori di tutti i settori.
Un esempio. Tutte le volte che fate un acquisto online e inserite i tre numeri che sono dietro la carta di credito per confermare l’acquisto, sappiate che questa soluzione estremamente semplice ma efficace è stata inventata proprio dall’industria pornografica americana negli anni ’90.
Nei primi anni di Internet, tante mogli leggevano sull’estratto conto i nomi di siti web a luci rosse, e tanti mariti negavano la spesa. Chi ha avuto la carta di credito in quegli anni si ricorderà che una copia firmata della parte frontale della carta veniva lasciata nei negozi e nei ristoranti. Qualunque cameriere poteva conoscere i numeri frontali della vostra carta, ma non i tre numeri sul retro.
Le pagine web di pagamento che chiedevano i numeri sul retro sono diventate presto uno standard, facendo risparmiare miliardi di dollari di truffe agli e-commerce, non solo nel mercato erotico.
Oggi il problema è più complesso. Le commissioni che gli imprenditori devono pagare alle banche ed alle carte di credito sono alte ovunque, ma nel mercato erotico possono raggiungere il 50%.
Da anni gli operatori di questo settore lamentano che le banche tradizionali e Paypal rifiutano di accettare i pagamenti costringendoli a lavorare con degli operatori non sempre trasparenti e molto costosi.
Questa volta la soluzione è stata meno semplice ma altrettanto elegante. Stufi di operare con la banche, gli operatori erotici hanno creato il proprio sistema bancario.
Lo hanno fatto utilizzando la Blockchain, la tecnologia che è dietro Bitcoin e le altre cryptovalute.
La raccolta fondi è stata eseguita attraverso una ICO (“Initial Coin Offering”), simile ad una quotazione in borsa ma sulla Blockchain, in questo caso la Blockchain di Ethereum, la seconda cryptomoneta più famosa dopo il Bitcoin.
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Il regolatore è più o meno tranquillo, non è una vera quotazione in borsa. Con la tecnologia ICO l’azienda emette dei Token, delle cryptovalute, le Spankcoin. Il nome fa sorridere, ma dal punto di vista tecnologico possono funzionare estremamente bene.
Il consumatore si trova davanti un sistema molto semplice: continuerà a pagare in dollari o in euro, questi pagamenti sono trasformati dal sistema in Token e gestiti in automatico dalla Blockchain e dai contratti intelligenti.
Se una ragazza o un ragazzo europeo intrattengono un cliente americano su una webcam, il cliente pagherà in dollari, i ragazzi riceveranno il pagamento in euro. Oppure il cliente deciderà di pagare in Bitcoin, garantendo un certo anonimato che in questo settore è particolarmente ricercato.
Fin qui tutto semplice come usare una carta di credito, ma con la possibilità di essere piuttosto anonimo. Intanto grazie alla Blockchain i costi delle commissioni bancarie intanto sono scesi fino al 95%.
La ICO di SpankChain – l’azienda che emetterà gli Spankcoin – ha raccolto sul mercato la cifra che cercava: 7 milioni di dollari in poche ore. Ma visto il settore, questo successo si poteva immaginare.
C’è una seconda osservazione meno immediata. Da quando la Blockchain è diventata popolare, non va a colpire soltanto il sistema delle valute. Non si limita a creare “monete” alternative. Al contrario, colpisce qualunque aspetto della vita comune, il mercato erotico è solo il primo esempio.
I prossimi anni saranno estremamente interessanti.
Il video di promozione della raccolta fondi di SpankChain
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Questo articolo nasce da Fintech Space, la video rivista sulla finanza tecnologica. Potete vedere il video originale al minuto 27:13 di Rete Economy “People Transformation“.