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10 previsioni fintech per il 2019, n.3: le banche rischiano di perdere il 30% dei millennial

Un’analisi di Goldman Sachs rivela che un millennial su tre è convinto che entro cinque anni non utilizzerà più una banca. Una quota di mercato che vale 30 trilioni di dollari. La rivoluzione non riguarda solo i servizi bancari ma un intero stile di vita e richiede una profonda trasformazione degli istituti di credito

Pubblicato il 21 Gen 2019

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Continuiamo con le nostre previsioni fintech per il 2019. I Millennials (la generazione nata tra gli anni 80 e il 2000) hanno superato nel 2017 i Boomers (la ricca generazione nata dopo la seconda guerra mondiale) diventando la generazione con il più alto numero di consumatori nell’intera storia degli Stati Uniti.

Oltre ai propri stipendi, i Millennials inizieranno ad ereditare dai Boomers una cifra stimata intorno ai $30 trilioni. Non è un errore di battitura, non parliamo di “semplici” miliardi ma di trenta triliardi di dollari. Per fare un paragone, l’intero debito pubblico italiano accumulato in 158 anni è di “soli” €2.3 triliardi.

L’impatto dei Millennials su servizi bancari e fintech

Le due generazioni dei Millennials e dei Boomers non potrebbero essere più differenti. Ai Boomers la società ha offerto la crescita economica, la sicurezza del lavoro, e la stabilità della casa di proprietà.

Ai Millennials la società offre una serie di crisi economiche, lavori instabili e sottopagati, ed il crollo del mercato immobiliare. Ma anche la possibilità di aprire e gestire un’azienda con pochi dollari, e di lavorare online viaggiando e vivendo in qualunque parte del mondo.

Le conseguenze sul fintech sono epocali, ancora più importanti che in altri settori. Senza una casa di proprietà e spesso senza un’automobile, i Millennials hanno tuttavia lo smartphone e lo sanno utilizzare dalla più tenera età.

Una analisi di Goldman Sachs rivela come il 30% dei Millennials è convinto che entro cinque anni non utilizzerà più le banche.

Viceversa le startup che offrono servizi finanziari sullo smartphone sono in piena crescita. Acorn, una startup che permette di accumulare piccole somme sulle spese quotidiane e di farle investire inn borsa da una intelligenza artificiale, ha raccolto $152 milioni dagli investitori.

Una società Italiana simile è Oval Money, che si è trasferita a Londra ed ha già raccolto $7 milioni.

Robinhood, una startup che permette di comprare e vendere azioni e cryptomonete dallo smartphone con zero commissioni, ha raccolto $539 milioni e raggiunto in pochi anni lo status di unicorno (una startup valutata oltre $1 miliardo.)

Per farsi un’idea delle potenzialità del mercato, la base clienti di Robinhood cresce a ritmi del 30% al mese. Solo lo scorso mese questa startup ha acquisito 646.000 nuovi clienti.

Alle startup del settore fintech “wealth management” (gestione della ricchezza), si aggiungono le startup fintech legate ai pagamenti. Revolut, una startup del nostro incubatore Level39, ed uno dei primi unicorni europei, ha raccolto $336.4 milioni. Nata nel 2015, in meno di quattro anni Revolut ha raggiunto la valutazione di mercato di $1.6 miliardi.

Una startup Italiana che offre un servizio simile è Hype, acquisita da Banca Sella.

Non solo sistemi di pagamento, ma stile di vita

La rivoluzione fintech dei Millenium non colpisce sono i servizi bancari tradizionali ma l’intero stile di vita.

Una startup, Standard Cognition, riconosce i clienti dei negozi grazie ad una intelligenza artificiale e gli permette di uscire con le merci senza fare fila alle casse e senza la presenza di personale umano. Il pagamento viene caricato direttamente sullo smartphone all’uscita dai locali. Nel 2018 Standard Cognition ha raccolto $10 milioni di investimenti.

La I.A. di Standard Cognition riconosce gli acquisti e non ha bisogno di cassieri

Una startup Italiana che opera nello stesso settore è Checkout Technologies, che si è trasferita a Monaco, in Germania, ed ha già raccolto il suo primo round di investimento.

Le startup non si limitano ad evitare le file alla cassa. Divido ($10 milioni raccolti nel 2018) e Bread ($60 milioni raccolti nel 2018) offrono un servizio di “POS lending” (letteralmente “presiti nel punto di vendita”). Il cliente prende la merce ed esce dal negozio senza sforzi. Lo smartphone si occuperà di pagare quanto dovuto a rate.

Se vi sembra rischioso per il negoziante, pensate che il nostro smartphone ci conosce molto meglio di qualunque direttore di banca. Sa cosa compriamo, cosa leggiamo, dove andiamo, chi frequentiamo, quante email riceviamo da fornitori non pagati. Possiamo mentire quando chiediamo un prestito in banca, ma non possiamo mentire al nostro smartphone.

Se il sistema decide che non meritiamo di pagare a rate, il cliente è invitato a pagare in contatti o a riconsegnare la merce. Oggi la richiesta è fatta da una cassiera sorridente, mentre i clienti più agitati sono gestiti da una guardia privata. Ma è facile immaginare un futuro non lontano dove il cliente poco affidabile venga fermato alla cassa direttamente da un robot.

Isaac Asimov, scrittore di fantascienza, scienziato e inventore delle Tre Leggi della Robotica, sarebbe affascinato di vivere ai nostri giorni (e forse anche un po’ preoccupato.)

Il futuro delle banche (o senza banche)

Una ricerca di mercato di Viacom rivela che il 73% dei Millennials preferisce utilizzare i servizi finanziari offerti da aziende tecnologiche che dalle loro banche (incluse Google, Amazon, Apple e PayPal).

Secondo Accenture gli acquisti dei Millennials negli USA andranno a rappresentare il 30% dell’intero mercato, raggiungendo $1.4 triliardi nel 2020.

L’82% degli Millennials preferiscono utilizzare programmi loyalty solo se utilizzabili dal loro smartphone.

Per le banche tradizionali si prepara un periodo di grandi cambiamenti e investimenti. Non basterà spostare l’online banking dal computer ad un’app sul cellulare. Per sopravvivere i sistemi non vanno modernizzati, vanno rivoluzionati.

Le banche che non dovessero riuscire sono destinate a perdere la loro quota di mercato senza possibilità di recuperarla. Una quota di mercato da 30 trilioni di dollari.

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Questo articolo è parte della serie “10 Previsioni Fintech per il 2019”. Puoi leggere ogni articolo autonomamente su EconomyUp:

  1. La blockchain crescerà come Internet negli anni ’90
  2. Gli investimenti fintech cresceranno sia in Occidente sia in Oriente (ma per motivi opposti)
  3. Le banche rischiano di perdere il 30% dei millennial
  4. La crisi globale in arrivo e la soluzione dei Mega-Round
  5. Multe da $8 miliardi alle banche ed opportunità di lavoro nel RegTech
  6. L’anno dell’attacco alle banche
  7. Milioni di investimenti immobiliari saranno spostati sulla blockchain
  8. Il Matrimonio tra Intelligenza Artificiale e Fintech
  9. La crisi del mobile payment

Aggiornamento: Quattro giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, Crunchbase ha modificato la raccolta fondi complessiva di Oval Money da $2.3M a $7M. L’articolo è stato aggiornato di conseguenza.

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Stefano L. Tresca
Stefano L. Tresca

Vive dal 2010 a Londra dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech. Il suo ultimo libro è "Future Cities", Amazon bestseller.

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