Fino a pochi anni l’invenzione di nuovi formati di pasta era materia per i grandi food designer. Le aziende che facevano innovazione si rivolgevano a un ristretto circuito di specialisti. Ora la sharing economy e la rivoluzione maker stanno cambiando un po’ le cose, rendendo tutto molto più semplice e low
Ci sono infatti imprese che cominciano a creare la pasta del futuro rivolgendosi direttamente alla rete attraverso la formula del crowdsourcing. E allo stesso ci sono progettisti che non hanno bisogno di creare i loro prototipi in laboratorio ma lo fanno da casa servendosi di normalissime stampanti 3D.
Un caso è quello di Barilla, che in collaborazione con il portale Thingarage, ha lanciato lo scorso agosto una gara rivolta a designer, maker e
appassionati di 3D printing. Obiettivo del contest era inventare nuove forme di pasta, cercando di sfruttare più possibile le potenzialità offerte dalle macchine simbolo del digital manufacturing.
La call si è chiusa in ottobre e a dicembre sono stati annunciati i vincitori. Al primo posto si piazza Rosa, un concept ideato dal progettista francese Loris Tupin di Maxilly sur Léman. È un modello tridimensionale che si dischiude una volta calato nell’acqua bollente: riproduce, cioè, quello che fa un fiore quando sboccia.
In seconda posizione c’è Vortipa, sviluppato da un team di Cagliari composta da Danilo Spiga e Luis Fraguarda. Si tratta di un vortice a forma di albero di Natale. Medaglia di bronzo per la creazione del designer italiano Alessandro Carabini (in collaborazione con lo studio parigino Abaco): Lune, una pasta che ricorda la forma della Luna, a sfera e con alcuni “crateri”che trattengono il sugo al loro interno.
Ai primi classificati sarà riconosciuto un premio di 800 euro a testa. Alla gara hanno preso parte 216 idee in arrivo da più di 20 Paesi: Italia, Francia, Germania, Olanda e Usa sono quelli da cui è giunto il maggior numero di progetti.