Industry 4.0

EY, tre strumenti per sfruttare il potenziale dell’Internet Of Things

Dal software per processare i dati alla soluzione che consente di misurare l’effettiva funzionalità di un dispositivo. Ecco la strategia messa a punto da EY per rendere la vita più facile alle aziende che puntano sull’Internet delle Cose, uno dei temi di cui si discuterà al prossimo EY Capri Digital Summit

Pubblicato il 24 Giu 2017

Internet Of Things

L’Internet Of Things è la spinta necessaria sulla strada della digitalizzazione per le imprese italiane. Un fattore che contribuisce in maniera tangibile a determinare il modo in cui le aziende di produzione progettano, realizzano e supportano i loro prodotti. E che grazie all’attuazione del piano Industria 4.0 sta vivendo una fase di straordinaria accelerazione. È tuttavia necessario, secondo un’analisi pubblicata da EY, mettere in pratica alcuni passaggi in grado di rappresentare importanti vantaggi competitivi per tutte le aziende che hanno a che fare con lo smart manufacturing. Tutto parte dal non limitarsi a portare l’intelligenza a bordo dei prodotti, ma “ascoltare” ciò che i prodotti connessi hanno da dire, trasformando i dati raccolti in azioni concrete. Un tema che verrà affrontato durante l’’EY Capri Digital Summit 2017.

Ma in che modo è possibile mettere in pratica questa strategia? Nell’epoca in cui si parla di fabbriche connesse e prodotti che parlano tra di loro, bisogna prendere atto che per le aziende sono necessarie nuove forme di governance per gestire lo sviluppo. In altre parole, le aziende del manufacturing devono riuscire a mettere a frutto l’intero potenziale dell’IoT. E per farlo è importante implementare tre componenti chiave.

Tre strumenti chiave per sbloccare il potenziale dell’IoT:

  1. In primo luogo EY sottolinea l’importanza di porre la massima focalizzazione a livello di infrastrutture e di repository dei dati: per poter trarre gli insight necessari dalla grande quantità di dati provenienti dai prodotti intelligenti e connessi, le aziende di produzione devono poter disporre di un robusto framework hardware e software, ad esempio Hadoop, in grado di processare grandi quantità di dati.
  2. In secondo luogo soluzioni di analytics avanzate, necessarie per gestire gli insight dai dati al fine di migliorare la qualità e l’affidabilità dei prodotti, riducendo i costi associati alla non conformità.
  3. Parimenti, ed è questa la terza componente chiave suggerita da EY, occorre porre attenzione alla reliability analysis e alle analisi di affidabilità, che consentono di misurare la possibilità che un dispositivo svolga la propria funzione a certe condizioni per un determinato tempo.

Gli strumenti da soli non bastano, è chiaro. Ecco perché EY indica anche una metodologia di azione, riassumibile in cinque azioni.

Continua su Internet4Things per scoprire “I cinque passi verso l’affidabilità secondo EY”

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