Tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, il programma d’azione per lo sviluppo sostenibile sottoscritto a settembre 2015 dalle Nazioni Unite, c’è – in settima posizione – l’energia. Entro tredici anni, secondo le indicazioni del programma, in ambito energetico uno degli obiettivi vincolanti a livello dell’UE è quello di portare la quota di consumo energetico soddisfatto da fonti rinnovabili almeno al 27%. Al momento, però, sembra che questo risultato sia difficile da raggiungere. Occorre alzare l’asticella come sostiene l’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) secondo cui “senza una crescita delle fonti rinnovabili a un ritmo triplicato rispetto a quello degli altri anni, l’obiettivo del 2030 non verrà acquisito”.
Se dal 2000 al 2010 la quota delle fonti rinnovabili è passata dal 7% a poco meno del 20%, negli ultimi anni la crescita avanza con il freno a mano a dir poco tirato, dato che si attesta intorno allo 0,2%. Eppure nonostante le mosse della Sen (Strategia energetica nazionale) sembrino non sufficienti a rispettare l’accordo di Parigi (considerata la prima tappa dell’attuazione dell’Agenda 2030) sui cambiamenti climatici, c’è chi tra le aziende italiane sta già puntando con convinzione su queste forme di energia.
A intraprendere la strada delle rinnovabili è, per esempio, Edison che, da un po’ di tempo, ha deciso di andare oltre le offerte luce-gas e premere sull’acceleratore dei servizi a basso impatto ambientale. Di recente la società di Foro Buonaparte ha lanciato un servizio fotovoltaico con batteria per i consumatori attenti all’ecologia ma anche al risparmio, denominato My Sun. È inoltre sbarcata nel mercato dell’home service, grazie al lancio di una serie di iniziative volte a rendere più efficienti gli edifici domestici, con l’obiettivo di diminuire gli sprechi casalinghi e abbattere i costi di manutenzione.
Dove però Edison ha intenzione di posizionarsi come operatore leader di mercato in Italia è il settore dell’energia eolica. Va in questa direzione, infatti, il risultato ottenuto lo scorso gennaio da E2i Energie Speciali – società costituita da Edison e F2i nel 2014 – che si è aggiudicata 153 MW di nuova potenza eolica entrati a far parte del suo parco produttivo. All’epoca E2i ha partecipato alla procedura d’asta competitiva, indetta dal Gestore dei servizi energetici, per ottenere nuova capacità produttiva di parchi eolici on-shore e ha visto l’ammissione di tutti gli otto progetti presentati, che prevedono un investimento complessivo di circa 200 milioni di euro per la loro realizzazione.
A cosa porterà l’esito di questa gara? Alla realizzazione di 5 impianti gree-field in Campania, Puglia e Sicilia oltre a tre impianti di integrale ricostruzione di parchi eolici in esercizio in Abbruzzo e Basilicata per oltre 150 MW complessivi.
Ma cosa dicono i numeri a riguardo? In Italia, nel 2015, sono stati prodotti circa 15 Twh (terawattora) di energia eolica in grado di coprire il fabbisogno domestico di 15 milioni di persone. Cosa vuol dire? Che nell’atmosfera sono state emesse 10 milioni di tonnellate di CO2 in meno, il che ha contribuito all’impegno dell’Unione Europea di raggiungere entro il 2020 il 20% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
In questo contesto di mercato, caratterizzato inoltre da una progressiva riduzione degli incentivi, l’efficacia nello sviluppo delle rinnovabili dipende principalmente dalla capacità di gestire la volatilità del mercato energetico. Un mercato in cui Edison, anche grazie alla presenza di E2i, punta a diventare operatore leader di settore nel lungo e medio periodo.