Sorgerà a Carlentini, in Sicilia, il nuovo Hydrogen Lab di Enel Green Power, un’infrastruttura per collaborare con startup e player globali e sperimentare, in contesto industriale, nuove tecnologie per l’idrogeno verde, uno degli ingredienti della transizione energetica del nostro Paese. Obiettivo: ingaggiare l’ecosistema per accelerare la riduzione dei costi dell’idrogeno verde e permettere la decarbonizzazione dei settori cosiddetti “hard to abate”.
Ci racconta il progetto Nicola Rossi, Responsabile Innovazione di Enel Green Power.
Che cos’è NEXTHY?
NEXTHY è una piattaforma di innovazione che ci consentirà di collaborare con startup e player globali al fine di accelerare lo sviluppo ed il trasferimento tecnologico su applicazioni industriali di nuove tecnologie di produzione e stoccaggio di idrogeno verde con l’obiettivo di rendere questo settore competitivo nei prossimi 5 anni.
Nel campo dell’idrogeno esistono molte startup con tecnologie validate in laboratorio, in forte crescita negli ultimi anni e i brevetti depositati ogni anno sono alcune migliaia. Tutto ciò è indice di una forte vitalità, ma quello che serve per accelerare l’applicazione finale è creare un ponte tra il mondo dei laboratori e della ricerca ed il mondo dell’industria, promuovere il salto dalla scala prototipale a quella industriale. È proprio questo che farà il Lab di Carlentini, questa la nostra sfida: rendere questo potenziale sfruttabile.
La piattaforma NEXTHY sarà costituita da un nuovo Hydrogen Lab, che sorgerà appunto a Carlentini, in provincia di Siracusa, dove valideremo nuove tecnologie sulla piena scala in un contesto industriale pienamente rappresentativo e si avvarrà della sinergia con l’Innovation Hub di Catania dove avremo la possibilità di offrire alle startup spazi, uffici e competenze per supportare la loro crescita, organizzare eventi per presentare i loro progetti ed ingaggiare l’ecosistema e dove ci occuperemo anche di formazione per costruire le competenze necessarie agli impianti di produzione di idrogeno verde del futuro, tutto questo in linea con il modello di Open Innovation di Enel.
Quello di Carlentini è un nuovo tassello che si aggiunge alla rete dei 10 hub e dei 21 laboratori che Enel ha lanciato nel mondo per lavorare assieme alle startup, testando i loro prodotti e servizi in contesti industriali rappresentativi, offrendo loro supporto e know-how , con l’obiettivo di farle crescere in maniera più mirata e veloce e promuovere lo sviluppo di tecnologie di interesse.
Il Lab di Carlentini ha alcune importanti specificità. Si tratta, infatti, di un laboratorio industriale integrato con un impianto rinnovabile – l’impianto eolico di Carlentini – che lo alimenterà con energia completamente verde e sarà connesso alla rete elettrica. Questo consentirà di testare nuove tecnologie di elettrolisi non solo per quanto attiene l’efficienza e l’affidabilità, ma anche da un punto di vista della loro capacità di offrire servizi di flessibilità alla rete.
Come funzionerà il Lab di Carlentini e quali sono gli obiettivi?
Il laboratorio sarà costruito per poter ospitare sperimentazioni nei campi degli elettrolizzatori, dei sistemi di stoccaggio dell’idrogeno e dei componenti accessori come, ad esempio, compressori, strumentazione, valvole, nuovi materiali e tutto ciò che è necessario per movimentare l’idrogeno all’interno dell’impianto. Il laboratorio sorgerà a fianco di un elettrolizzatore commerciale della potenzialità di 4MW (circa 240t/anno di idrogeno) che rappresenterà un riferimento con cui confrontare le nuove tecnologie. L’idrogeno prodotto durante i test verrà miscelato con quello generato dall’impianto commerciale e verrà venduto a clienti industriali, generando ricavi. Ciò consentirà di effettuare test di lungo periodo, anche su grande scala, a costi sostenibili.
Il progetto prevede di testare in maniera flessibile tecnologie su scale diverse, collaborando con startup a vari livelli di maturità, con un turnover continuo di partner e tecnologie che verranno valutate e validate progressivamente nel tempo.
Vogliamo creare un ecosistema. Per questo lavoreremo in maniera molto aperta con tanti soggetti, da piccole realtà a grandi player, collaborando con le università e i centri di ricerca presenti sul territorio per avvalerci delle loro competenze scientifiche e tecnologiche, coinvolgendo partner finanziari che possano scegliere di investire nelle realtà più interessanti e collaborando con gli utilizzatori finali per promuovere lo sviluppo del mercato. Puntiamo a coinvolgere anche le istituzioni, che si stanno dimostrando molto interessate al nostro progetto. L’obiettivo primario è quello di accelerare la riduzione dei costi della tecnologia: vogliamo catalizzare il suo sviluppo per massimizzare efficienza e flessibilità con una forte attenzione alla sostenibilità.
Perché proprio in Sicilia?
In Sicilia esistono competenze, università e centri di ricerca di primissimo ordine a livello internazionale e un contesto industriale interessato ad utilizzare idrogeno verde e sostenibile per decarbonizzare i propri processi. C’è inoltre un fortissimo interesse a livello istituzionale e un grande potenziale per lo sviluppo di impianti rinnovabili. Infine, in Sicilia, a Catania, a soli 20 km da Carlentini, si trova il nostro hub di innovazione, uno dei più grandi e avanzati distretti industriali su tecnologie rinnovabili a livello internazionale, nonché un luogo di incontro delle eccellenze nel campo dell’innovazione.
Come viene applicata l’open innovation nel Lab?
Il processo è analogo a quello che adottiamo in altri ambiti: facciamo leva sulla nostra rete di Innovation Hub in tutto il mondo per intercettare le startup più interessanti. Quello che cerchiamo sono soluzioni nuove, basate sia su nuove tecnologie che su tecnologie esistenti, ma rivisitate per ridurre i costi e aumentare efficienza e sostenibilità, guardando sia agli elettrolizzatori che ai sistemi di stoccaggio.
Le proposte che riceviamo sono valutate e selezionate in base a performance attese, maturità e sostenibilità. Con le startup che selezioniamo avviamo percorsi di incubazione e accelerazione per supportare il processo di industrializzazione dei loro prodotti, avvalendoci della collaborazione di università e centri di ricerca e coinvolgendo la nostra rete di venture capitalist e i nostri partner finanziari, fino ad arrivare alla validazione delle loro tecnologie su scala industriale a Carlentini.
Ad oggi abbiamo intercettato e valutato un centinaio di startup (2/3 nel campo degli elettrolizzatori e 1/3 sullo stoccaggio), principalmente provenienti dagli hub italiani ed europei. Con 24 di loro abbiamo già attivato collaborazioni. Miriamo ora a farle crescere per essere pronti a far partire la sperimentazione delle loro tecnologie a Carlentini appena sarà disponibile l’infrastruttura, a partire dal 2023.
Quali sono le prospettive per la produzione e l’uso dell’idrogeno?
L’idrogeno verde è l’unica opzione sostenibile per la decarbonizzazione dei settori “hard to abate”, ovvero quei settori non decarbonizzabili per elettrificazione diretta e che utilizzano idrogeno come feedstock dei loro processi produttivi: ad esempio i settori dell’ammoniaca, dei fertilizzanti, dell’O&G.
Oggi esistono le condizioni necessarie allo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde: l’urgenza di decarbonizzare i processi produttivi, la disponibilità di energia rinnovabile a basso costo, la spinta politica e le risorse finanziarie. In Italia il PNRR sta dando una forte spinta in questo senso.
C’è ancora un gap di costo da coprire rispetto all’idrogeno ricavato dagli idrocarburi, ma con l’attuale spinta ci aspettiamo che i costi dell’idrogeno verde possano scendere sensibilmente, così come è successo con i pannelli fotovoltaici, i cui costi sono diminuiti di circa 10 volte negli ultimi 10 anni.
La riduzione dei costi sarà possibile con l’aumento della taglia degli elettrolizzatori, della scala degli stabilimenti produttivi e l’ingresso nel mercato di nuove tecnologie.
Il mercato dell’idrogeno è significativo. Nel mondo si consumano oggi circa 75milioni di tonnellate di idrogeno all’anno, attualmente prodotto principalmente da combustibili fossili, generando emissioni di CO2 pari a circa 800 milioni di tonnellate annue, pari a quelle del Regno Unito e dell’Indonesia messi insieme. In Italia, si consumano circa 500mila tonnellate all’anno di idrogeno quasi totalmente imputabile al settore delle raffinerie. Un numero importante da riconvertire ad idrogeno verde per decarbonizzare le nostre industrie.